Ventidue salme estratte dalla tragica bara di acciaio di Gigi Ghirotti

Ventidue salme estratte dalla tragica bara di acciaio i a s « i .i u v r a pei l a « © » i n e s ì a Ventidue salme estratte dalla tragica bara di acciaio Terribile interrogativo: ci sono altri morti? - Il lavoro del palombaro ostacolato dal maltempo La corriera oggi sarà tratta alla superficie - Il dolore di un padre che ha perduto l'ultima figlia (Dal nostro inviato speciale) Malles, 16 agosto. Stamane il palombaro ha estratto dalla corriera sommersa altre quattro salme, die si aggiungono alle 18 già recuperate tra ieri e l'altro ieri. Ecco i itomi: Gabriella Held di Adolfo, di 2k anni, residente a Milano; Marianna Kir, di 8 anni, da S. Valentino Venosta; Carlo Francesco Priinster dì Francesco, di 5 anni, e il fratellastro di questi, Retth Puchner, di S anni. Sono 22, così, i cadaveri restituiti /inora dalle acque. Quanti ne rimangono nel lago, fuori della corriera? Forse nessuno, forse quattro o cinque. Domanda angosciosa La domanda più angosciosa è anche la più d'incile. C'è stato sulle prime in questo disastro un pauroso disorientamento nell' organiszazione dei soccorsi: per SS ore centinaia di persone — autorità, militi, volonterosi e curiosi — si son aggirati sulla riva del lago senza sapere cosa fare. Per 23 ore si è atteso l'arrivo dei palombari: quando è giunta la famosa « jeep », di palombari ce n'era uno solo e uno solo — Bruno Soncina — lavora da due giorni c M le mani indurite da una temperatura subacquea che tocca talvolta i 10 gradi sotto zero. Nel frattempo molte possibilità che esistevano in origine sono andate disperse. Oggi si è guastato il tempo e l'oscurità è diventata ancora più fitta. Si teme inoltre che le correnti del lago abbiano smosso i corpi, allontanandoli dal luogo della scia¬ gura, a e In mattinata, una lugubre cortina di nebbia era stesa sulle acque, sicché lo specchio di Resia pareva una palude fumosa e fredda. Jl palombaro ha potuto lavorare soltanto un'ora al mattino e due nel pomeriggio, portando a termine l'operazione di sgombero dei cadaveri dalla corriera ed imbragando la pesante macchina con funi di acciaio, in modo che domani essa potrà finalmente essere portata alla superficie. Il palombaro ha dovuto passare più volte sotto le ruote per farvi scorrere i cavi; questa ricognizione ha giovato a scartare l'ipotesi dello scoppio di un pneumatico anteriore. Le ruote sono in ordine e poggiano sul fondo inclinato del lago: la corriera, nel suo volo, ha fatto perno, su se stessa e ha rivolto il muso verso Resia, cioè nella direzione da cui proveniva. Domani la testimonianza del palombaro sarà assunta a verbale dall'autorità giudiziaria che svolge l'inchiesta. Difficilmente però il mistero sarà chiarito nelle prossime ore: tra l'altro, il palombaro ha lavorato senza l'ausilio dille lampade subacquee, privo di una assistenza tecnica veloce, privo soprattutto di un collega che si alternasse a lui nell'opera pietosa e faticosa. Ciò ha rallentato di molto il ritmo delle operazioni di recupero, che soltanto domani saranno concluse. Dopo circa 90 ore dal fatto. A chi imputare tanta lentezza? Non certo alle persone, ma piuttosto al sistema, tenendo conto che l'ordinamento regionale in atto nel Trentino-Alto Adige crea confusione nelle pubbliche funzioni e responsabilità. E' mancato un dispositivo serio e pronto per accertare subito gli elementi di fatto e ridurre gli effetti — almeno quelli psicologici — di una simile sciagm (, Da tre giorni il padre di Gabriella Held aspettava di vedere apparire dalla bara d'acciaio la sua creatura: è un signore alto e forte, anziano, cogli occhiali a pince-nez, un buon papà della media borgliesia, che al tramonto della sua vita vede stroncate una dopo l'altra tutte le sue speranze: un figlio, un altro figlio, la moglie, ora la figliola, l'ultima della sua famiglia. «Sa che cosa faccio? Ora vado a casa e dò fuoco a tutto, poi andrò a morire non so dove ». Cosi egli mormorava ieri sera. Stamane il corpo della sua Gabriella è stato tratto a riva: Adolfo Held, che non aveva mai avuto una lacrima nel suo triste volto, s'è inginocchiato ed ha pianto. Ma non ha osato baciare quel volto tumefatto, quelle carni già gonfie e illividite. Una salma sconosciuta Con il recupero delle 22 salme — una sola ancora è sconosciuta — non sono finite le ansietà. Quanti erano effettivamente i viaggiatori? Il controllo dei biglietti venduti si farà domani, ma si sa che il guidatore non li staccò per la fretta per ciascuno dei viaggiatori. Ilda Fletscher — la sopravvissuta — ricorda di aver visto alcuni bambini sulle ginocchia dei parenti. I posti cndmferano 26, ma proprio tutti oc- cupati? Ilde su questo punto non sa essere precisa. Intanto, le correnti disperdono i corpi di chi,, eventualmente, fu buttato dal colpo fuori della corriera. Vagano ogni tanto sulle acque di Resia strani isolotti di terra ed arbusti, staccatisi dal fondo ancora giovane del lago. Alcune salme possono essere state ricoperte da tali isolotti; altre potrebbero trovarsi impigliate tra gli alberi sommersi, o nelle anfrattuosita naturali, persino tra le vecchie pietre del paese che fu divelto dalle mine per la costruzione del bacino idroelettrico. Quassù si respira già un'aria di leggenda atroce e superstiziosa: nella vecchia Curon, sradicata dalla sua terra antica, è entrata a pazza corsa una corriera e laggiù si è celebrato ieri un lugubre ferragosto di morti. Un fantoccio di cemento vigila dalle alte rocce che strapiombano sulla strada: è una figura enigmatica di pastore, col lungo bastone tra le mani. In basso, proprio sotto lo sguardo di questo ironico gnomo, due paracarri sono divelti: è qui che il torpedone di Resia ha svoltato per correre alla morte. Gigi Ghirotti -*.->

Persone citate: Adolfo Held, Bruno Soncina, Carlo Francesco Priinster, Gabriella Held, Ilda Fletscher, Marianna Kir

Luoghi citati: Milano, Resia