Apprensioni francesi per la situazione in Oriente

Apprensioni francesi per la situazione in Oriente DAI^ SIAM ALL'INDOCINA Apprensioni francesi per la situazione in Oriente Diffidenza sui possibili negoziati coreani (Dal nostro^corrispondente) Parigi, 30 giugno. Un incidente non di grande fortata, ma assai significativo avvenuto nell'Indocina tra il Governo del - Vietnam e la Francia. Il Vietnam avendo concluso con gli Stati Uniti un accordo economico, si disponeva a procedere alla sua ratifica a Saigon; l'imperatore Bao Dai doveva per l'occasione recarsi nella capitale della Cocincina, ma all'ultimo momento il viaggio e la cerimonia della firma, con l'intervento del rappresentante degli Stati Uniti, sono stati disdetti. L'accordo comporterebbe un aiuto economico americano di 23 mi' lioni e mezzo di dollari in cam bio di forniture di materie prime strategiche agli Stati Uniti. L'Alto Commissario francese dell'Indocina non Intende ostacolare l'accord' economi co per se stesso, ma fa opposizione alla procedura sommaria della sua conclusione. Secondo le convenzioni vigenti, ogni accordo internazionale, firmato da uno dei Paesi facenti parte dell'Unione Fran cese, deve avere l'approvazione preventiva del Consiglio Superiore dell'Unione, o almeno una approvazione scritta mediante scambio di lettere fra il Governo locale lnteres sato ed il Presidente dell'Unto ne, che è il Presidente della Repubblica francese. Tale procedura, per il nuovo accordo economico, non è stata ancora espletata, e la Francia vuole rispettate le regole stipulate due anni or sono nella sua convenzione col Vietnam, il quale invece poco sembra curarsene. Questo episodio si aggiunge a frequenti lamentele non ufficiali che rinfacciano al Vietnam una condotta poco riguardosa e quasi parassitaria verso la Francia. Soprattutto l'organizzazione militare vietriamese procede a rilento e costringe la Francia a dissanguare le sue migliori truppe sul lontano fronte indocinese a tutto scapito della difesa europea.. Questo rimprovero viene nuovamente formulato oggi nel Monde da un anonimo generale, il quale deplora gli scarsi progressi militari fatti dal Vietnam da due anni in qua. Mentre i figli di illustri famiglie francesi lasciano le loro ossa in Indocina, come ultimamente il figlio dell'alto commissario De Lattre, non sembra che 1' aristocrazia del Vietnam esponga altrettanto ia propria gioventù e preferisca mandarla a Parigi a condurre una vita comoda e senza rischi. Il colpo di Stato siamese viene d'altronde a confermare le apprensioni con cui l'opinione francese guarda all'Estremo Oriente anche dopo l'ondata di speranze suscitate dal discorso di Malik. Puè darsi che il focolaio coreano accenni a spegnersi, ma ecco subito riaccendersene un altro nel Siam: focolaio di carattere assai sospetto, poiché il primo ministro sequestrato dal marinai ribelli era il campione dell' anticomunismo ed il più grande amico delle Nazioni Unite nel Siam, mentre il suo nemico, Pridi, esule dal Siam, è stato a lungo ospite gradito della Cina. Il complesso delle speranze e delle preoccupazioni francesi di fronte alla situazione dell'Estremo Oriente si riflette in mpsndpmglnglevpzevqsrfiscpun una analisi generale di questa isviluppata dal redattore dir | plomafico del « Figaro » .Aron plomatico del « Figar Alla luce degli avvenimenti più recenti, egli riprende in sanie l'andamento della con ferenza del Palazzo Rosa. Il rJSUO fallimento è stato gene 1 ralmente spiegato come dovu 1 e i a o i n a o . n a à to al ritardo del riarmo della Germania occidentale. Ottenuto in effetti questo ritardo, la conferenza dei quattro ministri degli esteri non aveva più scopo per l'Unione Sovie-più scopo pe tica. che perciò ne abbandonava l'idea. Ma vi sarebbe anche un'altra ragione, forse non meno importante, p^r cui Mosca ha rinunciato alla conferenza a quattro. Questa, dedicata ai problemi europei, avrebbe recato un certo pregiudizio all'altra grande conferenza, quella a cinque con l'intervento della Cina comunista, che è sempre rimasta in cima ai pensieri di Mosca. « Le campagne staliniane presentano un carattere costante — scrive l'articolista —. La Unione Sovietica rivendica da¬ morosamente un determinato provvedimento che in se stesso appare ragionevole, ma che, nella situazione diplomatica del momento, sarebbe una capitolazione dell'Occidente. I male informati aggiungono ingenuamente la loro voce o la loro firma a quelle degli staliniani, senza nemmeno accorgersi che fanno il gioco dell'imperialismo sovietico. Per esempio, sarebbe ragionevole vietare l'arma atomica, ma a patto che un sistema internazionale di controllo venisse elaborato. Ora, l'Unione Sovietica non ha permesso che queste condizioni si realizzassero. Un patto a cinque sarebbe un pezzo di carta di più, fino a che questi problemi non sono risolti e che continua la cospirazione staliniana da un capo all'altro del mondo. Come potrebbe Washington firmare un patto con un governo che non ha riconosciuto? Se i negoziati per cessare il fuoco In Corea riusciranno, vedremo svilupparsi una nuova azione diplomatica: continuazione della guerra con altri mezzi. In Corea si cercherà di permettere ai comunisti di conserva¬ iiNiiiiiiiiiMiiiiiiMiiiiiMiiMiiiiiiiiiiiMiiiniiiMii re il territorio a nord del 38° parallelo e magari di infiltrarsi verso il sud. Non è stato possibile conquistare Formosa e un seggio all'O.N.U. sul campo di battaglia di Corea; si tenterà di ottenerli al tappeto verde e si rifiuteranno, bene inteso, le contropartite, cioè la sospensione dell'appoggio dato al Vietmin e agli altri moti rivoluzionari nel Sud-Est asiatico ». Dall'analisi suesposta che addita nuovi motivi di diffidenza di fronte ai negoziati coreani, l'Aron non deduce che l'Occidente vi si debba ricusare. Tutt'altro. Bisogna fare di tutto per ottenere il «cessate il fuoco» se si può ottenere un minimo di garanzie. Ma questa sospensione delle ostilità consacrerebbe semplicemente un.fatto d'ordine militare: la guerra di Corea costava troppo caro ai cinesi. Ridotta a scegliere tra invìi supplementari di materiale oppure l'armistizio, Mosca si sarebbe decisa per il secondo termine dell'alternativa. I. e. iiniimiiiniiimiiiiiiMim

Persone citate: Siam