L'uomo ridotto a zero di Ferdinando Vegas

L'uomo ridotto a zero NICHILISMO, DISTRUZIONE TOTALE L'uomo ridotto a zero La spaventosa follia incarnata in Hitler e nella sua banda • I campi di concentramento, lo sterminio, il nulla - Insensata concezione del "sacrificio senza significato,, La minaccia ancora incombe; l'orrendo cupio dissolvi percorre la nostra era tragica Nel maggio 1945 ad alcuni giornalisti che si aggiravano tra le rovine della Cancelleria d: Hitler, si prestnlò uno stra no spettacelo: sui resti d'una parete campeggiava la scritta: «Das Jahr nul» (l'anno zero); sulla parete dirimpetto era invece rozzamente disegnata una donna nuda, con la iscrizione « Vive Mistinguet. te/». Forse sarà stato 11 caso a far si che si trovassero a fronteggiarsi due espressioni cosi eterogenee; chissà quali anonimi soldati, nello sbandamento della catastrofe tedesca-, si saranno fermati un momento a simbolizzare, ognuno indipendentemente dall'altre, il proprio stato d'animo. Nulla vieta tuttavia di scorgere, con un po' di fantasia, un simbolo iiiiiiiiiimiiii iiiiiiniitiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiii unitario nella duplice iscrizione: « di contro al nichilismo dei nazisti, la perpetua sfida al nichilismo, il simbolo della normale creatività della vita umana ». Questa è V interpretazione che ne dà Robert Payne nel suo suggestivo libro Zero The Story of Terrorismi (Wingate editore, Londra), dedicato ad uno studio complessivo, nel suo svolgimento storico, del fenomeno del nichilismo e del suo inseparabile compagno, il terrorismo. E' un libro che si legge tutto d'un fiato, affascinati dalla stessa ripugnanza che In noi suscitano gli orrori cui il nichilismo ha potuto con durre una parte dell'umanità. Ed è, si badi bene, un libro serissimo, perfettamente docu¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiii mentato in ogni sua asserzio ne; un libro che mira soltanto ad esporre dei fatti, a ricercarne le cause e a far me ditare su di essi. U nichilismo serse, come si sa, poco dopo la metà del secolo scorso, in Russia, quale estrema forma di reazione contro l'cppressiva autocrazia zarista, che nulla sembrava potesse scuotere. Giovani, peri lo più studenti, abbevera tisi I febbrilmente alle fonti delle ideologie rivoluzionarie d'Oc-'cidente. credettero che non vi fosse altro mezzo per elimina- re la marcia impalcatura dello Stato russo se ncn la radica- le distruzione, l'annichilimen to totale di ogni ordine e autorità, il sovvertimento completo della società. Il rappresentante più tipico di costoro, l'esponente del nichilismo elio stato puro, fu Sergio Neciàev, nome oggi del tutto dimenticato, ma che allora fece tremare la Russia, non solo la Russia. Esule in Svizzera, riuscì a sedurre lo spirito di Bakunin, già stanco e vecchio; lo irretì, ne ottenne credenziali di assoluta fiducia, munito delle quali rientrò in Russia a ordire una vasta e nebulosa trama. La misteriosa associazione segreta creata da Neciàev si proponeva di terrorizzare con ogni mezzo, in primo luogo l'assassinio, la classe dominante russa; più tardi sarebbe dovuta scoppiare la rivoluzione generale. I piani di Neciàev fallirono miseramente e tutto si ridusse all'uccisione di un membro dell'associazione, non più disposto a sottostare al dlspctlco potere che Neciàev sapeva esercitare tanto bene su chiunque lo accostasse. Il sinistro ' personaggio chiuse i suoi giorni in carcere; ma di lui rimase un impressionante documento, Il Catechismo rivoluzionario, vera summa, del nichilismo. In 26 brevi paragrafi è qui compendiata l'essenza del nichilismo: « il nostro ccmplto consiste nella distruzione totale, inesorabile, terribile e universale»: il nichilista «non deve esitare a distruggere niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiliiiliiiiiiiiiiiiiiiin qualsiasi posizione, qualsiasi posto o qualsiasi uemo di questo mondo ». Per quanto 11 Catechismo accenni, come scopo dell' associazione, alla « integreJe emancipazicne e felicità del popolo », non é difficile comprendere che quello che realmente interessava a Neciàev non era il fine, bensì li mezzo, elevato a fine in sè: la distruzione per il puro sccpo della distruzione, Delirio d'una mente insana, si dirà; caso patologico da af ridare agli psichiatri. Senza dubbio; ma il fenomeno del nichilismo non si può risolve ie così semplicemente. L'ideo- logia di Neciàev affonda certo le sue radici in strati oscuri dell'anima russa, esplosi talora alla superficie, cagli Insensati massacri di Ivan il Terribile alle atroci automu" tilazioni cui al sottoponevano l raskolniki (scismatici del secolo XVII; ma essa deriva pure da una profonda involuzione nella quale si è andata avvolgendo l'anima umana dagli inizi del secolo scorso. Si tratta dell'aspetto deteriore del Romanticismo, quel satanismo e quel sadis.no cosi bene descritti dal Praz ne La carne, la morte e il diavolo: l'uomo che, perduta la vecchia fede, deluso da ogni nuove mito, stoga la sua volontà di potenza immaginando torture, scempi e distruzioni. Dal piano dell'immaginazione, sollecitato da esigenze di rivendicazione soc.ale male intese, il nichilismo è passato a quello della realizzazione. Nè si è limitato ad esprimersi nelle gesta, in definitiva ben circoscritte, d'un Neciàev e compagni; queste, in confronto a quanto è avvenuto poi, sono giuochi di bambini. Benché possa apparire incredibile, ad un certe momento lo spirito de' Catechismo nichilista si è incarnato in uomini i quali sono arrivati al potere e l'hanno ppplicato fino :n fondo, con spietata consequenzlarietà, da ultimo anche contro se stessi. Hitler e la sua banda sono stati i veri eredi di Neciàev; non solo idealmente, ma anche per filiazione diretta. Dimostra infatti :1 Payne come del Catechismo si servisse VOkhrana (la polizia politica zarista) per fabbricare 1 famigerati Protocolli dei Saggi di Sion, attribuendo agli Ebrei lo stesso fine di totale distruzione proprio dei nichilisti, si da divergere contro di essi l'odio popolare. Hitler, è noto, credeva all'autenticità dei Protocolli e, sin dal '24, li aveva già imparati a memoria; mentre da un canto se ne avvalse per giustificare lo sterminio degli Ebrei, dall'altro però, fedele al suo principio di imparare dagli avversari, assorbì in pieno" i principi del nichilismo. Questo, del resto, trovava un terreno preparato nel suo torbido animo; Nietzsche e Wagner maldigesti, le teorie della razza e del sangue, il sordo rancore contro il mondo, maturato negli anni di miseria, tutto ciò, fermentando sul fondo di angoscia psicopatica, da cui egli era affetto, fece di Hitler un perfetto nichilista. Sfruttando le condizioni della Germania del primo dopoguerra, avvalendosi d'una innegabile capacità di suggestione (anche in questo simile a Neciàev), unendosi ad altri nichilisti suoi pari (un Goebbels, un Himmler), Hitler arrivò al potere. E fu lo scatenarsi del nichilismo, la sua applicazione integrale, dapprima nell'ambito d'una nazione, poi, durante la guerra, su scala continentale. Bisogna leggere le pagine del Payne sui campi di concentramento, bisogna rileggere L' Univers Concentrationnaire dì Rousset, per convincersi come lo scopo di Dachau, di Auschwitz e di tanti altri simili luoghi non fosse che in apparenza quello di rinchiudervi ed eliminarvi dei presunti nemici; in realtà esso era quello di degradare fino alla bestialità la persona umana e quindi di distruggerla. Era la attuazione dell'idea nichilista, effettuata con l'aiuto della tecnica rroderna, fino al raggiungimento dell'esito voluto: « :1 sacrifìcio senza significato », la mera distruzione, il nulla, 10 zero. L'uomo ridotto a zero; questo il senso ultimo dei campi di concentramento. E quando la guerra fu perduta, anche ì tedeschi stessi, anche la Germania, secondo i folli ordini di Hitler, dovevano essere ridotti a zero. Ciò non si avverò; ma la strada del nichilismo fu percorsa invece sino in fondo da Hitler, fino al rogo nibelungico fra le rovine della Cancelleria. L'incubo nazista si è dissipato: la minaccia del nichilismo no. Essa incombe ancora su di noi, dalla patria stessa dì Neciàev; essa vive in noi, nel ■* Hitler In noi stessi », nel cupio dissolvi che percorre questa nostra tragica era. Ferdinando Vegas • llllllllllllllllllllllllllltlllltllllllllllllllllllllllllll Il vice-ammiraglio Joy, capo della delegazione dell'O.N.U. alla conferenza di Kaesong, sale sull'elicottero all'aerodromo di Kimpo.

Luoghi citati: Germania, Londra, Neciàev, Russia, Svizzera