Un vivace scambio di accuse fra Pisciotta e il col. Paolantonio

Un vivace scambio di accuse fra Pisciotta e il col. Paolantonio DRAMMATICHE UDIENZE AL PROCESSO M VITERBO Un vivace scambio di accuse fra Pisciotta e il col. Paolantonio Il bandito sostiene che fu obbligato a uccidere Giuliano "perchè vivo non lo volevano,, - L'ufficiala afferma invece che l'imputato uccise "per un basso sentimento prima che Turiddu facesse altrettanto nei suoi confronti,, e i a e a i n a l o (Nostro semidio speciale) Viterbo, 2 agosto. Che oggi sarebbe stata giornata di battaglia, Paolanonlo lo sapeva. Fra gli altri, a porlo sull'avviso, era stato proprio Gaspare Pisciotta, eri, in una sosta dell'udienza: che non continuasse con quel suo atteggiamento « provocatorio ». Battute iniziali rapide. Da una comunicazione del carcere di Palermo risulta come Pisciotta venne visitato in cella dal cardinal Rufflni, il 13 gennaio scorso, e da un palo di avvocati, visita durante la quale — ha spiegato poi « Gasparino » — l'Arcivescovo di Palermo fu informato delle « rivelazioni » che sarebbero state fatte a Viterbo. Quindi il confronto. « Il colonnello — è intervenuto Terranova — ha dichiarato ieri che respinse sdegnosamente, perchè lo riteneva indecoroso per l'Arma, ogni tentativo di entrare in contatto con Giuliano. Va bene. Ma come spiega allora di aver avvertito Giuliano che abbandonassi d'urgenza la zona di Monreale per non essere costretto ad arrestarmi ? ». — Non spiego niente. Dico solo che è uno dei tanti falsi inventati da questi signori! - Perchè — domanda il Presidente — non ci dice Terranova cosa fece a Balletto la mattina del 1° maggio invece d'andare a Portella della Ginestra? Sfuriata di Pisciotta e i à e ti ocoo a a u di di a o ne g, noa, il a — Se fossi stato a Portella 10 direi, signor Presidente, stia tranquillo. Mi sono sempre assunto tutte le responsabilità. — E perchè non avete detto al col. Paolantonio che conoscevate i nomi dei mandanti? — E' semplice. Se avessi parlato o se avessi fatto intendere che sapevo, mi avrebbero ucciso. O almeno lo temevo. Non fu ucciso forse per questo motivo Ferreri, « Fra Diavolo », dal cap. Gianlombardo che prima di finirlo in caserma chiese istruzioni per telefono a Palermo? , Qualche battuta ancora e poi l'atmosfera si mutava completamente. Era entrato in scena Pisciotta. «Tutti eroi quelli che ven gono qui a deporre. Tutti eroi! — esso dice. — Ma chi se non 11 signor colonnello Paolanto nlo ha dato a Giuliano la pianta sulla quale erano indicate le zoiie dove operavano i carabinieri? Chi lo consigliò di spostarsi verso Castelvetrano perchè da quelle parti 1 carabinieri non lo avrebbero cercato? Chi conosce il nome dei mandanti e degli esecutori materiali? Oggi dice di non saperlo ma lo sapeva allora quando prendeva il danaro, però! Tutti eroi, oggi. E sono stati loro ad inventare il banditismo. Per danaro! Loro hanno impedito che il bandi tismo venisse stroncato tre anni prima. Io sono l'unico che ha saputo fare il proprio dovere. Io dal 1947 ero in contatto con l'Ispettorato; io dal 1947 avevo proposto di eliminare Giuliano. Non hanno voluto. Signor presidente, il colonnello Paolantonio dice di essere un carabiniere. Ma solo gerchè ha portato una divisa otto, altro non era che un serpente dell'Ispettorato di P. S. E cosi quando mi accordai con Luca pretesi una sola cosa: che non sapesse nulla della mia attività il col. Paolantonlo altrimenti, dopo 24 ore, Giuliano sarebbe stato avvertito di ogni mia mossa. Va bene? Luca mi diede ascolto e congedò Paolantonlo. Come vede, signor presidente, altro che Paolantonio: io, io sono stato ad eliminare il banditismo in Sicilia. Senza di me sa rebbero morti altri duemila carabinieri! Che volete fare di fronte a tanta furia? Cercare di frenarla. E perchè? Il col. Paolantonio, intanto, seduto al centro dell'aula divideva i suoi sguardi fra il suo, cosi violento accusatore e gli imputati che seguivano la eloquenza burrascosa del loro compagno, chi attentamente, chi addirittura sorridente, come Remo Corrao, quasi meravigliato del modo e della sostanza di quel che l'altro diceva. Ma non si creda che Pisciotta avesse finito. Anzi... E poi doveva rispondere e spiegare. Spiegare per esempio cosa intendesse dire: « Che la lotta contro il banditismo fu solo questione di danaro »« Semplice — ha chiarito l'altro — che qualcuno voleva mangiare a quattro mangiatoie: all'Ispettorato di P. S.al Governo, ai banditi e asequestrati ». — Ed è vero che fra voe Giuliano c'era un giuramento di sangue? aspfacstbtP—czEsmttedvtGvcuptapmlineo ao, a la n nAd li il coe. ln- II contrattacco — Certo lui ha tradito ed ha fatto la fine che si meri tava. — E come spiegate che voprima avete detto di aver ucciso Giuliano perchè egli aveva scritto il memoriale « ba lordissimo » e poi avete detto di aver avuto intenzione deliminare Giuliano dal 1947?— Sin dal periodo dell'Evis io avevo intenzione di facessare il banditismo in Sicilia. C'era però l'Ispettorato di P. S. e'non mi fidavoDovetti aspettare sino all'ar rivo del col. Luca. Quando maccorsi che i carabinieri facevano sul serio allora gli offrii la mia collaborazione. — E Giuliano sapeva devostri rapporti con la polizia— Giuliano non sapeva certo che io e Ferreri avevamavuto ordine di ucciderlo ssi fosse avvicinato al comunismo. La prima fase dello scon tro era terminata. Era la volta di Paolantonio a reagire Ed è stata una reazione calma, ma decisa* Si combatte i^ l a e a a . o ? i aula a parole con lo stesso spirito come, un palo di anni fa, si combatteva sui monti con i mitra: senza pietà. Pisciotta lo ha accusato di aver tradito praticamente i carabinieri ? Benissimo. « Pisciotta ha detto — ai è difeso Paolantonio contrattaccando — di aver ucciso Giuliano per compiere un'opera di giustizia, se non erro. Non è vero. Egli fu spinto da uno sporco sentimento. La banda era ormai ridotta praticamente a tre uomini: Giuliano, Passatempo e lui. Anzi Passatempo era isolato a Castellammare del Golfo, e non poteva muoversi da quella zona. Che potevano fare più Pisciotta e Giuliano? Il mio confidente venne sequestrato da lui e sicuro di essere ucciso tentò la ultima carta e cominciò a parlargli della situazione e presentargliela nel suo aspetto più realistico. Fu allora che Pisciotta si decise a scrivere a Luca chiedendogli un appuntamento. Gli rispondemmo e la lettera di risposta l'ho scritta io d'accordo con il generale. La questione venne discussa a lungo fra noi e alla fine Luca si decise ad andare da Pisciotta a Monreale. Non volle che lo seguisse nessuno. — Io disobbedii e per difenderlo da qualche pericolo lo seguii insieme al maresciallo Lo Bianco senza che lui lo sapesse. Dopo il terzo convegno avvenuto il 29 giugno, Luca mi disse che tutto era andato a posto e che si era d'accordo su ogni punto. Fu allora che non mi occupai più della vicenda. Questa è la verità. Poi si chieda a Pisciotta cosa ha fatto per la giustizia da'. 1947 in poi, da Suando cioè è diventato condente della polizia... - No confidente — lo ha Interrotto seccato Pisciotta che ogni volta si tocca questo tasto protesta quasi volesse sostenere di essere stato un elemento non della banda Giu¬ lzc—cqgIgs e e e a n i d o o , a a u ù a a a o e n ¬ liano, ma della polizia giudi- ziaria — no confidente, ma collaboratore... — Va bene, collaboratore — ha proseguito l'altro glaciale. — Cosa ha fatto comunque dal 1947 in poi per la giustizia? Nulla. Ed io he seIgulto tutta l'attività della banda. Ho arrestato tutti i suoi componenti. Ho arrestato tre volte la madre di Giuliano e per tre volte me l'hanno scarcerata: è facile immaginarsi quali sentimenti avesse verso di me Giuliano ed è facile capire come io mi comportassi contro' di lui. Gli ave vo fatto sapere che fra me e lui c'erano due mitra: chi sparava prima aveva la meglio. Volete poi sapere perchè ce l'ha tanto con me Pisciotta? Gli arrestai il padre che vigilava un sequestrato. E lo sapete per mezzo di chi riuscii ad arrestarlo? Di Ferreri, di « Fra Diavolo ». Adesso si capirà come quando Pisciotta dice che fra lui e Ferrari vi era un accordo mente sapendo di mentire. Ai ferri corti Siamo ormai ai ferri corti. Dopo la madre di Giuliano, il colonnello Paolantonio è la persona che con maggior tenacia ha attaccato Pisciotta e con altrettanta tenacia da lui è stato attaccato. E non è finita. Si va avanti ancora. Paolantonlo è un buon combattente e sa che in ogni battaglia è necessario sfruttare immediatamente il successo ed allora... — Perchè Pisciotta non dice quale motivo lo ha spinto ad uccidere Giuliano quando sapeva che lui era l'unico che potesse salvare tutti facendoe con cognizione di causa, inome dei mandanti? — Lo vuol sapere ? Lo vuole sapere ? -— è scattato su Pisciotta non più padrone dei suoi nervi, con gli occhi sbarrati, fuori di sè — ho ucciso Giuliano perchè me lo hanno fatto uccidere. Ho ucciso Giu liano perchè non volevano prenderlo vivo; perchè non vo- levano che parlasse. E badate che «ono pronto a direti»tta la verità. Si è giunti al momento più drammatico, ma è un attimo solo, che Pisciotta riacquista subito la calma e trova la forza per tornare all'attacco dd Paolantonio, per ricordargli che con lui se la vedrà più tardi a « Palermo, al processo per la morte di Giuliano», per spiegare che il principe Alliata, per crearsi un alibi, si faceva scrivere da Giuliano delle lettere minatorie, per chiedere al colonnello ancora qualcosa: — Lei ha un orologio d'oro con il bracciale d'oro. Non è per caso quello che le ha donato 11 principe Alliata uguale a quelli regalati a me e a Giuliano?... — No. Questo è mio e l'ho comperato ad Asmara e se si vuol controllare posso dare il nome e l'indirizzo dell'orologiaio. Ho un altro orologio — ha continuato Paolantonio — ma è un regalo del generale Luca per ricordo delia mia collaborazione nella campagna contro il banditismo. — Allora lei non sa, signor presidente — ha spiegato Pisciotta — che il principe Alliata andò in Svizzera a prendere per me e Giuliano i famosi cinturoni d'oro dei quali tanto si è parlato sulla stampa... Si è ormai alla fine, Si parla ancora del mitra di Pisciotta sul quale era stata incisa la parola «Fulmine»; si parla di un certo dottore di Monreale; si parla di fotografie fatte a Giuliano, secondo Pisciotta, per far dispetto ai carabinieri, di interviste orga. aizzate da Verdiani... ma sono gli ultimi colpi di una battaglia alla sua conclusione. §■ S-