Esplicite dichiarazioni di Acheson sulla revisione del nostro trattato di Gino Tomajuoli

Esplicite dichiarazioni di Acheson sulla revisione del nostro trattato Esplicite dichiarazioni di Acheson sulla revisione del nostro trattato La richiesta italiana sarà discussa il 10 settembre a Washington con la Francia e l'Inghilterra Sul problema di Trieste il Segretario di Stato auspica di nuovo negoziati tra Roma e Belgrado (Dal nostro corrispondente) Washington, 29 agosto. Il Segretario di Stato Acheson ha dato oggi alcuni importanti chiarimenti siili' atteggiamento americano verso la reirisione del trattato di pace italiano, sui rapporti con la Jugoslavia e sulla soluzione del problema triestino. Nel corso della sua conferenza stampa settimanale Acheson ha detto che II desiderio italiano di poter disporre di maggiori armamenti verrà discusso nel corso dei prossimi colloqui che avrà con I colleghi francese ed inglese Il 10 settembre a Washington. Egli non ha voluto precisare quale sia II suo atteggiamento in proposito, ma ha detto di aver dedicato alla questione una notevole attenzione. Acheson ha aggiunto che gli Stati Uniti non vogliono esercitare isolatamente pressioni per la revisione del trattato di pace oon l'Italia. Sarà necessario discutere la questione con tutti I Paesi del Patto Atlantico, egli ha aggiunto. Richiesto se un eventuale veto sovietico costituirebbe un mezzo efficace per bloccare tale revisione, Acheson ha risposto di no. Parlando della questione di Trieste, il Segretario di Stato ha riaffermato il punto di vi sta americano secondo II qua le il miglior modo per rlsol vere tale problema consiste nel l'aprire negoziati diretti tra l'Italia e la Jugoslavia. A suo parere il problema è assai complesso e la sola cosa che si possa fare è incoraggiare ed aiutare I due Paesi ad iniziare tali negoziati bilaterali Il Segretario di Stato ha ringraziato il popolo italiano per il dono dei quattro gruppi equestri di bronzo che orneranno il ponte « Arlington Memorial », dietro al « Lincoln Memorial » a Washington, I quattro gruppi statuari saranno inaugurati il 26 settembre dal presidente Truman e dal presidente del Consiglio italiano, on. Alcide De Gasperi. Il riarmo tedesco Acheson ha poi parlato del problema del riarmo tedesco, che costituisce il punto principale dell'ordine del giorno della conferenza dei tre Ministri degli esteri che avrà luogo a Washington tra il 10 e il li settembre. Dopo essersi rifiutato di rispondere alla maggior parte delle domande sulla prossima conferenza di San Francisco, Acheson ha detto che gli Stati Uniti non sono in possesso d'alcuna indicazione su pretese intenzioni da parte dell'U.R.S.S. di firmare un trattato di pace separato col G-iappone. Le dichiarazioni di Acheson confermano, prima di tutto, che il Governo americano sta studiando la questione della revisione del trattato e che intende risolverla, senza tener conto della opposizione e delle manovre sovietiche, d'accordo colle altre Potenze della alleanza atlantica. L'atteggiamento americano verso Trieste non è mutato e non è modificala neppure la decisione di non assumersi il difficile e ingrato compito di mediare una intesa italo-jugoslava. Gli Stati Uniti riconoscono che la ricerca di una soluzione è una questione complessa ed urdua ma non intendono spingersi oltre la enun¬ cdmdfrtdcpnplstSdplUcubpnsflremsfdtdlnlvnIllllllllllllllllimilllllllllllllllllllllllllll Illl è ¬ ciazione della speranza che indedue Paesi si intendano diretta-\cmente. \cAcheson non ha fatto nelle dichiarazioni di oggi alcun riferimento esplicito alla dichiarazione del 20 marzo accentuando invece quelli alla intesa diretta. Ma occorre osservare che egli rispondeva ad una pr-cisa domanda: « Vi proponete di fare qualche nuova proposta a De Gasperi per la soluzione del problema di Trieste f ». « Mi è difficile — disse testualmente il segretario di Stato — rispondere a questa domanda. Non ho mai fatto proposte sul modo di risolvere la questione di Trieste. «Da molto tempo gli Stati Uniti hanno affermato che la cosa jftu aesiaerabìie fosse una pronta soluzione del problema, e che la migliore via per risolverlo fosse quella dei negoziati fra italiani e jugo slam. Come sapete è un af fare complicato e se io o qualunque altro facessimo suggerimenti sul modo come può essere regolato, confonderemmo probabilmente ti problema anziché contribuire a risolverlo. La miglior cosa da fare è che le due Nazioni siedano assieme attorno ad un tavolo animate dallo effettivo desiderio di trovare una soluzione: io credo che essa potrà essere trovata ». Incertezza nessun mutamento quindi nell'atteggiamento americano dopo il colloquio tiarrimanTito? Allo stato attuale delle informazioni è impassibile i isponden categoricamente Il Governo americano non vuole o non può fare pressio ni su Belgrado perchè assuma un atteggiamento più. ra gionevole proprio quando Ti to afferma che la Jugoslavia interverrebbe se l'Europa occidentale fosse attaccata e che egli si attende reciprocità di atleggiamento. Ma si può spe rare che la diplomazia ame ricana si chieda anche se sarebbe possibile ottenere la partecipazione dell'Italia, una partecipazione che è di vitale importanza, nel caso che la Jugoslavia fosse vittima di una aggressione. La questione venne indirettamente sollevata quando un giornalista chiese ad Acheson se gli Stati Uniti hanno già raggiunto (dopo il colloquio Httrrhnan - Tito) una intesa coVa Jugoslavia « sui passi da prendere nel caso che un satellite sovietico attaccasse la Jugoslavia ». La risposta di Acheson è stata elusiva e non ha accontentato i giornalisti che chiesero ad Acheson di essere « un poco più specifico e dire che cosa gli Stati Uniti sarebbero pronti a fare o vorrebbero fare in caso che tale attacco si verificasse ». « Non ho nulla da dire di più » rispose séccamente Acheson. Le grandi Potenze potranno essere costrette a riesaminare hi questione di Trieste e degli impegni verso l'Italia e la Jugoslavia? La questione di Trieste non è risolvibile, come Tito lui cercato di insinuare, negoziandola con l'adesione alla revisione del trattato. Questa è una questione che riguarda l'alleanza atlantica che ha interesse quanto l'Italia che le forze armate italiane possano contribuire in misura maggiore alla difesa comune. Belgrado non ha titoli per sollevare obiezioni come non ne ha la Russia agli occhi degli Occi- lalissTqfAplaSdtBtossrrnnC"lAarcsosfdoncpqtavvctrvmAifpslllllllllllllllllllll IIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII dentali, per impedire sìa la conclusione del trattato di pace col Giappone sii quella del- la revisione del trattato italiano. La Russia e il veto Su questo punt<\ Acheson è stato esplicito. Gli si chiese se prevedeva cambiamenti al Trattato di pace italiano ed in qual modo potevano essere effettuati. « Certo — ha risposto Acheson — io ho lungamente pensato a questa questione e la sto proprio ora studiando. Senza dubbio questo sarà uno dei problemi che potrò discutere coi miei colleghi di Gran Bretagna e di Francia. Non ritengo però di poter discutere ora le varie possibilità che ci si presentano. Molte di esse vi sono già note, ma non deside ro indicare oggi le linee generali sulle quali si indirizza il nostro pensiero, poiché questa non è una questione sulla qua¬ le noi desideriamo agire da soli. Desideriamo farlo dopo consultazioni ed accordi cogli altri firmatari del Trattato ». Gli si chiese allora se prevedeva che « il veto sovietico potrà essere un ostacolo alla revisione ». Acheson rispose: « No, non lo credo ». « Volete dire — .si incalzò — che i sovietici non possono vietare ima revisione ? ». « Bene — rispose Acheson — voi mi chiedete se ritengo che il veto sovietico può essere un ostacolo alla revisione ed io vi rispondo che non penso che sarà un osta colo ». Le consultazioni con gli altri firmatari del trattato si estendono senza dubbio anche alla Jugoslavia che, come vi è stato segnalato, ha fatto sapere al Dipartimento di Stato di opporsi alla revisione se prima l'Italia non accetterà di risolvere la questione di Trieste; ma è diffìcile che negando va* Udita al veto sovietico gli Stati Uniti od altri alleati vogliano attribuirne una particolare a quello jugoslavo nel caso che l'Italia rifiuti, come è certo che rifiuterebbe, l'abbinamento delle due questioni. Tuttavia finché questo punto non sarà definitivamente chiarito, può essere che in alcuni ambienti alleati si nutra la speranza di risolvere in una volta sola la revisione del trattato, la questione di Trieste e l'adesione jugoslava alla difesa occidentale. Le disposizioni dell'America verso l'Italia sono, però, nel complesso favorevoli. Ne una chiara prova l'accenno fatto da Acheson al dono ita liano — le statue che saranno inaugurate da Truman e De Gasperi — che il popolo americano ha colto e apprezzato come gesto di amicizia. Gino Tomajuoli