La complicata vicenda del "figlio inesistente"

La complicata vicenda del "figlio inesistente" La complicata vicenda del "figlio inesistente" Un fratello del deftmto smentisce l'asserzione della cognata - Tre bimbi in cerca di stato civile Milano, 29 agosto. La non comune vicenda di una eredità lasciata ad un figlio inesistente, ora si complica maggiormente. Come demmo notizia giorni or sono, dopo la morte del possidente Silvio Piatti, venne alla luce un testamento olografo nel quale si lasciava erede dei beni mobili ed immobili sia la moglie Bambina Pajé in Piatti, salvo i diritti spettanti al loro figlio Antonio Luigi di due anni e mezzo del quale ora il Piatti si assumeva la paternità, dichiarando di riconoscerlo come legittimo. Ma un ricorso presentato in Tribunale dal legale della vedova affermava che « Antonio Luigi non esiste». Antonio Luigi, come risulta da un regolare certificato di nascita, non sarebbe altro che Gennaro Beato, figlio di Francesco e Assunta Narducci. I coniugi Piatti non avevano figli, malgrado il desiderio di avere un iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiifiif iiiiriiiiiiiiiiimiii e a l i e erede. Cinque anni or sono la moglie sollecitata dal marito andò a Napoli e, tramite Gennarina Cegna, riusciva a procurarsi un bimbo nato poverissimo, figlio di Assunta Narducci. Il bambino chiamato dai genitori Gennaro Beato, sarebbe stato consegnato dalla stessa Narducci alla Pajé e portato poi nella casa di Milano come Antonio Luigi. La vedova nell'esporre al Tribunale la singolare vicenda, afferma che, in verità, malgrado il gran bene che vuole al piccolo, questi si identifica nei Gennaro Beato, nato a Napoli da Francesco e Assunta Narducci, e chiede venga dato atto di ciò e si dichiari inammissibile il riconoscimento fatto nel testamento. Ma ora, come abbiamo detto, la non comune vicenda si complica maggiormente, in quanto sono tre i bambini di cui uno morto, in cerca di uno stato civile. Infatti il legale di un fratello del defunto Silvio Piatti precisa che quando la signora Pajé vedova Porro, diede notizia da Genova al signor Silvio Piatti della nascita dell'Antonio Luigi, come loro figlio, non era ancora moglie del signor Piatti, ma questi era solamente un generoso amante, e che non è supponibile che lo stesso Piatti abbia sollecitato l'amante perchè le creasse una incomoda fittizia pater nità, quando in tali casi si cer ca, semmai, di evitare ogni complicazione. A questo proposito si fa notare che se il Piatti proprio avesse avuto la necessità di riversare la piena dei suoi affetti già esisteva una figlia che la Pajé aveva avuto dal primo marito e che ben valeva un trovatello. Si afferma inoltre che la signora si prodigò in ciò coadiuvata dalla buona fede di una sorella e di una cugina del marito e dallo stesso parroco di Pregnana Milanese, dove il Piatti viveva, per indurre l'amante alle nozze che avrebbero consentito di attribuire all'Antonio Luigi lo stato civile che gli spettava. Inoltre la signora Pajé, sempre secondo il legale del fratello del defunto, dopo il matrimonio, e precisamente sul finire del gennaio 1950, valendosi della complicità di terzi, ha attribuito al marito la paternità di un altro figlio, Eugenio Silvio Pietro, che sarebbe morto a Roma subito dopo il parto e di cui pure non è traccia nei registri dello stato civile. Ora Giacomo Piatti — fratello del defunto — chiede al Tribunale di Milano che è stato chiamato a sbrogliare l'intricata matassa, tramite il suo legale, che si dichiari la nullità del testamento olografo del defunto fratello, l'esclusione dalla successione della moglie di lui e la nullità delle donazioni fatte in vita dal marito. Lenta

Luoghi citati: Genova, Milano, Napoli, Pregnana Milanese, Roma