Sul Colle del Gigante il nuovo rifugio "Torino,,

Sul Colle del Gigante il nuovo rifugio "Torino,, Sul Colle del Gigante il nuovo rifugio "Torino,, Autorità e alpinisti alla posa della prima pietra (Dal nostro inviato speciale) Colle del Gigante, 14 luglio. La prima pietra del nuovo rifugio Torino, sul Colle del Gigante, è stata murata questa mattina poco prima di mezzogiorno. Pronunziata la formula di rito, il reverendo don Cirillo Perron, parroco di Courmayeur — che poco prima sul piazzaletto del vecchio rifugio, aveva celebrato la messa all'aperto — asperse di acqua benedetta la pietra e l'astuccio d'acciaio contenente la pergamena che ai lontanissimi nipoti ricorderà la fausta data. Così conclude il messaggio miniato sulla pergamena: « Dio protegga questa costruzione e quanti, italiani e stranieri, vi accorreranno. Possa questo edificio ospitale che sorge sul confine tra due nazioni vicine essere promessa di fratellanza e di pace >. Il che è la sìntesi stessa dell'alpinismo. E' stata una cerimonia d'una sobrietà tutta montanara, alla quale il tempo, con le sue dense e rigide folate di nebbia, col vento turbinoso, col nevischio che bucava gli occhi, ha conferito una cornice aderente alla realtà alpina. C'era il dott. Andreis, presidente della sezione di Torino del C.A.I.; il rag. Oneglio, pres. della F.I.S.I.; favv. Negri, vicepresidente della sede centrale del C.A.I.; ring. Locchi, progettista del nuovo rifugio; il consigliere della Valle Bareux, in rappresentanza delia società Guide di Courmayeur; il segretario comunale di Courmayeur in rappresentanza del sindaco. La Giunta della Valle era rappresentata dall'assessore al Turismo, Deffeyes, che è anche presidente del C.A.I. di Aosta. E c'erano molte guide di Courmayeur, alcune di Chamonix, parecchi discesisti azzurri qui in allenamento per le prossime Olimpiadi. Tutti alpinisti ferratissimi, che con evidente imbarazzo accettarono di arrampicarsi sul Colle del Gigante a bordo della comoda cabina della funivia. Ma si trovarono finalmente a loro agio nel salire dal piazzaletto del vecchio rifugio al luogo dove sorgerà il nuovo. Non si trattava che d'un dislivello di quota d'una cinquantina di metri, ma era sempre un'ascensione. Qui verrà dunque edificato, sulla cresta del Flambeaux, a oriente della punta Elbronner, a 3370 metri, il nuovo rifugio Torino, fiancheggiando la vecchia capanna Margherita e la villetta De Coll. L'edificio si comporrà di sottopiano, pianterreno, primo e secondo piano. Comprenderà il ristorante turistico (40 posti), il caffèbar (100 posti), il salone ristorante (80 posti), e assicurerà il pernottamento a cento persone, parte in cabine, parte in dormitori, compresi il personale e i carabinieri. Sarà uno dei meglio attrez zati rifugi d'Europa, dotato di riscaldamento elettrico, di acqua corrente calda e fredda; negozio, ufficio postale, deposito di sci. Più di trecento turisti potranno trovarvi ristoro, La costruzione viene eseguita a cura delle sezioni del C.A.I. di Torino e di Aosta, consociate, e il costo, preventivato in settanta milioni, viene finanziato dal Consiglio della Valle. Una quarantina di operai vi lavorano dieci ore al yiorno. Entro settembre si spera di giungere a costruire il tetto, il che permetterà di continuare i lavori fino a ottobre. Si riprenderà in primavera, e per l'estate ventura è stata promessa l'inaugurazione, salvo imprevisti. Imprevisti che i voti di tutti gli alpinisti, ansiosi di prender possesso del loro nuovo rifugio, certamente scongiureranno. g. f- Gli operai addetti i li di tie dl ifug Gli operai addetti ai lavori di costruzione del rifugio

Persone citate: Andreis, Cirillo Perron, Deffeyes, Locchi, Negri, Oneglio