Il prezzo del grano

Il prezzo del grano Il prezzo del grano Dall'ammasso volontario all'ammasso obbligatorio Notevoli disponibilità per fronteggiare ogni manovra In Italia si ottiene una serie Innumerevole di prodotti agricoli. Ma il grano è la coltura di gran lunga di maggior peso. Impegna annualmente una superficie che varia fra 4,5 e 5 milioni di ettari (più d'un terzo di tutto il seminato) e genera un prodotto che, in complesso, vale 600 miliardi di lire in cifra tonda: quasi un quarto del controvalore di tutta la produzione agraria vendibile. La determinazione del prezzo del grano — da conferirsi annualmente all'ammasso — è dunque decisione quanto mai rilevante; anzi, a saperla correttamente interpretare, è segno rivelatore della politica economica che il Governo intende perseguire. Infatti la fissazione di quel prezzo se, da un lato, influisce sul potere di acquisto degli agricoltori, d'altro lato incide sul potere d'acquisto di tutta la popolazione; la cui p.lin-.cntazione è prova lentemente fondata su quel principalissimo fra i cereali. Quest'anno le possibili scelte — di fronte al Governo — erano tre. Aumentare il prezzo da corrispondersi al grano conferito all'ammasso; lasciarlo immutato, al livello dello scorso anno; Infine aumentare il prezzo del frumento, lasciando però invariato il prezzo dei pane, col far leva su di una contrazione nei cesti di ammasso e dell'industria molitoria. Quest'ultima alternativa fu patrocinata — fra l'altro in Senato oltre che sui giornali — dalle sinistre; le quali trassero partito dalla mancata pubblicazione dei cesti d'ammasso (lamentata, come lacuna da colmarsi al più presto, dallo stesso Ministro dell'Agricoltura, on. Segni) per favoleggiare attorno ad un loro elevatissimo livello. Ma già s'intende che, sulla via della contrazione di quei costi (pretendendosi inoltre un aumento dei servizi resi agli agricoltori) non si poteva far molta strada, mentre, d'altro lato, i costi dell'indi, tria molitoria sono rivolti piuttosto all'aumento che ad una contrazione: e, fra l'altro, per le intervenute maggiorazioni salariali. Non rimaneva, dunque, di fronte al Governo, se non la possibilità di lasciare immutato il prezzo del grano conferito, oppure di accrescerlo in moderata misura. La competente commissione parlamentare, alla Camera, richiese giorni fa un aumento del 10 sui prezzi del frumento fissati l'altr'anno argomentando attorno al verificatosi aumento dei costi di produzione per gli agricoltori, all' aumento dei prezzi del grano sui mercati Internazionali e, infine, adducendo l'aumento avutosi negli ultimi dodici mesi del livello medio dei prezzi, all'interno. Il Governo — nella sua seduta di ieri — deve avere ponderatamente soppesato tutte queste ragioni: ma decise poi di lasciare immutato il prezzo del grano da conferirsi all'ammasso durante il 'rmltplF7UlcricrdtèkrnqdeGslfctmtprtstveQlsCmvvvDpoilcs(iiiiiiiiiiiitiiiiiiiiriiiiiifiiiiitiiriMiiiiririiiiiiiiiii '51, fissandolo in ragione di lire 6250 al quintale, per il frumento tenero consegnato nell'Italia settentrionale e centrale; in ragione di lire 6750 per quintale per consegne nell'Italia meridionale e insulare. Furono inoltre concesse lire 750 in più per il grano duro. Una tal decisione è soltanto lievemente attenuata da qual che maggior larghezza (del resto promossa dall'on. Segni jin Senato e dipendente dalle caratteristiche "del corrente1 raccolto) nel valutare il prodotto accettato all'ammasso (il peso ettolitrico del prodotte ammesso al conferimento è cosi diminuito da kg. 73 a kg. 70 per il grano tenero e ria kg. 76 a kg. 73 per il gra-'no duro). Ma che succederà se, in queste circostanze, il prezzo Idel mercato libero sarà più elevato del prezzo ufficiale? Giova rispondere come non!sia probabile che ciò avvenga i durante 1 mesi immediatamente seguenti all' attuai? raccolto, almeno a giudicare dalle presenti quotazioni. Inoltre chi ha steso il disegno di legge relativo all'ammasso del frumento del '51 deve avere considerato anche quest'eventualità. Infatti sono alquanto mutate le disposizioni normative a questo riguardo. Lo scorso anno l'ammasso per contingente era obbligatorio, ma non erano contemplate penalità per i trasgressori, s.'cchè, in realtà, i conferimenti (di fatto volontari) potevano avvenire nell'interesse esclusivo degli agricoltori. Quest'anno, per contro, la legge prevede per i trasgressori alle norme emanate dal Consiglio dei Ministri un'ammenda pari al minimo a due volte, al massimo a cinque volte il valore del quantitativo di grano non consegnato. Dall'ananasso volontario si e pertanto passati all'ammasso obbiigatorio per contingente, il che, economicamente parlando, ha pure il suo significato. Il contingente per ora è fis- j. sato entro limiti abbastanza modesti: si aggira su un quan.' titativo che è di poco supeno- re a un quarto del volume del ! prodotto raccolto complessi- ; vo (circa 70 milioni di quin- \ tali). In unione al giano dijiinportazione, queste disponi- j ollità saranno però in graao di concedere al Governo una sut-1uc.ente massa di manovra ai lrumento per esercitare una ragionevole stabilizzazione sui prezzi di maggior rilievo per la determinazione del costo della vita. Quivi si ritrova la ragione principale della decisione accennata. Il Governo, nella sua politica economica,-ha soprattutto presente la necessità di non determinare un aumento nel costo della vita. Nè ei può dire abbia torto. Le « scale mobili salariali » hanno purtroppo reso il nostro sistema distributivo molto sensibile a variazioni in questi indici di costo. F. Di Fenìzìo iirFciiiiiiiJiriiiiiiiiiiiiitiiiriiiiiiitiiiiitiiiiitn

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