"Carriera d'un libertino,,

"Carriera d'un libertino,, LA NUOVA OPERA DI STRAWINSKI (Nostro servizio speciale) New York, agosto. Nell'annunciarvi la partenza di Strawinski per Venezia, brevemente accennai alla sua opera nuovissima, che egli stesso presenterà alla Fenice. Cominciano ora a circolare le prime copie del libretto, ed è opportuno, per l'interesse che esso desta in America e in Europa, narrarvene, come primizia, il curioso intreccio, redatto dall'inglese W. H. Auden e dall'americano Chester Kaemann. Il testo è bilingue: inglese e tedesco. Anna, la figlia del possidente campagnuolo Trulove è innamorata del giovane Tom. Nella prima scena, in giardino, li sentiamo romanlicamente tubare. Preoccupato della poca serietà di quel futuro genero, Trulove gli propone d'impiegarsi in una banca londinese. Ma che? Fare il ragioniere, il cassiere? Neanche per sogno. Egli spera nella Fortuna, e il mondo è largo. Certo desidera esser ricco. Ed ecco sopraggiungere un certo Nick, il quale annuncia che uno zio, mai sentito nominare, lo ha designato erede d'un immenso patrimonio. Occorre andare subito a Londra per sbrigare le pratiche. Nick servirà Tom, qualunque cosa gli abbisogni, e avrà un compenso adeguato al suo zelo. Grande gioia dei fidanzati e di Trulove. Partenza. Auguri, addii tenerissimi, promesse di fedeltà. Giunti in città, Nick conduce Tom in una... < casa chiusa », dove madama Goose lascia che le sue pensionanti e una turba di studenti se la spassino, e cantino e bevano. La Goose, un'intellettuale, raffinatamente interroga Tom: Che è la Natura? Che è la Bellezza? E quagli risnonde elegantemente, col plauso di "Carriera d'un libertino,, lei e di Nick. Ma non sa poi dire che sia l'Amore. Incitato, si sfoga con soavità e nostalgia, tanto da commuovere perfino le ospiti dell'allegra casa. Ma è un breve sospiro. La padrona rivendica a sè quel bel giovane, e Nick invoca gioie all'inattesa coppia. Anna, che ha invano atteso notizie di Tom, lo immagina bisognoso di tenerezza e di cure, e ansiosa e turbata ottiene dal padre licenza di raggiungerlo a Londra. Tom intanto s'annoia nel chiasso della città. « O Natura, o ' °rde madre innaturale! Di.,e m'hai condotto? Dove t'ho seguito? E' per questo che ho lasciato la campagna? O City! City! ». Desidera soltanto d'ess.er lieto. Subito Nick gli mostra il ritratto d'una turca, davanti alla cui straordinaria bellezza i più austeri e forti uomini ca dono vinti. Tom resiste. Hai torto, gli dice Nick. Hai troppi pregiudizi. Perchè l'umanità è miserabile? Perchè non è libera, obbedisce al dovere, alla tirannia delle convenzioni. Sposa la Turca, se ti piace, e non pensare ad altro. Ciascun uomo deve dectdere della propria sorte. Ma si, via gli scrupoli. Evviva la Turca. Anna è giunta. Davanti alla casa di Tom sosta perples¬ sa: « O cuore, sii più sai dà vigoria alla mano che tre ma. Che il mio passo non vacilli. Ascoltami, o cielo pietoso, e guidami sicuramente ». Mentre annotta e meno si distinguono le cose, uno strano corteo di servi, che portano irriconoscibili oggetti, entra nella casa. «Che può fssere? Una festa? Una processione? Un sogno? Tutta l'aria è porporina. Sono spettri? Fantocci viventi? Io tremo, tremo, senza cagione... ». Chiude il corteo una portanti¬ na, che Tom accompagna. Anna gli s'avvicina. Sorpreso, Tom le impone di tornare a casa, subito, di dimenticar tutto. « O potenza del destino, non posso dire che una 30la parola: va via. Io conosco Londra. La virtù qui è morta, non posso dirti quel che qui avviene, la notte...». Anna spera ch'egli la difenda. « Io ? Londra m'ha avvinto, son debole, va via! ». Poiché la loro conversazione dura troppo, dalla portantina s'affaccia un volto adornato alla foggia orientale. E' la Turca, Babà, la sposa di Tom, che, impaziente, vuole la si aiuti a discendere. Terzetto: Tom impreca alla sua sorte, Anna si lamenta, la Turca sollecita lo sposo. Allontanatasi Anna, fa Turca mellifluamente domanda: — Chi era quella ragazza? — Oh! una lattaia! Mi chiedeva danaro — risponde Tom. I servi riverenti fanno ala ai coniugi, che salgono ai loro appartamenti. Stanze piene di animali impagliati, di minerali, di' porcellane, di cristalli, i doni che Babà ricevette da tanti ammiratori di vari Paesi. Se ne vanta Babà, e Tom si infastidisce. Scena di gelosia. La Turca urla, rompe oggetti, piange neniosa. Esasperato, Tom le strappa la parruccaBabà, atterrita, interrompe la cadenza, tace, immobile. Tom si adagia sopra una poltrona e s'addormenta. Sogna d'aver inventato una macchina che trasforma le pietre In pagnotte. L'umanità non soffrirà più la fame. Ed ecco Nick, che gli porta, bel l'è pronto, un tale aggeggio. Prova: un giro di ruota, e una statuina diventa un panino. Entusiasmo, il mondo o un paradiso... Ma questo è ancora un sogno, avverte Nick, bi¬ sogna costruire tante macchine, come questa, per saziare tutti gli affamati. E le costruiremo, per Bacco. — Non vuoi annunciare la scoperta a tua moglie ? — Mia moglie? lo non ho moglie. L'ho sepolta qui. Ma in realtà la moglie è rimasta dove l'aveva lasciata, seduta, con la parrucca sulle ventitré. Ménage fallito, e più fallita ricchezza. Gli oggetti di casa vanno all'incanto. I curiosi e gli acquirenti s'affollano. Sellem, rastaio, invita, incita, assegna. E' la volta anche di Babà. La licitazione è vivacissima. Ma al « tre », Babà si sveglia e riattacca la nenia al punto in cui Tom l'aveva troncata. Stupore. Anna, ch'era venuta a cercare Tom, incontra nella moglie di lui una pietosa protettrice, una consolatrice: — Tom ti ama ancora! Ma la felicità nuovamente si allontana. Nick, maligno, sconvolge la mente di Tom. Questi s'illude d'essere Adone. Un manicomio l'accoglie. Anna lo visita, ed egli la saluta Venere: « O pietosa Dea, ascolta la confessione del mio peccato... Consenti che il mio capo riposi su! tuo cuore. Canta, affinchè io dorma ». E la canzone di Anna si diffonde lieve fin nelle celle dei matti, stupiti di quell'inattesa carezza. Quando tace, Tom cerca l'amante. E' sparita, Questo è l'intreccio dell'A Rake's Progress, testualmente tradotto: La carriera d'un libertino. Ma, come s'è visto, Tom non appare soprattutto un libertino, bensì come lo definiscono alcuni personaggi della commedia, un « perdigiorno, una bandieruola, non proprio un gentiluomo, e neppure del tutto un depravato ». t.

Persone citate: Anna Lo, Anna Spera, Auden, Bacco, Chester Kaemann

Luoghi citati: America, Europa, Londra, New York, Venezia