Si può guarire della lebbra

Si può guarire della lebbra UNA MALATTÌA CHE SPARGE IL TERRORE Si può guarire della lebbra Ve ne sono oggi nel mondo 4 milioni di casi • Ma la sua "contagiosità,, è relativa • Vedremo sparire i lebbrosari? - E' un'ipotesi arrischiata Dopo vent'anni di soggiorno quasi ininterrotto di Betty Martin, autrice del bel libro Miracle at Carville, nel febbrosario di Carvilla si era veramente compiuto il miracolo della sua guarigione; durante quel vent'anni maturò il riscatto per milioni di sofferenti da un incubo millenario. La lebbra, per virtù della scienza, è divenuta una malattia cronica, non meno guaribile, msno pericolosa, meno spaventosa, meno contagiosa di tante altre. Quando essa entrò nel lebbrosario alla disperazione del suo animo corrispondeva nel campo medico un doloroso s?nso di impotenza. Di quella malattia dal punto di vista eziologico, cioè causale, si sapeva soltanto, che era dovuta ad un bacillo scoperto da Hansen; un piccolo bastoncino simile a quello della tubercolosi. Ma contrariamente a quanto succede par quest'ultimo, nemmeno un solo tentativo era riuscito fra centinaia fatti, per coltivarlo in mezzo artificiale; e ancor meno riuscirono i tentativi di inocularlo in altri animali per riprodurre in essi il male. Si sapeva, e come, eh 3 quel bacillo ce lo trasciniamo nel corso di innumerevoli secoli, senza arrivare a scuotercelo di dosso, salvo allorché, per bontà sua, si mette in silenzio; e che ancor oggi si contano circa quattro milioni di casi di lebbra In tutto il mondo. Della cura c'erano noti mezzi che risultarono illusori o temporanei o incostanti. H decantato olio di chaulmoogra, la cefarantina, fallivano all'atto pratico, e si scambiavano per guarigioni, le remissioni spontanee. Sapevamo infine, o credevamo, per essere più esatti, in un quadro della malattia presso a poco identico per tutti i colpiti. L'incubazione difatti risulta sempre lunga, enormemente lunga; mistero indecifrabile ancor oggi circa la lebbra. Il bacillo dopo essere penetrato nell'organismo ed essere stato inattivo anche per anni, rivela la sua presenza con segni che sovente durano anch'es3i degli anni e non sono troppo caratteristici o addirittura pjr nulla affatto: qualche macchia isolata sulla pelle, con disturbi gastrici e febbrlciattole; qualche zona di insensibilità, vero sintomo d'allarme. Succedono poi macchie brune rossastre agli arti, al viso; o tubercoli, o granulazioni che invadono i nsrvi, o infine ulcerazioni che distruggono, divorano carni ed ossa; e sono allora mutilazioni, dolori atroci. Anche ciò senza dubbio era noto da millenni; ma non si sapeva fare distinzioni tra forma e forma; e tutto passava sotto l'insegna del bacillo, Si credeva infine che fosse estremamente contagiosa. La impossibilità di una cura reale, unita all'orrore suscitato dall'aspetto di certi malati, e dall'orrore aderente a quel vocabolo, facevano concepire il contagio quale una fatalità ineluttabile. Al giorno d'oggi tutto, è mutato, salvo per il bacillo. Se qui ora si volle far cenno di quella malattia, non fu' per calmare eventuali apprensioni suscitate da un recente caso reso noto al pubblico, quanto per rendere un tributo di ammirazione alla scienza, ai metodi scientifici, alla organizzazione protettiva e curativa da quelli d:rivante; ed un tributo di omaggio ai medici che nelle case di cura, unendo spirito umanitario e spirito di osservazione riuscirono a sfatare il mito sinistro aleggiante su . quella malattia. Contagiosità, per cominciare con questa ? Rimettiamoci a quanto risultòa Carvill.-. Come l'esperimento in laboratorio per riprodurre lamalattia in ammali non eramai riuscito, cosi a Carvilie in 145 tentativi fatti, nessun scienziato riuscì mai ad infet-tare se stesso, (a tanto era giunta l'abnegazione!) inocu-i bambini sono più suscettibili dì ammalarsi degli adulti, al difuori di qualsiasi influenzalandosi il germe. Non una infermiera, non un medico dal sanatorio contrasse mai la malattia Si constatò soltanto che ereditaria; e i competenti ere dono che nell'infanzia la malattia è di solito contratta attraverso prolungato intimo contatto con qualcuno che ne è già affetto. Eppure si tra¬ smette spontaneamente anche negli adulti quando i contatti sono prolungati; ma non si crede più a veicoli quali gli insetti o l'acqua. Il contagio avviene da uomo a uomo in seguito a continuata convivenza con malati e col favore di sporcizia, di miseria. Una piccola abrasione dalla cute è la porta d'ingresso. Ben più facile e perciò più temibile è il contagio della tubercolosi, della sifilide! Guarigione ? Si ; ora esiste o per lo meno esistono grandissime probabilità di guarirà con l'uso del Promin. La signora Martin non sarebbe altrimenti uscita guarita dal lebbrosario. Lungo tempo è necessario è vero, ma se ne viene a capo, con iniezioni di forti dosi di questa sostanza, ripetute per mesi e mesi. I gonfiori spariscono, si rischiarano le macchie e i bacilli non si ritrovano più sulle regioni malate. Diazone e promizolo, altre due droghe parenti dei sulfamidici, furono pure usate con brillanti risultati in altri sanatori. Ebbens, si dirà ora, poiché la contagiosità è minima; poiché la cura esiste, vedremo sparjre i lebbrosari dove fino a ieri il malato veniva confinato dalla ripulsione pubblica, e tenuto in vigilanza come di contro ad un fucile spianato? Questa deduzione, occorre dirlo, risulta oggi azzardata, alla luce di studi recentissimi. A parte il fatto che il soggiorno in stabilimenti forniti di tutti 1 mezzi diagnostici, e dove il controllo delle condizioni del malato nei riguardi della presenza del bacillo nei tegumenti malati è continuo (ben 12 prove negative a distanza di tempo furono necessarie prima di dire alla Martin; Tu sei guarita) ; a parte ancora la circostanza, di grandissimo peso, che nei sanatori per lebbrosi, il malato di paesi poveri, ad igiene rudimentale e a vitto insufficiente, ha la possibilità di rialimentarsi e di protegger 13i contro le aff^oni, a parte ciò, si constatò ultimamente , che non tutti i casi di lebbra sono per davvero poco contagosi, gè alla lebbra viene ora la mancare l'alone di terrore ; macabro con l'aiuto della scienza, è pure alla scinza jChe dobbiamo in questi ultimi uUe QIini raver atab;lito una j^Unzione fra le forme a tipo <s. lepromatoso », estremamente contagiose, e che richiedono un isolamento obbligatorio in stabilimenti adeguati (e ciò si pratica ugualmente per le for;me gravi di tubercolosi polmo, nare. )e ie forme tubercoioi- dì » non contagiose salvo chi negli stadi cosidetti reazionali, per le quali basta l'aiuto e il controllo dei dispensari. Dott. By

Persone citate: Betty Martin, Carvill, Carville, Hansen, Miracle