De Gasperi ritiene in pochi giorni di poter formare il nuovo Governo

De Gasperi ritiene in pochi giorni di poter formare il nuovo Governo OGGI IL. PRESIDENTE PARA9 ^'INCARICO* UFFICIALE De Gasperi ritiene in pochi giorni di poter formare il nuovo Governo Probabile riconferma del ministro Pella - Diminuita ostilità nel gruppo dei senatori democristiani La difficile situazione dei repubblicani: Sforza chiederebbe di esser lasciato fuori dal Ministero Roma, 18 luglio. Secondo tutte le previsio¬ ni, domani verso mezzogiorno il Presidente della Repubblica inviterà De Gasperi a recarsi al Quirinale per affidargli l'incarico di costituire il nuovo Governo. Da domani a mezzogiorno comincerà così il lavoro più difficile, che tuttavia De Gasperi avrebbe la speranza di portare a compimento con relativa rapidità. Si dice infatti che egli stesso abbia confidato a qualche intimo di calcolare di poter essere nella sua casa di montagna a Sella in Valsugana non oltre il 10 agosto. In venti giorni quindi si esauriranno le trattative con i gruppi, il dibattito alle Camere sulle dichiarazioni del nuovo Governo, e quei lavori parlamentari di carattere urgente che non possono soffrire una ulteriore dilazione. Le previsioni di De Gasperi sono forse ottimisti che? Non pare. Tranne nel caso di ostinato quanto as surdo atteggiamento di in transigenza che dovessero prendere i frondisti, si può raggiungere un accordo per la concentrazione democristiana. E' in causa l'esistenza stessa del partito, e d'altronde De Gasjjeri potrebbe sempre far valere la minaccia di rinunciare all'incarico. Nè Gronchi nè Fanfani nè alcun altro dei maggiori dissidenti si troverebbe in condizione di costituire un Gab' ietto, e ciascuno di essi lo sa bene. De Gasperi, del resto, non ha atteso lo scadere delle consultazioni presidenziali per iniziare le proprie. Tra Roma e Castelgandolfo, dove si è recato questa sera, ha cominciato qualche approccio, ed i primi risultati non sarebbero ""del tutto negativi. I senatori democristiani che si sono riuniti oggi a Palazzo Madama si sono infatti limitati a chiedere una cosa del tutto ragionevole, e cioè che De Gasperi, superando ogni divisione, scelga i suoi collaboratori futuri tenendo essenzial mente conto delle competen ze. Hanno tenuto anzi a chiarire che tutte le critiche formulate a proposito della politica economica non si gnificano la condanna di essa, ma ne auspicavano so lo un « aggiustamento ». E' stata messa, dunque, molta acqua nel vino, tutto a vantaggio della rapidità di una soluzione. Al medesimo fine sembrano volte le dichiarazioni fatte da Cingolani alla sua uscita dal Quii-ina le, che il Governo, cioè, sia costituito con gli elementi che ci sono e non con quelli che potrebbero esservi. Questo significa — espresso in modo abbastanza secco che non si vuole perder tempo a fare offerte a sinistra ed a destra — ai socialdemo oratici ed ai liberali — e ad aspettarne le risposte. Più rapido e più pratico fare sol tanto assegnamento sui de mocratici cristiani, salva una possibile conferma dell'alleanza coi repubblicani. Questi sarebbero disposti a re stare al potere, ma a condì zioni non inferiori a ouelle — molto buone in verità — di cui godono o<re:i : ed è dif fic'le che le riottengano. Sembra che Sforza manderà una lettera a De Gasperi per esprimergli l'intenzione di non tornare al Governo, stante il bisogno che egli sente di un riposo prò lungato, e cosi il ministero degli Affari esteri sarebbe assunto ad interim dallo stesso De Gasperi. Quale compenso avrebbe il P.R.I. ? Non se ne vede uno adeguato, nè si crede che si possa conservare a La Malfa la sua posizione eminente di mini stro del Commercio estero ( di incaricato per le parteci pazioni statali nel settore industriale. Il problema del coordinamento economico ( quello su cui puntano i de mocristiani di tutte le ten denze, ed è poco probabile che essi rinuncino alla conquista di posizioni-chiave come quelle fino ad ora lasciate ai repubblicani. La partecipazione del P.R.I. — anche restando l'on. Pacciardi al Ministero della Difesa — sarebbe dunque assai ridotta, non solo in fatto di prestigio, ma pure di importanza sostanziale: e questa prospettiva poco lieta sarà presa in esame dalla Direzione del partito e dai gruppi parlamentari convocati per venerdì, sovrani di decidere, naturalmente, su un argomento che li riguarda tanto da vicino, In situazione analoga, del reladbSPzasnntnsnlilusntnsi —rdrlabgmlmmpnEigdltprTcpippDvRrsPvndnnns resto, òi trovano pure i collaborazionisti ad oltranza degli altri due partiti, il liberale e il socialdemocratico. Senatori e deputati del P.L.I., riuniti oggi a Palazzo Madama, hanno discusso a lungo la situazione, e non sono mancate manifestazioni di un acceso collaborazionismo. Probabilmente i fautori di un ritorno al potere non hanno tenuto conto a sufficienza delle dichiarazioni fatte da Cingolani, le quali, se più attentamente valutate, avrebbero reso pressoché superflua la discussione sulla convenienza di partecipare al Governo o di tenersi alla opposizione. La stessa cosa si può dire per i socialdemocratici di destra — Vacirca, Simonini e i loro amici — tutti impegnati da qualche giorno a sostenere 1 opportunità di una collaborazione, che invece sembra poco desiderata dal maggiore contraente. Si pensa infatti generalmente che il riroblema di realizzare la concentrazione democristiana — che oggi è il massimo problema della vita politica italiana — possa venir risolto soltanto a patto di disporre di tutta la somma del potere. Soltanto a questa condizione si troverebbe modo di soddisfare tutte le richieste e di fissare un programma praticamente attuabile. Solo con questa prospettiva tanto i gronchiani quanto i vespisti sarebbero disposti ad attenuare le loro opposizioni di principio. Ha dichiarato oggi l'on. De Martino, il leader della destra, che tutte le critiche mosse alla linea Pella non ne infirmavano i principii: solo chiedevano dei correttivi strettamente adeguati al progressivo evolversi di qualche situazione. « Perciò crede possibile il rientro di Pella nel Governo?», gli è stato domandato. « Non soltanto lo ritengo possibile, ma auspicabile. L'on. Pella potrà essere senz'altro un elemento base nella saldezza di un Governo efficiente ed operante ». Non sembra differente la posizione di Gronchi che, secondo informazioni dell'Agenzia Italia, si orienterebbe verso l'eventualità di una collaborazione con il nuovo Governo, ponendo solo alcuIne condizioni sul programma economico, condizioni che non dovrebbe essere troppo difficile accogliere, dato che il gruppo di Gronchi è in sostanza d'accordo con il mantenimento della « linea Pella». * Resta Fanfani da convincere: ma egli avrebbe il mi-insterò dei Lavori Pubblici, cioè sovraintenderebbe ad un settore di attività dove potrebbe dare prova di tutto il suo fervore produttivo,-e sembra che la prospettiva-di* potervisi dedicare lo soddisfaccia. Così Pella resterebbe al ministero del. Bilancio, con l'incarico di coordinare la politica economica del Governo. Non è da escludere che il ministero del Tesoro passi a Vanoni e -**e Vanoni venga sostituito dal -~lr>t!è Zoli;ma sono questi mutamenti di dettagliò che non irlrmano la sostanziale conferma di un programma generale che è destinato a continuare ad essere impostato sulla famosa « linea Pella ». caratteristica del Governo di ieri, caratteristica del Governo di domani. Vittorio Gorresio scuri, ha detto di sperare che attraverso la crisi vi sia una possibilità di distensione. «Non si può vivere sempre con la febbre a quaranta; e d'altra parte a quarantuno si spezza il termometro». Secondo De Caro alla soluzione della crisi occorre togliere limiti di ore e di giorni: «Vi sono situazioni tali che richiedono un lasso di tempo per poterle valutare e quindi decidere in conseguenza ». Il senatore Casati, invece, anch'egli liberale, ha espresso la fiducia in una crisi breve. Egli è stato l'uomo politico che ha aperto le consultazioni pomeridiane.. E' giunto a piedi sulla piazza del Quirinale, con un quarto d'ora di anticipo. Si è fermato ad osservare i bambini e le rondini; quindi è entrato nel palazzo, si è tolto il cappello, ha salutato le sentinelle, gli inservienti, i corazzieri; ha attraversato tranquillo il cortile d'onore, ha raggiunto Einaudi ed è rimasto con lui' mezz'ora. Quando è uscito ha rifatto la stessa strada: era solo in mezzo all'immenso cortile, i fotografi l'hanno rincorso mentre salutava con sobrietà la bandiera della legione dei carabinieri i cui allievi erano oggi di guardia al Quirinale. L'alta figura del senatore è poi scomparsa verso la Dataria, s'è confusa nella folla del rione Trevi. « Tutto è possibile » Il monarchico Covelli ha fatto una lunga dichiarazione af fermando che la crisi in atto consacra il disfacimento di una formula che si è voluta artifi ciosamente tenere troppo a lungo in piedi. « Un Governo monocolore — ha detto — è la rappresentazione più esatta del voto del 18 aprile e la Democrazia Cristiana deve assumer si interamente la responsabilità del Governo. Ma niente leggi eccezionali, che debbono essere abolite e, vivaddio, oc corre una politica estera e militare rigidamente nazionale ». Siccome le consultazioni han no osservato un ordine alfabetico seguendo la denominazione del partiti, così i repubblicani hanno seguito 1 monarchici « Macrelli, saputo dai giornali stl del giudizio di Covelli sul Governo monocolore, ha detto: « Tutto è possibile in questo mondo ». Pertlni e Nenni hanno chiù so la giornata: 11 primo ritiene che la crisi sarà lunga ed ha detto di aver ripetuto al Presidente le istanze contenute nell'ordine del giorno votato dai socialisti; il secondo, con giovanile passo e largo sorriso si è richiamato al patto del si lenzto; avendogli uno dei pre senti chiesto se riteneva possi bile un governo al di fuori di De Gasperi, Nenni, improvvisamente loquace, ha esclamato: « Lo ritengo possibile e spero che ci si arrivi. Me lo auguro, anzi! ». E con questa speranza è scomparso nell'automobile che ha poi tagliato veloce attraverso il cortile. Erano le nove di sera circa. d. m dsdhlssd di sopra di ogni divisione, al solo scopo del raggiungimento di una pace stabile e duratura, hanno portato il loro saluto l'aw. Ricci, presidente dell'Associazione dei combattenti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio on. Martino. Ha parlato quindi il senatore Brien Mac Mahon, presidente della commissione americana per l'energia atomica. Egli ha dichiarato di condividere pienamente il fermo desiderio dei combattenti della prima e seconda guerra mondiale di non voler essere i combattenti di un terzo conflitto, tllllllItllllllllllMIIMIIlMI Illlflllllllf IM

Luoghi citati: Pella, Roma