Generali comunisti accusati di spionaggio e di tradimento

Generali comunisti accusati di spionaggio e di tradimento Ondata di processi nei paesi satelliti Generali comunisti accusati di spionaggio e di tradimento (Dal nostro corrispondente) , Stoccolma, 11 agosto. Una nuova ondata di processi e di epurazioni sta sconvolgendo i Paesi satelliti dell'Unione Sovietica dove, secondo notizie da fonte ufficiale comunista, non sono più ì « reazionari » e i « borghesi » ad essere giudicati dai tribunali del popolo, che a questa bisogna nanno già adempiuto nei primi anni del dopoguerra, ma uomini di indiscussa (almeno fino a poche settimane or sono) fede comunista, uomini che avevano fedelmente (almeno in apparenza) servito fino a poco tempo fa in posti di alta responsabi'lità. i Governi delle democrazie popolari. Si sta quindi ripetendo il fenomeno già verificatosi nei Paesi baltici dove sono stati epurati o fucilati in massa tutti i ministri governativi che formarono i primi Governi dopo l'occupazione sovieti- rdella Lituania, dell'Estonia della Lettonia; e i loro successori — chiamati comunisti della seconda ondata — sono stati poi a uno a uno rimpiazzati da baltici nati in Russia o, come é avvenuto nella maggior parte dei casi, da cittadini sovietici. L'ultima ondata di processi sembra essere rivojta particolarmente contro le alte sfere militari. Un processo è già in corso a Varsavia contro il generale Stanislao Tatar e altri otto ufficiali di Stato Maggiore, tutti accusati di tradimento e spionaggio a favore dell'Occidente; a questo si aggiunge ora il processo a Bucarest contro il generale di aviazione Romanescu e altri sette ufficiali anche essi accusati di avere complottato con l'Ambasciata inglese in Ro martla per organizzare un col po dì Stato che avrebbe dovu lo rovesciare il Governo comu nista. E proprio staserà arriva la notizia dell'arresto a Praga di quattro generali dei quali non si conosce ancora il nome. Ma l'accusa è sempre la stessa: spionaggio e tradì mento. Possibile, ci si domanda negli ambienti diplomatici, che nei Paesi vassalli della Russia, nonostante la presenza di armate di occupazione sovietiche e di funzionari russi in quasi tutti i posti chiave, ci siano ancora generali con la mentalità da repubblica, sud americana che sperano con un « pronunciamiento » di restituire la libertà ai loro Paesi? In realtà non sembra ammissibile che i generali possano peccare di tanta ingenuità e si ha ragione di credere che questi colpi di Stato siano avvenuti solo nella fantasia della po izia di Stato e che l'elimirazione di questi «traditori», che sino a poche settimane or sono godevano la fiducia dei lstaumvlmfcnPpndcsfdransNtnmpldcellfirUdgopsnmnlslhdtotdzettplndtosrnillllllllHlllllllllllllllllllllllllllllinilHIIIIIHIIIII loro Governi, abbia solo lo scopo di intensificare la sovietizzazione di Paesi satelliti attraverso la nomina di alti ufficiali russi ai posti di comando. Ciò del resto è già avvenuto su larga scala in Polonia, dove il vicere sovietico maresciallo Rokcssowskl ha fatto arrivare oltre 5000 ufficiali i quali, grazie ad una generosa legge approvata dal Parlamento di Varsavia al principio di quest'anno, hanno potuto acquistare la cittadinanza polacca senza rinunciare a quella di origine. (Questa legge era stata votata per favorire i profughi comunisti dai Paesi occidentali, ma finora ha servito principalmente ai russi — ufficiali e funzionari — del seguito di Rokossowski). E altri processi sono in vista. Nelle carceri di Varsavia attendono il loro turno ì colonnelli Radoslaw e Rzepecki, l'ex ministro comunista degli approvvigionamenti Lewkowiez, l'ex-sottosegretario comunista delle forze armate Spychaski, che sino al novembre del '49 era capo' del « politruk » polacchi ed era responsabile dell'educazione politica degli ufficiali, nonché 26 alti funzionari del Ministero degli Esteri. E. Altavilla

Persone citate: Altavilla, Stanislao Tatar