La letteratura innocente nel "delitto dei ragazzi,,

La letteratura innocente nel "delitto dei ragazzi,, PERCHE' CLAUDE PANCONI IIA UCCISO? La letteratura innocente nel "delitto dei ragazzi,, La prima settimana di udienze ha dimostrato che i Gide e i Sartre non hanno alcuna responsabilità del crimine, germogliato invece, per motivi diversi, nell'ambiente familiare dei protagonisti Dol nostro corrispondente Parigi, lunedi mattina. Dopo una settimana di dibattimenti, talvolta drammatici, sempre di un intenso interesse, i motivi che spinsero il diciottenne Claude Panconi ad assassinare il compagno di scuola Alain Guyader con la complicità di Bernard Petit, rimangono misteriosi. : •:- Delitto a scopò di flirto per rubare una somma inesistente di 500 milioni di franchi che la vittima si era vantata di possedere, oppure delitto ispirato dalla gelosia e dalla rivalità in amore ? Le colpe dei genitori Porse entrambi i motivi. Afa è comunque escluso che la letteratura moderna e André Gide, Albert Camus, Jean Paul Sartre, siano anche minimamente responsabili, con i loro scritti, dell'orrendo delitto commesso dai due giovani. Milioni di adolescenti hanno letto le loro opere e non sono diventati assassini. Panconi ha d'altronde dichiarato di preferire i classici e Petit leggeva soprattutto Giulio Verne. Viceversa, la responsabilità dei genitori degli omicidi appare evidente. Bernard Petit che preparò i piani dell'assassinio e fornì la rivoltella al Panconi, è cresciuto in un ambiente, dove i delitti erano argomento quotidiano di conversazione. Il padre suo, ispettore di polizia e animatore della « brigata criminale », d'altronde perfetto funzionario, citato molte volte per la sua bravura, parlava a tavola delle sue inchieste, di banditi ai quali dava la caccia, degli errori che essi commettevano e permettevano il loro arresto e, involontariamente, pur senza intuirlo, orientava il figlio sopra una certa strada. Fin da bambino Bernard Petit sognava le avventure poliziesche e al processo ha dichiarato che la sua ambiatone era quella di diventare poliziotto, come il padre. Da, parecchi anni egli sapeva servirsi della rivoltella perchè il padre glielo aveva insegnato, e nell'ascoltare le circostanze di certi arresti faceva questa ri/Jesstone: « Se invece di avere agito così, gli assassini avessero fatto in quest'altro modo, non sarebbero stati presi ». L'idea del « delitto perfetto », cioè del delitto che non lascia tracce, germogliò nel¬ la sua immaginazione troppo fertile ed egli ci edette di poterlo realizzare nell'uccisione del Guyader. Il caso di Claude Panconi è diverso. Egli si atteggiava a intellettuale, era un po' poeta, molto ambizioso, ma gli mancava sin da piccolo la solida guida di un uomo. I genitori si separarono nel 1940 quando egli non aveva ancora dieci anni; e da allora vide suo padre soltanto ■due a tre volte. Claude abitava con la madre e aveva un complesso di inferiorità rispetto ai compagni, per la mancanza del padre che egli risentiva dolorosamente. E quest'uomo, Jean Panconi, che si era riammogliato e ha avuto quattro figli dal secondo matrimonio, ha appreso solo dai giornali che il suo Claudio era diventato un assassino. In quel momento Jean Panconi abitava a Houilles, vicino a Parigi, dove faceva il gioielliere. Non aveva visto il figlio di cinque anni. Si recò subito dalla ex-moglie e da suo padre, che non aveva mai abbandonato il suo nipotino, ma dopo 10 minuti di conversazione fu cacciato /uoVi con molti rimproveri. Il rimorso d'un padre Jean Panconi sentì improvvisamente tutto il peso della sua responsabilità di padre. A Houilles tutti indovinarono rapidamente che Claudio Panconi era suo figlio e lo misero in quarantena. Un giorno ricevette la visita di un signore con i capelli bianchi che si presentò con il pretesto di un lavoro, e prima di andarse¬ ne quel signore gli disse: « Siete un disgraziato ». Era iì signor Gouyader, padre della vittima. A poco a poco la vita divenne impossibile a Houilles e Jean Panconi dovette sgomberare. Ora abita in provincia, vicino a Bordeaux, ed è in preda al rimorso. Non si è ancora fatto vedere nell'aula del tribunale di Melun: si vergogna. Ma ha dichiarato che quando il processo sarà finito, chiederà di vedere il figlio e gli domanderà perdono. Quando sarà scarcerato, dopo aver scontata la pena, lo aiuterà a rimettersi di buon passo sulla strada della virtù. Stamane il processo riprende con l'audizione di altri testi. L. Mannucci

Luoghi citati: Bordeaux, Parigi