Gli orientali a Deauville

Gli orientali a Deauville CRONACHE Di VENTIMILA PRIVILEGIATI Gli orientali a Deauville Folla opulenta, egiziani in fez, gracili dame indù - Un pugno sulla faccia di AH e il sopracciglio incerottato è subito di moda - La "più bella schiena del mondo,, viene dal Cairo - Per sbalordire un'attrice, un Grande di Spagna perde in un sol colpo 13 milioni alla roulette (Dal nostro inviato speciale) Deauville, 1 settembre. «Terra d'Incantesimi», «fiaba da Mille e una Notte», «sogno vissuto»: le espressioni di questo tipo caratterizzano la pubblicità di Deauville non solo, ma riassumono ciò che il francese medio, lo snob internazionale pensano, in buona fede, sulla season della Manica. Il curioso è che anche i quindici o ventimila privilegiati, coloro i quali da luglio a settembre sono protagonisti della féerie, appaiono perfettamente convinti di vivere la più ornata e sfrenata epopea godereccia che il secolo possa offrire agli eletti. « I villeggianti di Deauville ■ disse l'anno scorso Chamberlain — credono di trovarsi sul tetto del mondo ». Sono i misteri del costume. Nell'altro dopo guerra lo scetticismo e il taedium vitae erano segni di finezza sensibile; oggi è moda « divertirsi » costi quel che costi. Gli introiti dei locali notturni e del Casinò di Deauville, restano, tenuto conto delle proporzioni monetarie, quattro volte superiori a quelli del 1939. Se ha ragione chi ha scritto, che « la noia è il flauto sul quale il demonio modula le sue arie preferite », dobbiamo concludere che il nostro è un tempo mes siarico, aurea aetas. Deauville ha bandito la noia. Da Parigi, si parte alla volta di Deauville con una sorta di baldanza felice, in un treno « superlusso » e ultrarapido che ha drappeggi azzurri ai finestrini e maniglie cromate alle portiere. Si attraversa la grande, pacifica Normandia, popolata di armenti, la più materna terra di Francia; si fa sosta a Lisieux, il cui tempio carmelitano, sorto in onore di Santa Teresa, sovrasta la linea ferroviaria con le sue cupole d'argento. Alla stazione di Lisieux scendono dal « treno del paradiso » gruppi di villeggianti diretti a Caen. Si riprende la corsa. Ai lati della via, sui muri dei casolari, campestri, si moltiplicano le scritte « tra poco a Deauville », « benvenuti sulla spiaggia fiorita ». L'estasi l'impazienza si alternano sui visi degli eletti. Non accade mai che il convoglio non rispetti l'orario, « eppure, mi confidava una compagna di viaggio, si ha costantemente l'impressione di arrivare in ritardo ». 8 gradi sopra zero Ieri, quando fu la mia volta di • scendere sul marciapiedi dei miliardari, il cielo era te tro come in un crepuscolo di tardo autunno. « A Deauville fa quasi sempre cosi », mi hanno informato. E mi hanno condotto per le piccole strade della cittadina, fra le cupe case normanne. Aiuole di bosso, d'un tono strano e pallido, ravvivano gli incroci. Le sedie dei bar rimanevano all'aperto, malgrado la pioggia imminente; molte famiglie britanniche le occupavano, con la beatitudine scontrosa degli inglesi quando si trovano in vacanza nei Paesi del sud; t Deauville, per gli inglesi, è indubbiamente il sud, il sole l'amore, un surrogato di Capri. Il termometro monumentale della « Pharmacie du 1111111 ■ 11 r 111 ■ 11iii 111111111! 111 i 1111111t ri 11111r jiri■1111 n CpglvoccngtdDnlbctdsinl a i i e Centre » segnava 8 gradi sopra zero. Sulla spiaggia, non più lunga di un chilometro, non più larga di venti metri, il livido vento del Nord squassava gli ombrelloni multicclori. (Qualche regazza, nondimeno, e alcuni gentiluomini rosei, stavano per bagnarsi: il mare si gonfiava sotto la sferza della tramontana, ed era di un verde Inquieto, estroso di gorghi). Dalle planches, che formano una tolda ininterrotta lungo l'arenile, alla maniera dei boardwatks di America, qualcuno m'ha indicato 1H6tel Normandy, un complesso di padiglioni, sormontati ciascuno da una torre gotica e il Ca- ino violentemente calcinato di bianco; nella voce della mia guida vibrava una nota di orgoglio. Al « Bar du Soldi » una folla opulenta sorseggiava cocktaits ghiacciati: è uno dei luoghi dove vien fatto di chiedersi perchè mai gli egiziani in fez e le gracili dame indù gremiscano in numero cosi cospicuo questa plaga boreale. Ma il « mimetismo mondano » degli orientali danarosi non ha limiti quando vengano in contatto con un certo milieu d'Occidente: dal più remoto Belucistan, da Beyrout, da Ceylon, si parte in estate per la season di Deauville. Confidenze di Bernstein E sono proprio gli orientali a dar tono e colore alla Ville d'eau più costosa d'Europa. L'estate di Deauville annovera molti fra i « bei nomi » di Francia e d'Inghilterra: i duchi di Grammont, i Fitz-Yames 1 Fouquières, i Rothschild, i Cavagnac, i De Breteuil; che cosa più contano 1 loro blasoni di fronte alia stella di Aga Khan ? L'Aga Khan è di essa ormai, e si dice che il Consiglio municipale mediti di conferirgli la cittadinanza onorarla. Sono stati gli applausi dell'Aga Khan a segnare il successo del film < Un viaggio in America » proiettato in ante-prima mondiale; Yvonne Printemps e Pierre Fresnay, i protagonisti, si inchinavano al despota con gli occhi lucidi di emozione. Joan Fontaine, la star che accompagnava il principe, bramiva di trionfo come l'Amorosa Cerva di cui parla U Corano. E' bastato che il figlio dell'Aga Khan, quel famoso Ali ex-marito di Rita Hayworth, comparisse in pubblico sul terreno di polo con un sopracci- flio incerottato -r- pare che suo maestro di boxe l'abbia colpito un po' rudemente — perchè i giovani lions lo imitassero, e prendesse vigore la moda. Samia Gama], 1 cui numeri sono quelli di una girl di- avanspettacolo, ha sbalordito le tout Deauville per il solo fatto che il manifesto la qualificava come « danzatrice ufficiale d'Egitto » definita da re Faruk « la più bella schiena del mondo ». La luce viene dai Cairo, come un tempo da Parigi. Al gran ballo della settimana scorsa per il pane del bambini poveri (un ballo per cui la maharanì di Baroda prenotò telefonicamente un tavolo da Calcutta), Elvira Popesco si lagnava di ncn vendere i biglietti della lotteria benefica con la rapidità, sperata: Hussein pascià, che 1 udiva, si inchinò cerimoniosamente: « Datemene per mezzo milione ». Se t:i sarà fra trent'anni un trust a resuscitare gli splendori mondani .iella nostra epoca, gli eroi più suggestivi della nuova « Recherche » avranno la faccia coler cioccolato; l'unico bianco degno di menzione resterà probabilmente Don Jaime Ramlrez y Corba, Grande di Spagna, il quale — mi riferisce un croupier del Casinò — avendo deciso l'altra notte di sbalordire l'attrice Simone Simon, giocò 13 milioni alla roulette in un colpo solo, sul nero. Venne il rosso, e don Jaime sorrise. Agli europei, dunque, restano le vittorie dello spirito.. A Deauville interpretano come una vittoria dello spirito, per esempio, l'ultima commedia di Roger Feral, « La femme troublée», che ha consacrato sul palcoscenico del teatro del Casinò, il talento del giovanissimo Jean Pierre Coquelin, a fianco di Suzy Prim, e, insieme, un « felice ritomo » alle buone tradizioni drammatiche dell'adulterio. L'adulterio! L'uomo che fu maestro nel narrare con la più capziosa sottigliezza le burrasche psicologiche dei ménages fine '800, l'autore che fu deli» zia proibita dei nostri padri per non dire dei nostri ncnnl, monsieur Henry Bernstein dell'Accademia di Francia, è miracolosamente ancor vivo e vegeto ed è naturalmente ospite di Deauville. Ieri sera, dal medesimo palcoscenico sul quale Samia Gamal danzò le sue nenie lascive, Bernstein ha offerto a un pubblico di signore una causerie, o piuttosto un « monile di confidenze ». Confidenze quali: « Detesto che da Maxim mi chiamino maitre »; ovvero « Persi a 13 anni la verginità leggendo una poesia di Victor Hugo », sono piaciute senza riserve. Jacques de Lscretelle dell'Accademia di Francia ha dato il segnale degli applausi. Carlo Laurenzi