Due fidanzati cadaveri in una stanza mentre il gas fluisce dalle tubature
Due fidanzati cadaveri in una stanza mentre il gas fluisce dalle tubature SCOPERTI DA UN INQUILINO CHE GUARDAVA DA UNA CASA DI FRONTE Due fidanzati cadaveri in una stanza mentre il gas fluisce dalle tubature Il giovane si trovava a letto perchè convalescente da un'operazione - La ragazza era andata da lui la sera prima per assisterlo - Misteriose tracce di sangue rinvenute sul corpo della donna - Disgrazia o suicidio? Verso mezzogiorno di ieri un in quilino abitante in via Guastalla n. 1, al primo piano, si affacciava alla finestra e guardava distrattamente in istrada. Poi, sempre distrattamente, alzava gli occhi e guardava lo stabile di faccia, la casa contrassegnata col numero 2. lllllllIIIIIIIlllllllllllllIlllllIIItllllllIlllllllllilliB Moccaflghe la sua faccia era enfiata e nera. Aveva grumi di sangue attorno al naso e alla bocca e chiazze rosse e violacee sulle gambe e sulle braccia. Il giovane era in pigiama, la ragazza era vestita completamente. Sul comodino una tazza di caffè. Nessun segno di disordine. Mentre si provvedeva, dopo le constatazioni di legge, a rimuovere i miseri cadaveri e a trasportarli ayli istituti di medicina legale per l'autopsia, il dott. Santoro, commissario della P. S. Vanchiglia, iniziava le indagini.. Il Moccaflghe e la Rizzolo erano entrambi di Canelli. Le loro case erano vicine ed essi avevano trascorso l'infanzia e l'adolescenza sempre insieme. Alcuni anni or sono si fidanzarono. Nel 1949 il Moccafighe scendeva a Torino per trovarvi un'occupazione conveniente e s'impiegava infatti presso una industria meccanica: le sorelle lo ospitavano nel loro alloggio. Do- po poco veniva a Torino anche la Rizzolo la quale trovava un posto come cameriera-istitutrice presso una distìnta famiglia domiciliata In corso Dante: le venivano affidati in custodia due bimbi ed essa li curava con amore e diligenza. Restava serena ed equilibrata sino all'altro ieri, non dimostrando affatto.di covare tristi pensieri: alle 21 chiedeva licenza sino al giorno dopo. Il permesso le veniva accordato e la Rizzolo usciva. Usciva e si recava dal fidanzato il quale era stato operato sabato scorso di tonsille e si trovava a casa solo, essendo le sorelle in va canza a Caluso. Si presume che la morte dei due sia avvenuta verso le otto o le nove della mattina. Ma iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiii come è avvenuta? Perchè il raccordo del gas era a terra? Era stato staccato o s'era sfilato? Insomma, si tratta di disgrazia -c ili suicidio? Sembra che la prima tesi goda i favori della polizia: i funzionari ritengono che il bocchettone era difettoso e si potevo staccare dal condotto: si può supporre che la ragazza, dopo avere scaldato il caffè, abbia, con un movimento brusco del braccio, strappato, senza accorgersene, il raccordo. Ma possibile allora che ad un certo moménto non sia stato avvertito l'odore di gas? E perchè la finestra era chiusa? Non è da scartare la tesi del suicidio: e gli stessi funzionari la vagliano con attenzione. Dalle delicate indagini esperite sembra che i rapporti fra i due fidanzati, da qualche tempo, fossero piuttosto tesi: il Moccaflghe si sarebbe dimostrato stanco della ragazza e intenzionato di rompere i rapporti. Di qui ne avrebbe potuto derivare una folle decisione della Rizzolo: quella di sopprimere il fidanzato e di darsi la morte: e per questo avrebbe strappato il bocchettone. Comunque, nulla è certo, si è ancora nel campo delle supposizioni. Le indagini proseguono alacri e 1 funzionari attendono, come elemento chiarificatore, l'esito dell'esame necroscopico IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII Rina Rlzzolo Lello Moccafighe Ad un tratto la sua attenzione veniva attirata da uno spettacolo che s'in t ravvede va al di là di una finestra con i vetri chiusi, al primo piano. La stanza era una camera da letto. Si scorgeva il letto e sopra il letto, bocconi, il corpo di una donna. LI per 11 non faceva gran caso alla scena. Pensava che, pur In strana posizione, la donna si foss-; addormentata. Passata una mezz'ora egli ritornava alla finestra. Il corpo era sempre là, ab bandonato. Ormai era mezzogiorno e venti. Il signore cominciava a impresstonarsi. Si trattava forse di un caso di malore? Scendeva e avvertiva la custode dello stabile n. 2. La custode saliva le scale e suonava a lungo alla porta dell'alloggio indicato dal signore, alloggio abitato dalle sorelle Moccaflghe, da qualche giorno in ferie a Caluso: tuttavia vi era rimasto il fratello minore delle Moccaflghe, Lello, di 23 anni. Ma nessuno rispondeva alle ripetute scampanellate. Mentre la custode e due o tre Inquilini sostavano, perplese preoccupati, sul pianerottolo, ecco, veniva avvertito un sottile ma ben distinguibile odore: odore di gas. Si aveva subito la sensazione della tragedia. La custode dava l'allarme e faceva accorrere sul posto vigili urbani ed agenti della P. S. Vanchiglia. L'uscio resisteva a qualsiasi tentativo di scasso o di violenza. Sei uomini della polizia, allora, dopo acrobazie varie, si spingevano sul ballatoio e di qui, forzata una finestra, penetravano nell'interno dell'appartamento e precisamente nella cucina. Subito venivano investiti da una gran zaffata acre di gas. Il gas defluiva abbondantemente dal condotto che sporge dal muro accanto al fornello: il raccordo che unisce il condotto al fornello era stato divelto ed era rotolato terra. La porta della cucina era aperta. Gli agenti passavano nel vestibolo. Da! vestibolo, attraverso un'altra porta aperta essi penetravano in una camera da letto. E qui, sulla soglia, prima di correre alla finestra e spalancarla d'impeto lasciando uscire le esalazioni mefitiche che la saturavano, restavano per un attimo immobili, inorriditi. Effettivamente lo spettacolo era sconvolgente. Il Lello Moccaflghe era seduto sul letto, con le lenzuola sino al petto, appoggiato con la schiena ai cuscini. Teneva le braccia abbandonate lungo i fianchi. Gli occhi erano spalancati, vitrei. L'atteggiamento era sereno. Abbandonata sul letto era una ragazza, identificata poi per la venticinquenne Rina ruzzolo, sua fidanzata. Anche la Rizzolo era morta, ma, contrariamente al iiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Persone citate: Lello Moccafighe, Moccafighe, Rizzolo, Santoro
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