Le polemiche nella d.c.

Le polemiche nella d.c. Le polemiche nella d.c. L'on. Cingolani presenterà le dimissioni e si avranno nuove elezioni nel gruppo senatoriale - Incertezza sulle decisioni di De Nicola - Einaudi ha rinviato le vacanze a e e a l a e a a u l e o d e Roma, 4 agosto. Dopo tanto silenzio, De Nicola ha dato il via alle comunicazioni telegrafiche. Ha iniziato una vera corrispondenza spedendo messaggi a De Gasperi, a Mole, al senatori napoletani, a quanti insomma in questi ultimi giorni misteriosi gli avevano indirizzato espressioni di omaggio o di solidarietà. Dall'uno all'altro dei messaggi di risposta, l'intonazione cambia, e sulle differenze delle formule usate ora si sta facendo un paziente lavoro di sottile interpretazione per vedere se sia possibile Indovinare le intenzioni che ha il presidente del Senato per il prossimo futuro. A De Gasperi ha inviato un telegramma breve, poco caloroso: < Mi viene trasmesso ora a Napoli tuo telegramma di cui ti sono assai grato. Ricambio cordialità saluti >. In quello inviato ai suoi colleglli napoletani il presidente è più espan sivo: « Sono riconoscentissimo a tutti i colleghi senatori dì Napoli del saluto cordiale che, con animo fraterno e con viva commozione, affettuosamente ricambio >. Non si conosce integralmente 11 testo del messaggio spedito a Mole; in ogni modo la parafrasi che ufficialmente ce ne è stata distribuita lascia comprendere che l'enfasi vi abbia la sua parte. Ci è stato infatti dichiarato che De Nicola nel telegramma esprime < il desiderio vivissimo di non turbare in nessun modo il corso dell' attuale discussione e di evitare ad ogni costo agli autorevoli colleghi il disturbo di un viaggio a Napoli >. Quando avrà termine la discussione sulle comunicazioni del Governo, De Nicola verrà a Roma « per rinnovare all'on. Mole ed ai suoi colleghi l'espressione della sua infinita profonda devozione verso l'altissima assemblea ». Un dubbio che rimane Enfasi a parte, dalla diversa gradazione di calore manifestata nei tre messaggi si può indurre qualche cosa. Con l'esser molto sbrigativo nei confronti di De Gasperi, De Nicola fa intendere che in tutta la vertenza tanto il Governo quanto il Presidente del Consiglio non hanno nulla a che vedere e soprattutto nulla da dire. Ai suoi colleghi senatori, i soli ad essere legìttimamente interessati nella vicenda, De Nicola riserba invece la commozione e l'affettuoso animo fraterno, ed al Senato nel suo complesso una profonda, anzi infinita devozione. E' quindi lecito pensare che in De Nicola sia rimasta qualche riserva sull'atteggiamento da tenere; forse egli vuole conservarsi una completa li berta d'azione, pronto cioè a dimettersi non appena abbia termine il dibattito, e pronto a ritirare le dimissioni ron appena il Senato le avrà re spinte, come di certo le re spingerà. Probabilmente De Nicola giudica il voto del Senato in questo senso la sola riparazione .ionea ed adeguata dopo la gazzarra dello scorso martedì: esige, insomma, quasi una rielezione alla unanimità. Se non vuole che questo, tuttavia, sarà senz'altro accontentato, perchè una crisi presidenziale non è nell'interesse dell'opposizione (che ne avrebbe tutta la responsabili¬ tàrmzclemtnrtaidCpmbscdclilludbddzmgittBscmpidpcCs a a l , e o e a a o n e a o a o, csi ee i¬ tà) e neppure della maggio- dranza, impegnata in questo momento a fronteggiare situazioni piuttosto gravi. E' in crisi tutto il gruppo senatoriale democristiano, dopo le dimissioni di cinque componenti del comitato direttivo. Nonostante i cinque si siano oggi ridotti a quattro (il sen. Fantoni si è lasciato convincere a ritirare le proprie) la crisi infatti si è allargata investendo direttamente la persona di Cingolani, presidente del gruppo Egli ha cercato di sdrammatizzare la situazione attribuendo ad < un eccesso di scrupolo » l'atteggiamento dei colleghi dimissionari, ma ha dovuto ugualmente preannunciare il rinnovamento generale delle cariche del gruppo per il giorno ormai prossimo della chiusura del dibattito politico. Previsioni di battaglia SI avrà allora battaglia, una battaglia non dissimile da quella che è già stata com battuta l'altro giorno per la designazione di un vice-presidente del Senato in sostitu zione del senatore Zoli, no minato Ministro. Candidato governativo, per dir così, era il sen. Tupini, che ha però avuto solo circa la metà del voti toccati al concorrente sen. Bertone, candidato dei frondisti, e quindi eletto. Ora si dice che Bertone verrebbe nuovamente proposto dai frondisti per la presidenza del gruppo, in opposizione ad altre candidature < degasperiane », come potrebbe essere quella di Jacini. Per quello che riguarda Cingolani, si assicura che costui presenterà irrevocabilmente le sue dimissioni. Neppure al gruppo democristiano della Camera, come già ieri si diceva, le acque sono tranquille. Le richieste di convocazione del gruppo presentate separatamente dai vespl sti e dai gronchiani sono state congiuntamente respinte dal comitato direttivo, per la buona ragione che, essendo aperta la discussione generale in aula, non appare necessario e tanto meno corretto — affiancarla con un dibattito nel chiuso della sede di gruppo. E' certo in ogni modo che la richiesta non ha rallegrato il Governo, e infatti nel confron ti dei frondisti si è deciso di usare qualche blandizia. Si sa, ad esempio, che De Gasperi ha invitato 1 Ministri competenti a prendere in esame quel famoso progetto compilato tempo addietro da De Martino e dai suoi amici per la soluzione di tutta una serie di problemi concreti: era un progetto, al dire del vespisti, toccasana, una specie di piano del lavoro della destra D.C. da contrapporre a quello di Di Vittorio. I Ministri sono stati autorizzati da De Gasperi ad esaminarlo con attenzione, e magari col concorso degli stessi suoi autori e proponenti. E' senza dubbio per i vespisti una notevole soddisfazione e non è escluso che i più accesi possan placarsi a questa prova di considerazione. Al medesimo fine il ministro Campili! ha dal canto suo inviato ai prefetti una circolare di disposizioni perchè provvedano a segnalare i problemi locali che nel campo dell'industria e del commercio attendono soluzione. L'iniziativa di Campilli può contribuire a rendere più efficiente "'tz'One di governo per la toniflcazione l'ptisdpdcsChclptdrcdvpnmnzooncnèfsrrtS dell'apparato produttivo e per l'assorbimento della mano d'opera: e in questo modo si potrebbe ovviare a talune delle istanze che propongono 1 frondisti di un' altra tendenza, e precisamente i gronchiani. Da un altro lato, in ogni modo, si appuntano altri strali contro De Gasperi: sulla rivista Collegamenti, organo dei Comitati civici, il prof. Gedda ha pubblicato un vivace articolo di critica rivolta a tutta la d.c. nel complesso, ma in particolare, com'è logico, contro De Gasperi, sia per 11 modo che ha tenuto nel risolvere la crisi, sia per i risultati che ha ottenuto. Secondo Gedda una soluzione non si è trovata e tutto fa pensare che i problemi rimasti aperti abbiano rapidamente ed inevitabilmente ad aggravarsi. Si era notato già da tempo che l'Azione Cattolica non perdeva occasioni 'por criticare la d.c: ora Gedda è venuto a condannare in blocca tutta la politica seguita dalle elezioni amministrative fino ad oggi. Neppure questo giova, come è facile capire, ad alleviare la fatica di De Gasperi in questo scorcio di attività politica che prelude alle ferie. E le fe rie, pertanto, sono destinate a ritardare sia per il Parlamen to, sia per il Governo, sia per il Capo dello Stato. SI era detto difatti che lunedì il Presidente Einaudi sarebbe partito per Aosta, o Courmayeur o Saint Vincent: purtroppo la notizia è prematura. Stando alla consuetudine che il Capo dello Stato non lascia la capitale in tempo di Camere aperte, ora Einaudi è costretto a subire i 37 gradi della temperatura romana, in attesa che almeno la crisi sia formalmente chiusa. v. g aiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiii

Luoghi citati: Aosta, Courmayeur, Gedda, Mole, Napoli, Roma