Fiamminghi e Italia in una mostra a Bruges

Fiamminghi e Italia in una mostra a Bruges Fiamminghi e Italia in una mostra a Bruges CNostro servizio particolare) Bruges. 5 luglio. Il Belgio è il paese delle grandi esposizioni retrospettive. E, nello stesso Belgio, Bruges detiene in questo campo una specie di primato. Dopo la celebre mostra dei primitivi fiamminghi, di mezzo se- nifestazioni che sono rimaste vive nel ricordo di tutti gli ap- .colo fa, vi si sono svolte ma-Ipassionati d'arte: le mostre del Toson d'oro, di Memling, di Gerard David, ecc. Adesso vi è stata inaugurata, alla presenza del principe Baldovino, un'altra mostra, veramente eccezionale, che sì trasferirà in seguito a Venezia, a Palazzo. Ducale, e a Roma, a Palazzo Barberini. Nel bel museo comunale, accanto alle sale dove Van Eyck, Hugo van der Goes, Memling e altri grandi risplendono di tutto il loro fulgore, sono stati raccolti, sotto il nome « Fiamminghi e Italia », circa settanta quadri fiamminghi, valloni e italiani, prestati da musei, palazzi, chiese d'Italia, del Belgio e della Francia. Queste opere, o meglio questi capolavori, mostrano quali furono, dal Quattrocento al Seicento, i rapporti tra due paesi pur lontani l'uno dall'altro, tra due grandi civiltà che han brillato nel cielo dall'arte con uno splendore incomparabile. Da una parte, si ammirano opere di pittori fiamminghi e valloni che sono vissuti e hanno lavorato in Italia: come Giusto di Gand a Urbino, Henri Blès (soprannominato il Civetta) e Suttermans a Firenze, i Bril a Roma. Dall'altra, due opere di eccezionale bellezza ricordano che un grande artista italiano come Antonello da Mes sina si è stabilito a un certo momento ad Anversa. Ma il tema più appassionante e più fecondo della mostra è quello del gioco degli influssi reciproci: influssi caravaggeschi su Jorda;ns e sullo stesso Rubens; e, prima ancora, influsso di Roger van der Weyden sulla scuola ferrarese, di Hugo van der Goes su maestri come Lorenzo di Credi o, più tardi, di altri fiamminghi su Bernardino Strozzi. E' facile intuire a quali appassionanti dibattiti tale confronto può dar adito. Oltre al quadri venuti da Torino, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Vicenza. Pavia, Bologna e dalla Sicilia, alcuni ' musei, come il Louvre, hanno inviato cose preziose: come i disegni eseguiti da Rubens nrlla Cappella Sistina dagli affreschi di Michelangelo. 8. p.