Il nuovo piano regolatore inefficace nei confronti di costruzioni abusive

Il nuovo piano regolatore inefficace nei confronti di costruzioni abusive A CAUSA DEL RITARDO NELLA SISTEMAZIONE URBANISTICA Il nuovo piano regolatore inefficace nei confronti di costruzioni abusive Le parti del progetto che non sono state approvate - Vìa Nizza portata a 36 metri di larghezza Ampliamenti previsti per via delle Rosine, Calandra e S. Ottavio - Il compito del Comune E' In corso di pubblicazione 11 decreto, 6 agosto 1951, del Ministro dei Lavori Pubblici, che approva il Piano di ricostruzione per la nostra Città. Esso interviene, purtroppo, a tre anni e mezzo di distanza, dal momento in cui sarebbe stato desiderabile fosse attuato, in quanto proprio da esso avrebbero dovuto prendere norma le ricostruzioni, mentre, invece, molte costruzioni, almeno nei centri più nevralgici cittadini, vennero abusivamente anticipate, cosi da invertire l'ordine logico Norme paralizzale E cosi, per codesto anacronismo di provvedimenti e di stati di fatto, le nuove norme vengono ora, sotto molti aspetti, paralizzate dalle irregolari condizioni edilizie sopravvenute. \ Non, quindi, adeguamento delle nuove costruzioni al Piano di ricostruzione, ma incatenamento delle nuove norme ai fattori irregolari acquisiti. Per quanto riguarda gli allineamenti dei fabbricati, la inversione della posizione si può dire netta, poiché essi, ormai, trovano la loro precisazione negli stati acquisiti. Ma, per le altezze degli edifici, la situazione involge una questione gravissima, che potrebbe essere superata solo con un enorme sacrificio patrimoniale generale. Infatti 11 decreto ministeriale, mentre indica la liceità delle altezze degli edifici correlativamente alle disposizioni del Regolamento edilizio vigente al momento dell'attuazione del piano di ricostruzione e dichiara non essere luogo a provvedere nei riguardi delle opposizioni « poiché l'altezza degli edifici (in corso di costruzione in arretramento sugli angoli della via Arsenale col prolungamento della via Lascaris, della via S. Teresa con la via XX Settembre e di quest'ultima con il corso Matteotti) costituisce elemento da esaminare in sede di Regolamento edilizio alle cui disposizioni, appunto, rinviano le norme edilizie del Piano in questione >, la realtà di fatto determina una insormontabilità della questione dell'adeguamento, trattandosi di costruzioni non in fieri, ma già ultimate. Per uscire da questo vicolo cieco, come già altra volta avevamo avuto occasione di avvertire, l'Amministrazione comunale, per attribuire uno stato di legittimità alle larghe illegittimità attuali, non avrà altra via che quella, di proporre e di ottenere, un provvedimento legislativo di sanatoria. Questa soluzione non è certo molto appagante, dal punto di vista della ortodossia amministrativa, in quanto con essa si vengono a sanare, a posteriori, dei comportamenti irregolari. Si dovrebbe, quanto meno, attenuare le iniquità della sanatoria, condizionando questa e determinati obblighi, fra i quali vi dovrebbe essere compreso il versamento di un quid al Comune, da parte dei privati interessati, onde evitare che si profilasse, per essi, un vero e proprio indebl to arricchimento. Il Comune di Torino fu incluso negli elenchi di quelli che debbono adottare un piano di ricostruzione, limitatamente a cinque zone. Tuttavia le se puerili sistemazioni sono sta te stralciate dall'approvazione del Piano, per essere rinviate a nuovo studio, e precisamente :t Attese sistemazioni 1) La nuova arteria fra corso Vercelli e Piazza Ema nuele Filiberto, la sistemazione della piazza e adiacenze, in quanto, la creazione di tale arteria sul prolungamento di corso Vercelli va considerata nel quadro generale del sistema delle vie di penetrazione nell'abitato da nord. 2) La sistemazione della zona compresa tra Piazza Borgo Dora e via Cigna, in considerazione dei motivi sopra espressi, a proposito del prolungamento del corso Vercelli. 3) La zona compresa tra Porta Palazzo e Piazza Castello, < in quanto non si ritiene che per conseguire il risanamento, di cui il quartiere ha bisogno, e per ottenere altresì la valorizzazione di alcuni monumenti, specie quelli antichi, e la creazione di collegamenti più diretti e scorrevoli con la Piazza Emanuele Filiberto, possa prescindersi dai fattori ambientali che 11 Piano trascura, prevedendo allargamenti stradali e spazi, delineati troppo rigidamente con nuove costruzioni completamente estranee all'ambiente In cui dovrebbero innestarsi >. 4) La zona tra corso S. Maurizio e via Gaudenzio Ferrari, non ritenendosi che il vincolo c a giardino >, per la sua forma, possa permettere una buona visuale della Mole Antonelliana. Il decreto ministeriale considera, inoltre, che all'allargamento della via Calandra, della via delle Rosine e di Via S. Ottavio mancano i presupposti urbanistici che ne legittimano la creazione. Purtuttavia, «a causa delle distruzioni operate dalla guerra ed al fine di facilitare la penetrazione nel traffico del quartiere, migliorando al tempo stesso le condizioni igieniche ed edilizie di alcuni scomparti molto danneggiati », sono state limitatamente accolte le previsioni del Piano, disponedosi: l'allargamento a m. 18 del primo tratto della via Calandra; la sistemazione dell'imbocco di via delle Rosine, con esclusione degli smussi semicircolari d'innanzi alla chiesetta di S. Michele; l'allargamento di via delle Rosine a m. 15 solo in corrispondenza degli ultimi due isolati verso via Po, conformazione di portico sulla destra della parte finale, salvo per il tratto, fra via Maria Vittoria e vie Principe Amedeo, la cui larghezza non dovrà superare i m. 15; allargamento di via S. Ottavio a m. 18. Considerato che la via Nizza costituisce, attualmente, una importante arteria di penetrazione dell'abitato da sud, e che dovrà svolgere anche una funzione di smaltimento del traffico locale, di rilevante volume per la presenza, nella zona, di importanti complessi industriali, ne è stato approvato l'allargamento a m. 36 per tutto lo sviluppo del corso. Responsabilità del Cornane Importante e significativa la decisione ministeriale, per quanto riguarda il quartiere Mirafiori: detta zona è stata stralciata dall'approvazione del Piano, « per rinviarla a nuovo studio, in quanto la sistemazione urbanistica particolare presenta una rete stradale troppo rigida, i relativi innesti risultano mal conformati, gli spazi pubblici e la volumetria fabbricativa, non sono caratterizzati in modo soddisfacente, manca, infine l'esatta destinazione e delimitazione delle aree riservate ad edifici di pubblico interesse >. Il decreto ministeriale, approvando il Piano parziale di ricostruzione della Città in cinque zone, con le limitazioni, gli stralci e le modifiche di' cui sopra, ha, nel contem- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiii<iiitiiiii«iiii po, approvate e rese esecutive le norme edilizie allegate al Piano. E se si considerano, in genere, le disposizioni legislative, già in vigore, per l'attuazione, dei plani di ricostruzione, nei centri danneggiati da eventi bellici, è chiaro che i poteri, così, conferiti all'Amministrazione comunale, possono apparire addirittura preoccupanti, per la loro ampiezza, dato che l'approvazione del Piano equivale a dichiarazio cne di pubblica utilità, e le ope-jre, in esso previste, sono di chiarate urgenti ed indifferibili agli effetti della legge 25 giugno 1865, con facoltà ai Comuni di espropriare le aree destinate a nuove costruzioni, in determinate zone. Un complesso di facoltà la fliiimMinninniiiiiinimiininmnimiiiiHmin cui utilità, ripetiamo, si sarebbe manifestata molto più cospicua se non si fosse attardata la nuova regolamentazione, ma che, comunque, metterà la amministrazione comunale In condizioni di assumersi delle rilevanti responsabilità. Vogliamo augurarci che la nuova Amministrazione sappia affrontare, con la dovuta coscienza e preparazione, queste responsabilità, elaborando preventivamente tutto un ar- monlco sistema di attuazione, tenendo conto, anche degli elementi equitativi che dovrebbero consigliare di non usare una mano troppo forte in odio agli interessati, che sono già stati duramente colpiti dagli eventi bellici. Roberto Graverò niiiimiiiitnniiiMiiiHiimiM

Persone citate: Calandra, Principe Amedeo

Luoghi citati: Comune Di Torino, Nizza