Mossadeq vuol dire valoroso

Mossadeq vuol dire valoroso FIGURE DEL CONFLITTO DEL PETROLIO Mossadeq vuol dire valoroso I fabbricanti di tappeti intendono di erigergli un monumento - Carriera dura, senza compromessi Rivoluzione, esilio, carcere - Alle prese con Reza Kan - Se gli inglesi avessero capito il suo carattere... ditnsdumsatmpdltndBntz(Dal nostro inviato speciale) Teheran, 6 luglio. Il 38° parallelo (esso, latitudine di Tabriz, delimita abbastanza esattamente il tracciato della frontiera russopersiana), il 38" parallelo sembra voler smettere di fare da elemento perturbatore che provoca la tensione internazionale; si intravede la pace in Corea e il conflitto petrolifero dell'Iran si sviluppa lentamente in un'atmosfera di arbitrato. Tutto il trambusto che da 15 giorni tiene l> mondo in allarme non è riuscito a spaventare nemmeno le rane che guazzano nella nafta, e sebbene la situazione sembri ancora confusa la si vede già attraverso una strana aureola che ispirerà l'estro degli umoristi. Infatti il bilancio positivo della settimana si riassume in pochi punti di aspetto particolarmente comico che hanno fra loro relazione di causa ad effetto: 1) i fabbricanti di tappeti di Teheran si sono imposti una tassa per far erigere un monumento a Mohamed M03sadeq; 2) grazie a un opportuno arbitralo gli americani potranno proteggere militarmente la giovanissima indipendenza dell'Iran liberata dalla oppressione commerciale inglese; 3) sir Eric Drake, direttore in partibus della raffineria di Abadan, è accusato di furto essendo fuggito a Bassorah a bordo di un canotto sottratto irregolarmente all'attivo della società nazionalizzata; 4) al Majlis (parlamento) 15 deputati, preoccupatissimi, si domandano se figurano o meno sugli elenchi dei beneficiari della generosa AIOC recentemente sequestrati nella sua sede e hanno ottenuto che una commissione parlamentare possa dare un'occhiata «preventiva» sulle operazioni di spoglio dei documenti. E già si intravede che ouesta faccenda si concluderà con un mercanteggiamento elettorale mentre rischiava di scatenare un clamoroso scandalo che avrebbe messo in luce la sommissione dello Stato alla volontà e all'azione di un trust straniero. Il processo dell'A.I.O.C. non verrà duncue giudicato nel merito, e tutta questa lite dietro il paravento delle parolone di libertà e di indipendenza non riesce a levarsi al di sopra del tono volgare di una discussione a proposito di quat trini. Alla fine il signor Drake rimanderà a mezzo del suo marinaio o del suo cocchiere il canotto che ha portato via nella fretta di una partenza urgente e le uniformi cachi degli americani sostituiranno quelle bianche degli inglesi e il dottor Mossadeq si sarà meritato il monumento. Questa statua è una rivoluzione. Ai tempi beati del « vec- chio Scià » padre dell'attuale Re, il dottor Mossadeq sarebbe stato decapitato per essersi messo nella brutta posizione di essere oggetto di tanta idolatria. Era l'epoca nella quale lo Scià comandava a forza di frustate ai ministri e ai capi religiosi per stimolare la loro attività e comunicare il pensiero ministeriale. Ma è destino di Mohamed Mossadeq di aver sempre a che fare con uno più forte e più potente di lui, ed avrà avuto ragione della frusta prima di prendersela con l'A.I.O.C. Nato nel 1881, elevato a corte dalla madre principessa egli ha seguito le tracce del padre Mirza Hedayet, che ha tenuto per 30 anni la carica di ministro delle finanze. Chi da gallina nasce... A 15 anni, il giovane Mohamed è mandato in provincia come agente del fisco e fu lo Scià a dargli il nomignolo di Mossadeq che significa: « E' stato provato e giudicato valoroso ». Immediatamente Mohamed tentò una rivoluzioncina di palazzo che fu soffocata sul nascere e che pagò con l'esilio. Si recò a Parigi ove imparò il socialismo, contrasse una malattia di nervi e un'ulcera allo stomaco, ma ebbe alla fine anche il perdono dello Scià. Nel 1916, mentre era sottosegretario di Stato alle Finanze, intraprese una specie di crociata per l'eliminazione dei funzionari inutili e scampò ad un attentato. Nel 1919 se la prese per la prima volta con gli inglesi che avevano firmato con l'Iran una specie di trattato di protettorato e venne ancora esiliato, ma un anno dopo ritornò come governatore di provincia e diventò ministro delle Finanze nel 1922. La sua prima decisione fu di ridurre a metà lo stipendio di tutti i burocrati, deputati e ministri, a cominciare dal suo; ciò gli valse un secondo attentato e poi la sua elezione al Parlamento. Nel 1925 quando Reza Kan si proclamò Scià di propria iniziativa con la benedizione degli inglesi, Mohamed potè salire alla tribuna per combattere quel colpo di forza contrario alla legge. Per tre anni lottò contro i metodi dittatoriali del nuovo Scià e dette le dimissioni nel 1928 per ritirarsi dalla vita politica. Il rancore dello Scià lo perseguitò anche nel suo rifugio; la polizia segreta lo arrestò nel giardino sotto gli occhi della figlia diciassettenne che non potè resistere alla emozione nervosa e impazzì. Quando fu liberato, dopo 5 anni, Mohamed era incapace di camminare e non si ristabilì mai completamente, nè fisicamente nè moralmente, dalla dura prova. E' nel '44, mentre l'Iran subiva la duplice occupazione russa e inglese, che cominciò a interessarsi alle faccende del petrolio presentando un progetto di legge che proibiva al Governo d'accordare la minima concessione senza l'approvazione del Parlamento. La Russia aveva ottenuto dall'Iran una concessione che finora non è stata nazionalizzata forse perchè non fu mai sfruttata. A quell'epoca Mohamed passava per essere venduto agli inglesi; egli reclamò l'evacuazione della provincia dello Azerbeigian da parte dei russi e si oppose alla firma del trattato commerciale con loro. Avendo consacrato in tal modo l'Indipendenza dell'Iran verso il Nord si rivolse al Sud e per cacciare via i britannici fondò con altri otto deputati il fronte nazionale. All'indomani dell'assassinio del generale Razmara questo gruppetto di ultranazionalistl impose la sua volontà a tutta la Camera terrorizzata e fece votare all'unanimità la legge di nazionalizzazione del petrolio. E Mohamed, mettendo il suo debole corpo al servizio di una volontà inflessibile, accettò il posto di primo ministro per assicurare fino all'ultimo l'applicazione della legge. Questo è l'uomo' al quale si vuole erigere un monumento mentre è ancora in vita. La sua vita dimostra chiaramente che non si può sperare da lui nè un indietreggiamen' •> nè un compromesso su un pri cipio acquisito. E' perchè non l'hanno capito in tempo che gli inglesi debbono accettare un arbitrato umiliante che avrebbero potuto evitare discutendo due mesi or sono. La statua di Mohamed Mossadeq può anche essere buttata giù domani nel tumulto di una rivoluzione che cerchi la sua strada: gli inglesi non dimenticheranno mai che hanno imparato a proprie spese il significato di un nome già sconosciuto e oggi celebre: Mossadeq, « provato e giudicato valoroso ». Charles Favrel Copyright do «Le Monde» e, per l'Italia, de « La Stampa » Mohammed Mossadeq iiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiitiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Eric Drake, Mohamed M03sadeq, Mohammed Mossadeq, Reza Kan