II volto di Addis Abeba di Italo Zingarelli

II volto di Addis Abeba VITA E COSTUMI DEGLI ETIOPICI II volto di Addis Abeba * - 1 . 1 .. .1— - — 11 1 i. .„--. .■ Un'eterna primavera - Ordine, polizia e coprifuoco -1 grandi alberghi ove si balla - Un mercato pittoresco'- Davanti alle botteghe i sarti cuciono a macchina col soprabito addosso e l'elmo tropicale - Il commercio del Giappone (Dal nostro inviato speciale) Addis Abeba, agosto. « Veramente lei è capitato male; — mi dicono — questa non e la stagione per visitare Addis Abeba: adesso piove ». Lo vedo anch'io che piove, ma sono anni che dovunque arrivo qualcuno mi spiega che ho sbagliato nella scelta del momento, oppure ho scelto un momento eccezionale, o che tanto caldo o tanto freddo non c'era proprio mai stato. Pazienza. Certo siamo in pieno inverno. Non la temneratura disturba, oscillando il mercurio fra i dieci gradi notturni e i 21 e più diurni, bensì la pioggia, che in agosto deve cadere 27 giorni su 31 superando i quantitativi di tutti gli altri mesi, fra i quali deliziosi sono i nostri invernali. In pratica qui c'è eterna primavera (11 caldo maggio dai 26 gradi fa sorridere) e chi coltiva fiori ne produce di bellissimi: questo, ad esempio, è il tempo delle calle. Addis Abeba è un misto di Africa, Asia ed Europa. Certe spiccate affinità con l'Asia sarebbero più forti se vi fossero moschee. Ricorda Ankara, Aleppo, Damasco, Kirkuk, Rangoon e Bangkok, e ho citato Ankara per prima perchè a poco a poco le costruzioni europee — stanno per sorgerne di dimensioni considerevoli nel centro — vanno quasi nascondendo dietro un sipario quelle di tipo locale. Gli italiani diedero una spinta vigorosa, gli etiopici continuano, assistiti da architetti e imprenditori di vari paesi. Gl'inglesi hanno già terminato scuole moderne come a casa loro ce ne son poche. Gli italiani assumono parecchie imprese, però non si creda — a proposito — che in Etiopia gl'italiani siano indispensabili e che senza di essi tutto andrebbe a catafascio: sono indubbiamente utili, ma il Governo ha adottato il sistema di sostituire in qualsiasi momento tecnici e professionisti di un determinato paese con tecnici e professionisti di un altro, e la concorrenza fra gli stranieri rende il sistema semplicissimo. La capitale è in parte da fare, perchè la crisi degli alloggi si fa sentire, in parte da rifare, perchè molte case debbono sparire e certe esigenze igieniche sono da soddisfare, nè è ammissibile che i semafori agli incroci regolino il traffico in maniera perfetta mentre i pedoni stentano a camminare su marciapiedi Irti di sassi mal connessi e ricchi di buche. Non ne soffre chi possiede un'automobile — la motorizzazione progredisce rapida —, ma le signore che protestano per la pavimentazione delle strade romane avrebbero motivo di ricredersi. Non c'è caos o disordine, a Addis Abeba, anzi la vita è fin troppo regolata: in ogni campo le formalità sono molteplici e unici pubblici e polizia gareggiano nell'imporne il rispetto. Gli effettivi del la polizia, riorganizzata da svedesi e inglesi, sono saliti nel '51 a 18.400 uomini e 846 ufficiali dei quali sei soltanto stranieri,* e di questi 1.420 fra ufficiali ed agenti provvedono ai servizi nella canitale, con l'ausilio di un parco automobilistico destinato ad aumentare. La polizia gira armata solo di notte e ferma chiunque incontra, vigendo sino allalba il coprifuoco. Notti or sono, ha fermato diplomatici americani e francesi e due colonnelli etiopici che lasciavano il Ras Hotel dopo d'aver pranzato e ballato ed ha co stretto inesorabile la brigata ad aspettare il sorgere del sole al posto più vicino. Miscela di nazionalità Il Ras e l'Imperiai — ribat tezzato in Hotel d'Itégué — sono i due grandi alberghi frequentati dagli stranieri e dalla buona società etiopica: al Ras si balla il venerdì, all'Imperiai il sabato. Un tempo famosi per i cuscinetti a sfere, gli acciai speciali e la mec carnea di precisione, gli svedesi ad Addis Abeba hanno voluto cimentarsi nel ramo alberghiero, ricavando l'albergo più moderno della capitale dall'antica sede dell'Intendenza italiana, ingrandita con edifici accessori ed elevata, ricoprendo la terrazza, che è appunto diventata il salone da pranzo e da ballo. Se i mobili svedesi sono rimasti, cuoco e direttori sono partiti, e ora l'albergo è affidato a svizzeri. Il maitre d'hotel è un giovanottone austriaco, cosi p pianista, solenne nel suonare arie che nei bar viennesi si sentivano venti e più anni fa; i membri della banda sono etiopici, il pubblico una miscela di nazionalità. Notate tedeschi, norvegesi, svedesi, siriani, francesi, americani, egiziani, indiani inglesi, olandesi, italiani, belgi, arabi, armeni, greci, polacchi e naturalmente anche etiopici. Si porta l'abito da sera con cravatta nera ed i francesi che vengono a rifarsi della canicola imperante a Gibuti sfoggiano, unici, le giacche bianche. Le pretese di mondanità dell'Imperiai sono minori; in compenso, data anche la sua posizione centrale, questo albergo — rinunziando ad ospitare gli Illustri stranieri che forse un giorno lasceranno il Ras senza aver concluso un affare, o impartito al Governo un consiglio riconosciuto uti le — è un osservatorio e punto di ritrovo. Molti ne ricorderanno la costruzione a pa diglioni con verande, caratte ristica qui ed in diversi paesi asiatici, con abbondante uso del legno. Il direttore è greco, un cuoco è greco e l'altro italiano, il personale tutto etiopico, la carta dei vini 'ricca di marche che dal Sud Africa vanno alla Francia passando per la Grecia, la Germania e l'Italia, l'orchestrina formata con armeni, etiopici ed altre nazionalità Se non fosse per le distan ze e per lo stato in cui la piog già riduce marciapiedi e stra de in attesa dell' incatramata rd, a Addis Abeba il forestiero avrebbe da girare da ma ne a sera. Un mondo nuovo è per lui il mercato — attivìs siino al sabato — e non è proprio vicino. Quel formico lare di uomini e bestie fra bassi edifici, sopra una vasta pianura circondata da montagne che toccano i tremila metri, è uno spettacolo unico. Come dovunque, 1 mercanti si dividono in settori, a seconda della merce che vendono, ma le pecore si contrattane sulla strada d'accesso. All'aperto seggono accoccolate dorme e ragazzi che offrono spezie, dall'incenso al diabolico peperoncino rosso, sotto i pollici davanti alle botteghe sarti di dieci razze seggono alle macchine da cucire magari col soprabito addosso e l'elmo tropicale sulla testa, quindi s'allineano venditori di latte e lattine vuote, saponi e affini, zucchero in canna, cereali, farina, macchine, In un negozio di biancheria ho notato fazzoletti in cotone coi ritratti dei membri della famiglia imperiale e la bandiera etiopica, con scritte in amarico e la breve dicitura in inglese: Made in occupied Japan. Occupato o no, il Giap pene ha ritrovato la via dei mercati africani, a conferma che gli asiatici di commercio s'Intendono. E qui il commercio è nelle mani d'indiani e di arabi, fra i quali avidi e ope rosi sono gli yemeniti, che vengono per qualche anno per mettere assieme dei risparmi in certo senso l'Etiopia è la little America dello Yemen. Si stabiliscono in bottegucce il cui inventario a occhio' croce non supera il valore di una ventina di sterline, ma presto si sente che di sterline il padróne ne ha da parte da cinque a diecimila. L'nsara clandestina Se le guadagna vendendo tutto a tutti, e ora bestem mia per il coprifuoco che ren de deserte le strade, perchè prima, se si bussava ai suoi battenti alle 2 o alle 4 di notte, si alzava per vendere un pacchetto di sigaretta o lacci per le scarpe. La sua principale fonte di reddito sono però le vendite a credito, che gli permettono di estorcere ai poveri etiopici interessi fantastici. L'usura è clandestina ma fiorisce, e gli arabi sono ottimi finanzieri. Arabi e indiani hanno accumulato fortune che consentono a più di uno di disporre a vista di 50 mila sterline, o giù di lì. La moneta locale è sana; al momento della svalutazione della sterlina il dollaro etiopico rimase agganciato all'america no e il tasso odierno è di dol lari etiopici 2,50 per un dolla ro U.S.A. e 7 per una stelina ma nei conteggi chi non sia pratico si smarrisce, perchè come al tempo dell'occupazio ne britannica si continua a parlare di sterline e scellini che viceversa non esistono più. II vitto è buon/) — dipende da chi lo prepara —, il vino carissimo, data la sete della dogana: cresce il consumo della birra. In materia d'igiene gli 1 esperti » esortano a non mangiare insalata cruda e a sbucciare la banana secon do regole che diresti fissate da un professore di anatomia, però le regole gli esperti sono i primi a trascurarle, simili ai medici che pretendono dal prossimo di vivere come essi non vivono. Italo Zingarelli

Persone citate: Aleppo, Damasco, Irti