Perchè il costo della vita non accenna a diminuire
Perchè il costo della vita non accenna a diminuire Perchè il costo della vita non accenna a diminuire Milano, 25 agosto. L'indice dei prezzi delle materie prime, aventi mercato internazionale, ha mostrato apprezzabili ribassi negli ultimi mesi. Pari a 263 (su base del '38) in media, nel '50, toccò un pùnto nel febbraio scorso a 334. In giugno era 316; in luglio 307; la terza settimana di agosto lo vede a 303. Quindi a un livello ci un buon 10 per cento inferiore al massimo raggiunto. Anche l'indice dei prezzi all'ingrosso — In ispecie secondo i calcoli della Camera cU. Commercio milanese — accenna a un certo ribasso: in cifra tonda un 5 per cento, sui massimi raggiunti.. • L'indice più restio a movimenti in discesa è quello che si intitola al « costo della vita ». Secondo i calcoli dell'Istituto centrale di statistica esso, pari a 50 in gennaio e a 53 in maggio ('38 uguale a 1) si è accresciuto in giugno dell'I per cento circa, in rapporto al mese precedente; in luglio è rimasto invariato; e altrettanto si potrà dire fra qualche settimana, per l'agosto: almeno a giudicare dai primi parziali elementi quantitativi. Non vi è rilevazione statistica che, più di questa, sia seguita con interesse. Nè a torto, poiché essa ooncec*e una prima misura delle variazioni nel potere di acquisto del consumatore e governa — a distanza di qualche mese — il livello delle rimunerazioni salariali calcolate dalla scala mobile. Perchè mai, dunque, ci si chiede, il « costo della vita » non segue l'andamento degli altri indici su ricordati? E si riaffacciano le critiche al no stro sistema distributivo che occuparono colonne di piombo fino al giugno del '50, e provocarono perfino convegni economici d'attacco o di difesa. Le ragioni tuttavia di que sto difforme andamento nelle quotazioni sono abbastanza evidenti. a) In generale i prezzi al minuto dan prova di notevole « vischiosità » sia per quanto riguarda i movimenti al ribas so che per ciò che concerne i rialzi. Tra il giugno e il di cembre del '50 l'indice dei prezzi delle materie prime, al mercato internazionale, aumenta di un buon 30 per cento; l'indice dei prezzi all'ingrosso del 15-18 per cento; l'indice del costo della vita, infine, del 5 per cento o poco meno (da 48 a 50). Essendo attenuata l'onda ciclica, non si può pretendere che la discesa avvenga a un passo diverso della salita. b) Il movimento dei vari indici, sia detto pure in generale, è sfasato: precede il primo; segue a distanza dì tempo il secondo; con un intervallo ancora maggiore il terzo. Ciò è conseguenza, fra l'altro, del lasso di tempo impiegato dai cpmmercianti in grosso e al minuto per vendere e rifornire i loro magazzini. Vi sono quotazioni al minuto, che ancora oggi risentono di mutazioni nei prezzi avvenuti durante lo scorso anno (pellami, calzature); solo fra qualche mese si risentiranno delle diminuzioni presenti nei prezzi internazionali. Come qualche segno dimostra (tessili). c) Scendendo al particolare: l'indice del costo della vita risente, per la sua composizione statistica, in alto grado del costo dell'alimentazione. Orbene l'anormale piovosità annuale ha attenuato i ribassi stagionali, nel comparto degli ortofrutticoli; e, per contro — inducendo gli agricoltori ad un più ampio allevamento del bestiame, per il quale non manca il foraggio — ha elevato anormelmente il prezzo delle carni. Vendite di carni d'importazione frenano questo rialzo ma non giungono ad annullarlo. d) Infine alcuni prezzi di mezzi o servizi biocoati, vanno adeguando con ritardo le loro quotazioni al livello medio (tariffe postali, tabacchi, giornali, ecc.). Incrementano cosi ''ird<ce delle «spese varie» che ha pure un certo peso nel calcelo del «costo della vita». Ciò detto va pure aggiunto che i costi di distribuzione in Ital'a seno anormalmente alti e rifridi. Vi sono troppi commercianti indubbiamente, e purtroppo, nello stesso temoo, vi è concorrenza attenuata per mille vincoli. Ma in Italia non vi è esuberanza di manodopera nelle fabbriche, esuberanza di braccianti agricoli, di impiegati pubblici e parastatali, di pensionati? E non sono tutte queste manifestazioni parziali di un unico fenomeno che si Intitola all'eoceseo ideila nostra popolazione, in rapporto alle risorse disponibili? Sarebbe ingiusto farne carico ai soli commercianti, xa f
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