Promessa per settembre una festa settecentesca

Promessa per settembre una festa settecentesca A PALAZZO LABIA RESTAURATO Promessa per settembre una festa settecentesca (Dal nostro inviato speciale) Venezia, agosto. Il personaggio più notevole dell'estate veneziana è un uomo di mezza età., non alto, i capelli biondo-castani, le scarpette di tela, il camiciotto bianco < alla Faruk > (fuor dei calzoni, cioè), occhietti chiari e mobilissimi: don Carlos de Bestinguy. Con Carlo V egli potrebbe ripetere che sulle sue ricchezze non tramonta mai il sole. Ha infatti beni in ogni parte del mondo. Da Parigi don Calici — spagnolo internazionalizzato — dirige i suol interessi e vigila per nove mesi all'anno. Quando il sole comincia a scottare, prende l'aereo e vola a Venezia. Da venticinque estati don Carlos era ospite del Lido, ma mai era uscito dalla cerchia dei frequentatori dei grandi hòtels. Finalmente, stanco della vita d'albergo, pensò di prendersi una casa; e scelse nientemeno che Palazzo Labia, una tra le dimore più splendide del Settecento veneziano, nelle cui alte sale, affrescate dal Tiapolo, solo 1 topi giravano da padroni, e, al piano superiore, sfollati e partito comunista si contendevano le stanze. Nessuno, prima di due settimane fa, s'era accorti di don Carlos, a Venezia: eppure egli stava maturando I; più grossa sorpresa che la città potesse immaginare. < La Signoria Vostra è Invitata ni ricevimento che don Carlo de Bestinguy darà la sera del k settembre p. v. per festeggia re il ripristino di Palazzo La bla. E' prescritto il costume settecentesco >. Tremila car toncini come questo sono par titi nelle settimane scorse pei i quattro punti cardinali. In tutte le lingue. -Dalle capitali più lontane gli invitati hanno incominciato a rispondere, c Verrà l'Aga Khan?>, hanno chiesto 1 cronisti a don Carlos, « Forse >. < Ed 1 duchi di Windsor? >. « Può darsi >. c Forse Randolph Churchill? >. c Forse >. Una notte di fasto, dunque, si prepara in Canal Grande. I gondolieri di Venezia saranno mobilitati a portare 'gli ospiti alle sale del ripristinato Fa- lazzo Labia. Le < bissone > pa rate a festa, i gondolini illuminati; luminarie sul rio su cui s'affaccia il lunghissimo e ornato prospetto del palazzo in Campo San Geremia, festa anche per il popolo; vino e fo cacce, musica e — chissà — forse anche pioggia di monete dalle finestre. Dalle casse dei teatri veneziani sono state ripescate parrucche, bautte, tri corni e cappelli napoleonici. 1 camerieri di palazzo si provano lunghe calze bianche, brache di pelo scuro e farsetti di broccato e broccatello. Per i gondolieri c de casata > don Carlos ha disegnato personalmente 1 costumi e già « Toni j e < Bepi > si aggirano per i calli in un giubbetto azzurro fasce blu e cappellone nero di paglia. Vietato abbassare l'ala: il signore De Bestinguy potrebbe licenziarli di colpo. Il personale di Palazzo La bia si sente un po' buffo in questi strani panni. Ma ogn cosa è fedelmente riportata al tempo in cui l'ultimo del Labia lasciò 11 palazzo. Famiglia tra le più ricche della nobiltà spagnola trapiantata a Vene zia, 1 Labia avevano una tra lizione che corrisponde luella che don Carlos — pure spagnolo — vuol rimettere In onore dopo tre secoli. Le vec -hie cronache veneziane parlano di conviti grandiosi; al termine del pranzo le posate d'oro venivano lanciate sul ca ->alp. < Le abia o non le abia sempre Labia >, commentava l'ospite superbamente Ed mormorio stupefatto dei com mensali copriva 11 trambusto segreto del servi Intenti 'rarre sù con le reti le stovi ille dalla buia laguna. Venezia, che non stupisce mai di nessuna stravaganza dei suoi ospiti, si chiede se 11 signor De Bestinguy vorrà essere fedele alle tradizioni (o alla leggenda) fino a questo punto. Per ora si sa solo che sarà Interdetto 11 passaggio a qualsiasi modernità: vietate, persino le penne stilografiche, I pochi giornalisti, ammessi alla cerimonia purché In dòmino scuro, dovranno stilare 1 loro appunti con In penna d'oca. g- gh.

Luoghi citati: Parigi, Venezia