Ad Ascari in gara s'incendia la macchina
Ad Ascari in gara s'incendia la macchina Ad Ascari in gara s'incendia la macchina Il pilota ustionato - Vllloresi primo a Genova Genova, lunedi mattina. Ancora un attimo e sarebbe ■tato troppo tardi. Fiammate sempre più Impetuose si sprigionavano dal serbatolo posteriore, ruggivano alimentate dal vento della corsa, avvolgendo la macchina in una sinistra nube di fuoco. Sentiva alle braccia, sulla carne nuda, un calore Insopportabile. Improvvisamente, per lui, non si trattava più di una gara sportiva di velocita, ma di vita o di morte. Alberto Ascari, il giovane grande asso dell' automobilismo, deve alla propria presenza di spirito, alla sua eccezionale prontezza di riflessi, se ieri l'incidente capitatogli di fronte al Lido d'Albaro, nel circuito di Genova, si è risolto in qualche ustione non grave ad un suo braccio e parecchio spavento per la folla cbe molto numerosa assisteva alla cor- ndnAcdCtvettdvimppBCbtAcisrG sa in quel tratto del lungomare genovese. Egli era primo, con 15 secondi di vantaggio sul compagno di squadra Villoresi; gli altri corridori, nettamente staccati, non potevano aver Siù speranza di raggiungere i ue « assi » della Ferrari. Il ventenne inglese Moss, al volante di una macchina britannica H.W.M., scattato come un razzo al segnale del via, era stato superato da Ascari dopo appena un giro. Poi era riuscito a tener la posizione tra i due campioni della Ferrari, resistendo per 27 giri all' inseguimento metodico di Villoresi. Quando, tra l'entusiasmo del quarantamila spet Latori, l'italiano stava per raggiungere Moss, si ruppe il dif licenziale della macchina dell'inglese. Mancavano 28 girl alla fine della corsa. Il primo e il secondo posto erano ormai di possesso certo degli italiani. Ascari filava a tutto gas, abbordando irnientemente le curve, volando sui rettilinei. I suoi meccanici gli facevano segno di andar piano, di rallentare un poco, perchè ormai si trattava più di resistenza che di velocità. Ma Ascari sembrava Insofferente agli ordini di scuderia, nel suo atteggiamento c'era dell' impazienza, qualcosa a bordo forse non funzionava a dovere. Al 31° passaggio egli si fermò ai boxes e, in 18 secondi, i meccanici gli riempirono di benzina il serbatoio. Ascari riparti prima che arrivasse Villoresi. Gli rimase, su Villoresi, appunto il vantaggio di 15 secondi. Al 37° giro l'Incendio improvviso della macchina, forse per una falla del serbatoio, allargatasi con l'immissione di nuova benzina. Il pilota seppe dominare magnificamente la situazione. Non abbandonò il volante, non perse la calma, malgrado le fiamme che si av- nata, un balzo fuori dal rogo. Accorreva Biondetti, precedentemente ritiratosi quasi nello stesso punto;- e aiutava Ascari a soffocate 11 fuoco che cominciava a Impadronirsi della «uà "tenuta di corsa. Con sabbia l'incendio fu contenuto dagli accorsi e definitivamente domato poi dagli estintori del pompieri chiamati d'urgenza. Ascari con un'altra macchina andò a farsi medicare a casa, nella sua vicina villa in riviera. In proporzione all'incidente il danno e stato poco, ma si teme che le dolorose ustioni impediscano al pilota di partecipare domenica prossima a Berna alla prima gara del Campionato mondiale. Verrebbe a mancare purtroppo il tanto atteso primo duello con le Alfa Romeo e con Farina e con Fangio, perchè in caso di indisponibilità di Ascari la casa Ferrari non farebbe scendere In gara nemmeno Villoresi, a quanto si diceva ieri a Genova. Ritiratosi Ascari, gli succe deva Vllloresi al primo posto sino alla fine. Tranne l'inglese Whitehead, staccato di due minuti e mezzo, tutti gli altri corridori avevano alla fine un giro di svantaggio — come mi- nimo — dal regolarissimo «Gigi» nuovamente trionfatore. La lunga corsa genovese (quasi 290 chilometri) ha eliminato la metà del partenti. Più che i motori, hanno ceduto gli altri organi delle macchine. Tecnicamente la maratona genovese conferma la importanza degli accessori quali indispensabili strumenti di successo. Una provvidenziale tramontana ha scacciato l'incubo del maltempo, donando al bel circuito — in riva al mare — uno sfondo splendido d'azzuro. Prima della gara degli assi si è svolta una corsa per vetturette di mezzo litro di cilindrata. Ritiratisi per guasti agli accessori delle volpini-Gilera i due assi italiani Bonetto e Pagani, gli inglesi hanno continuato da assoluti dominatori la loro marcia trionfale, confermando il primato britannico in questa categoria. Il vincitore e stato ancora Carter su Cooper. Stirling Moss è uscito di strada fracassando la macchina, alla curva di San Giuliano, quando era primo. Alle gare ha assistito anche il ministro Sforza, Dino Zannoni La classifica 1. CIGI villoresi (Ferrari 2000 cine), Km. 288,750 in ore 3,23'16" (media chilometri 130,942); 2. Whitehead (Ferrari 2000), 2,25'40"; 3. Maoklin (H.W.M.) a un giro; 4. Pesai (Ferrari) a 2 giri. Giro più veloce: il 19» e II 36» di Ascari (Ferrari) in 2'29" • 4/5 (media Km. 128,168). Categoria 600 cine: i. Carter (Cooper), Km. 131,260 in ore l,1l'3"3/5 alla media di Km. 110,821; 2. Whitehoute (Cooper), ore 1 e 13'. Ciro più veloce il 200 di Carter in 2'42" e 2/6 alla media di chilometri 116,378.
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