Vigilare contro le manovre che compromettono i diritti su Trieste

Vigilare contro le manovre che compromettono i diritti su Trieste Vigilare contro le manovre che compromettono i diritti su Trieste Assurde campagne di slampa e tracotante linguaggio di neofascisti e comunisti - Fermi richiami a Londra e Washington - Nuova precisazione di Palazzo Chigi: "Nessun fatto nuovo è sopravvenuto,, a e a a o i a , , i a n » Roma, 17 agosto. Alcune sere fa, precisamente quando è stata riproposta alla attenzione pubblica la questione di Trieste e del Territorio Libero nel suo complesso, un dirigente responsabile del M.S.I, senti il bisogno di dichiarare ad un'agenzia: « Se un altro D'Annunzio si presentasse oggi sulla scena na-| zionale, saremmo in molti a seguirlo ». Dichiarazioni di questo genere — non ci sarà bisogno di sottolinearlo — sono le meno adatte a ricondurre nei suoi termini precisi una delicata situazione diplomatica qual'e quella del T.L-T., e non depongono a favore della serietà di chi le pronuncia. Un effetto negativo Diremo anzi, per farci eco di un'impressione generale, che sono proprio queste forme di tracotanza l'effetto che eperavano ottenere gli autori di quella manovra provocatoria denunciata Ieri sera dal portavoce di Palazzo Chigi. Quale migliore argomento potrebbero trovare i commentatori politici del Times, dello Yorkshire Post, del New York Herald Tribune, all'lnfuori • di queste spacconate, di queste isteriche declamazioni, di queste assurde nostalgie per una impossibile soluzione di forza? Per ciascun italiano non può essere che ridicolo il progetto di un colpo di mano da compiersi su Trieste o contro la zona B: ma non si tiene conto di quale effetto propagandistico possa riuscirne lo sfruttamento sia In seno all'opinione pubblica americana e inglese, sia nella stessa Jugoslavia. Non manca ' nulla, Infatti, perchè sia possibile accusare questa povera Italia disarmata di nuove mire di aggressio ne: non la jattanza provocatoria, non la tenace ostinazione nell'usare sempre. .1 medesimo linguaggio. Ed infatti, a commento delle dichiarazioni fatte ieri dal portavoce di Palazzo Chigi, ecco il consueto portavoce del M.S.I. che ribadisce: «Siamo convinti che le dichiarazioni del Ministero degli Esteri siano state ispirate dalla diabolica mente del collaboratore tecnico dell'on. De Gasperi, on. Sforza, che, malgrado i suoi acciacchi, continua la sua rovinosa attività. Come ci si può sorprendere della manovra inglese se la reazione del nostro Governo dimostra di ignorarne l'estrema gravità e si concreta in una grottesca volontà paternalistica di-sculacciare un giornalista birbone? ». Identici argomenti, ed il linguaggio che si adopera è assai simile, sono trattati dalla stampa di sinistra: « Neppure sul problema di Trieste — scrive difatti ;1 Paese Sera — il Governo di De Gasperi e del suoi amici atlantici oltranzisti riesce a muoversi autonomamente, a fare una politica sua ed esclusivamente sua, a porsi come fattore determinante, o almeno concomitante della storia europea ». Siamo al gergo littorio, in quanto aveva di più grottesco' tra un < Mussolini motore del secolo » e un De Gasperi « fattore determinante della storia europea » non si vede grande differenza. Si può ammettere solo che i redattori del Paese Sera non sono proprio intransigenti, dato che in via subordinata si accontenterebbero anche di un &e Gasperi che sia semplicemente < fattore concomitante della storia». Impostazione più seria Su temi come questi, d'altra parte, sarebbe inopportuno attardarsi a rilevar* soltanto le sciocchezze che al scrivono. Una più seria impostazione del problema umbra esser quella del Giornale d'Italia, che pure non Indulge ad alcun compromesso. < L'Ita¬ llrssgtctcNsgl a lia — scrive In un corsivo dall'accento vibrato — non j>uò rinunciare più a nulla. Lo sappiano a Londra e a Washington. Più a nulla. Pongano sulla bilancia noi e Tito. E ' scelgano. Ma sia b<m chiaro che debbono assumersi tutte le responsabilità e calcolare tutte le conseguenze. Noi speriamo che il buon senso finisca col trionfare; bisogna tuttavia vigilare perchè le diaboliche insidie non finiscano per creare stati d'animo estremamente pericolosi. Nessuno dovrebbe avere interesse ad esasperare situazioni che creerebbero nuovi attriti e nuove carenze^ tutti abbiamo interesse a rinsaldare le nostre forze comuni per fronteggiare un eventuale comune aggressore ». Non manca la fermezza, come si vede, ma è una fermezza che non esce dai confini della dignità e del senso comune; non c'è Insomma la solita confusione che in certi ambienti si fa sempre tra !a consapevolezza del buon diritto e la millanteria. D'altra parte, si osserva in molti ambienti, la questione che è insorta in questi giorni a proposito di Trieste,. è essenzialmente giornalistica, come è stata esattamente definita dal nostro Governo. Una concezione singolare Ancora oggi è stato ripetuto da Palazzo Chigi che nel circoli ufficiali inglesi si fa osservare che nessun fatto nuovo è sopravvenuto circa il problema di Trieste all'infuorl di alcune campagne di stani pa che, per quanto condotte da organi seri ed autorevoli, non rappresentano 11 punto di vista del governi. In queste condì zionl, si conclude, mostrano di avere una ben singolare concezione di quella che sia la fsc•IIIIIIIIIIIIHIIIIIIIIIlllllllllllllHIIIIIIIIIIIIIIIIIII funzione di un governo responsabile coloro che vorrebbero che ad ogni stormire di fronde giornalistiche — in paesi che godono di libertà di stampa, si intenda bene — tutta una diplomazia venisse mobilitata per esigere chiarimenti, assicurazioni e controassicurazioni da parte delle Cancellerie straniere. Non saranno 1 redattori del Times o del New York Herald a risolvere 11 problema di Trieste; simile funzione arbitrale non è loro riconosciuta da alcuna autorità costituita, e se fascisti e comunisti continuano a pensare che ogni rigo di carta stampata nei paesi democratici rispecchi fedelmente li pensiero dei governi rispettivi, o peggio ancora ne traduca gli ordini, essi mostrano con ciò di compiere 11 consueto errore di prospettiva che è alla base delle loro concezioni di regime. Il dovere pertanto sembra questo: ridotto l'episodio alle reali sue proporzioni e dimensioni giornalistiche, ribattere con ogni pacatezza che nessuna soluzione del genere di quella prospettata dal Times (e cioè una soluzione arbitrale che rimetterebbe in questione non soltanto II diritto originario, ma anche i diritti successivamente acquisiti) può essere accettata. dall'Italia. La pacatezza, dicevamo", non sarà fuor di luogo, per le ragioni che In principio enunciavamo, cioè per non cadere nella manovra che può avere qualche fine provocatorio. E per il resto, attendere: con vigilante cura, naturalmente, ma anche senza risolversi senza ragione a fasciarsi la testa prima non solo che sia rotta, ma prima ancora che sia stato alzato il minaccioso bastone dell'avversario. v. g. IUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIllllllllllllllllllllllllllllllllllllll

Persone citate: D'annunzio, De Gasperi, Gasperi, Mussolini