Uccise a fucilate lo zio che ostacolava le sue nozze

Uccise a fucilate lo zio che ostacolava le sue nozze Uccise a fucilate lo zio che ostacolava le sue nozze (Nostro servizio particolare) Alba, 26 luglio. (t.) Il giudice dott. Giovanni Padovani ha chiuso l'istruttoria contro Carlo Carbone, di Giuseppe, di 24 anni, ordinandone il rinvio a giudizio per porto abusivo di fucile da caccia in ore notturne, violazione di domicilio e omicidio premeditato. La grave imputazione ha per oggetto il delitto che il giovane Carbone commise la sera del 31 gennaio scorso uccidendo con due fucilate al petto lo zio Giovanni, dopo aver meditato per un paio d ore sul gesto che intendeva compiere. Il delitto e la conseguenza u'una particolare situazione familiare e del morboso stato d'animo determinatosi nel nipote verso lo zio. Nella frazione Cissone di Cerreto Lanche, presso Bossolasco, viveva, con i genitori ultraottantenni, l'agricoltore Giovanni Carbone, di 53 anni. Era scapolo, dirigeva e amministrava, alla cascina Picco, l'azienda agricola paterna. Altri due fratelli, uno pure scapolo, e uno sposato con tre figli, si ritenevano defraudati dalla supremazia di Giovanni e ne ) ni odi r oeate ne or na e ael aenni aane e si a sorgevano liti frequenti. Questi era descritto come uomo duro. Al fronte schierato contro di lui si aggiunse il giovane Carlo. Era fidanzato con una ragazza del paese, Franca Della Ferrera; dovevano sposarsi il 3 febbraio. Lo zio non era contento del suo matrimonio; ripetutamente aveva manifestato la propria disapprovazione tentando di disto glierlo. Nell'animo di Carlo lo zio apparve a poco a poco come un nemico. Parlandone con la I fidanzata, la stessa sera del | delitto disse: «Lo ammazzo se non la smette ». Per la ragazza non era che una frase. Per lui era un proposito. Alle dieci egli staccò il fucile da caccia, andò a casa dello zio. Passò da una botola in cantina, si appostò sul ballatoio. Lo zio dormiva nella sua camera, a pochi passi da lui. La porta era chiusa. Carlo si sedette su un sacco di castagne, e pensava, pensava. 1 torti subiti, le prospettive future con quell'uomo ostile, impossibile. « Lo ammazzo, lo ammazzo. Ms mi scopror.o su- eibito. E allora?» Due ore con questi pensieri, immobile nella notte gelida, due ore con questo spasimo. E ad un tratto fu un movimento, 11 calcio del fucile urta contro la porta. Lo 7io si sveglie, appare sulla scglia. « Credevo che avesse il fucile e mi sparasse. Ho sparato prima di lui ». Ma Giovanni non aveva il fucile. I due colpi quasi simultanei lo raggiunse, ro el petto, gli squarciarono il cuore. Carlo fuggì a casa, si mise a lette. Ai colpi i due vecchi I | nn«°r1.^. "I"™-^™"?" no 11 cadavere. Accorsero al cuni vicini. Accorse anche Carlo, còl fucile. « Chiamiamo gente », disse. E sparò in aria due colpi. Chiaro lo scopo di questi due spari. Poi corre a Bossolasco ad avvertire i carabinieri. Questi per prima cosa lo trattengono in caserma. Egli nega; tuttavia per lui parlano le impronte dei suoi zcccoli sulla neve. Allora confessa. H processo si farà nella sessione' autunnale delle Assise di Cuneo. Lo difenderà l'avvocato Andreis.

Persone citate: Andreis, Carbone, Carlo Carbone, Franca Della Ferrera, Giovanni Carbone, Giovanni Padovani

Luoghi citati: Alba, Bossolasco, Cissone, Cuneo