L'avvocato Bucciante respinge le accuse

L'avvocato Bucciante respinge le accuse Ilm PROCESSO JOI VITERBO L'avvocato Bucciante respinge le accuse JE' stato richiesto l'intervento dell'Ordine degli avvocati - Altri testimoni che non vogliono parlare (Nostro servizio speciale) Viterbo, 29 agosto. Stamane al processo per l'eccidio di Portella della Ginestra sono stati interrogati altri quattro testimoni. Si sono prese le mosse da Giovanni Provenzano, lo studente in medicina che, nonostante il suo atteggiamento negativo, Frank Mannino, Antonino Terranova e Gaspare Pisciotta si ostinano a indicare come colui che ricopri la carica di «segretario» di Giuliano e che è al corrente di molti, interessanti e importanti particolari su tutta la vicenda e soprattutto sui suoi retroscena. Eira chiaro che quarantotto ore di riposo non potevano aver fatto mutare parere al « dottorino > come lo chiamano a Montelepre e nulla ha detto di sapere l'altro giorno e nulla ha detto dì sapere oggi. Tutto si è risolto in una serie di « no », che non hanno fatto spostare il Provenzano da una certa linea. Figuriamoci poi come questo «no » è diventato energico quando Sotgiu gli ha chiesto se avesse mai curato Giuliano o qualche elemento della sua banda! e si è passati oltre per giungere ad un'altra- domanda di Sotgiu : « E' stato per caso Provenzano in contatto con lo ispettore Messana » ? — La domanda non ci interessa — è saltato su energico il presidente. Ma come non ci interessa? — ha replicato vivace l'avvocato di Parte Civile — Come non ci interessa? Io voglio arrivare alla identificazione dei mandanti e quindi ho il diritto di porre le domande attraverso le quali si può giungere a questo obiettivo. Uguale ragionamento ha fatto subito dopo di lui Gaspare Pisciotta che con aria di sufficienza — ed è stata la unica volta che ogE;i ha fatto udire la sua voce, dopo il tanto parlare di ieri — ha spiegato che non valeva la pena porre domande a « questo signore impastato di silenzio ». Ma poi con una certa energia "ha aggiunto: « posso dire però, che nonostante le sue negative il signor Provenzano dal 1945 è stato sempre in contatto con Giuliano e la sua banda ». Maggiori risultati positivi non si sono ottenuti con il colonnello Denti, che comandò a suo tempo il gruppo interno dei carabinieri di Palermo e svolse delle indagini ai margini della vicenda. Si è andati avanti con un giornalista, il direttore dell'Oca di Palermo, il dott. Ingrassia che fu costretto a ricevere per un certo periodo di tempo lettere su lettere di Giuliano, che finirono regolarmente nel cestino. Una volta si decise a pubblicarne una (quella in cui Giuliano alludeva chiaramente al movente politico della strage di Portella della Ginestral e fu la fine della sua tranquillità. « Infatti la pubblcai — ha spiegato il dott. Ingrassia — con un commento nel quah si chiedeva a Giuliano di essere più esplicito. La risposta del bandito non tardò e consistette nella affermazione che egli non era uno sbirro di Sceiba. Pubblicai anche questa seconda lettera ed allora Giuliano mi minacciò di morte. Conclusione: non potetti fare più un passo senza la scorta della polizia ». — Ma di cosa parlavano tutte le lettere che le man dava Giuliano e chi finirono ne' suo cestino? — ha voluto sapere il Presidente. — Di un'infinità di argomenti. Trattavano tutto lo scibile umano. — E perchè si decise a pubblicare la prima lettera di Giuliano? — Perchè coincideva con le allusioni che faceva chiaramente al movente politico del delitto, a quel che aveva sempre sostenuto il mio giornale. Mi sembrò opportuno allora chiedere a Giuliano d.'ile spiegazioni. , , Ed è stata poi la volta dell'ex-capo di Gabinetto dello ispettore Modica, il commissario dott. AHocrtini. Si volevano sapere da lui molti-particolari, ma è stata fatica pressoché inutile e tutto si è risolto ad informazioni vaghe, generiche Ed invano si è tentato di chiedergli" se sapesse qualcosa sui confidenti dello,a ispettorato: nulla da fare. Il dott. Albertini non era a conoscenza di nulla o per lo meno di nulla di preciso. E così si è conclusa la giornata (mentre il turno di Jacopo Rizza, l'unico giornali¬ statespchsointnevitcoprlialiapodedecatescciascraCovocoreacdeinpiinLt(De si rigrdeluViespaganodolazipidutocosuulcipemluvivisaviviriè il mcoLl'apoè atraduNdpi bfrnlaqnteexriprencrlacieazdsisSatizsae utrcpppcpnìlmTiiimiin7miiiniimtiniiiiiiìì" sta italiano che riuscì ad intervistare Giuliano è stato spostato a domani mattina) che ha avuto praticamente solo due elementi di notevole interesse in particolari estranei in un certo senso all'attività di udienza: l'avvenuta conoscenza di un manifestino propagandistico nel quale Giuliano, durante le elezioni siciliane del 1947, invitava la popolazione a votare per la lista del movimento per '.'indipendenza della Sicilia democratica e repubblicana e una lettera dell'ex-difensore di Pisciotta, aw. Giuseppe Bucciante, chiamato ieri così bruscamente in causa. Una lettera diretta al presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Roma, on. Orlando, con la quale l'avv. Bucciante respinge sdegnosamente ogni accusa del Pisciotta e conclude pregando il Consiglio di intervenire e di disporre am pie indagini, con riferimento ambtatgtniiniiiiiifiMiiiiiriiriiiiiMiiiiiri iiiiMiiiiiiiiiiii alle attività manifestatesi prima e durante il corso del dibattimento da parte di quanti abbiano assunto doveri di altissima responsabilità per la tutela della dignità di tutti gli avvocati. Questo significa che alle sue tante grane Gaspare Pisciotta ne ha aggiunta un'altra che non sarà certamente la meno importante. g g

Luoghi citati: Montelepre, Pisciotta, Roma, Sicilia, Viterbo