L'urto con Martini e il volo sulla pista

L'urto con Martini e il volo sulla pista COSI» E* CAPUTO IL CAMPIONE L'urto con Martini e il volo sulla pista Emozione tra la folla ~ Radiografie e prime cure in una camera di albergo - Prognosi: venticinque giorni - Stamane intervento chirurgico Mancavano poche centinaia di metri all'arrivo, s'era corso per ore e ore, sotto un'acqua agghiacoiata, su strade viscide, scivolose, irte di pericoli. Cinque uomini erano in testa e sbucarono per primi all'imbocco del velodromo di Torino. Coppi, Magni, Soldani, Albani e Martini. Nella penultima curva, Magni scattò, di prepotenza! reagì Martini, poi Coppi. Fu un attimo, la ruota di Fausto andò a toccare la ruota di Martini. Un urlo della folla, cadde il «campionissimo» e trascinò nel rotolone Soldani. Il verderosso della Legnano rimontò presto in sella e riparti. Coppi rimase a terra, sull'orlo del prato con la pista, mentre sulle braccia e sulle gambe il sangue faceva macchia dalle abrasioni della pelle con il cemento. Accorse gente. Lo districarono della bicicletta, lo rimisero in piedi. Non poteva star su. Piegato in due, una mano sulla spalla sinistra, Coppi mormorava: — E' rotta, è rotta, lo sento. Piangeva. Con lui, tutti soffrivano, un dolore sincero senza finte, senza esagerazioni. Pioveva sempre. Si formò un piccolo corteo, illuminato a tratti dai lampi dei fotografi, che accompagnarono il gruppetto fino ad una macchina, sulla quale venne oaricato il ferito. Ci infilammo nella vettura della Bianchi. Tragella il direttore sportivo, quasi faceva paura, livido per la rabbiosa disperazione. — Dove si va? — chiese l'autista. — All'albergol Lo sai com'è luil Niente ospedale. * * La stanzetta dell'albergo, in corso Vittorio. C'eran Tragella, due massaggiatori, il vecchio Cuniolo, il suocero e lo zio di Coppi, Pinella qualche amico, un paio di giornalisti. Fausto venne svestfto, lavato, disinfettato, là dove le botto diventavano viola. Nessuno oso toccar la spalla, un osso puntava in fuori. — Vede? E li! Una crisi piombò sull'atleta tremante, una crisi di smarrimento ohe continuò a lungo, mentre chi eli era accanto non trovava parole per consolarlo. Qualcuno parti di corsa alla ricerca di un medico, qualcun altro chiamò al telefono il 408... di Cenova. — Devi tranquillizzare tua moglie! Coppi si calmò quasi subito. E, quando una voce trepida chiese all'apparecchio: — Fausto, ohe c'è? — il campione rispose, quasi per scherzo: — Che vuoi?! Sono caduto un'altra volta e mi sono slogato una spalla. Bisogna che impari ad andare in bicicletta! Fuori, nel corridoio, s'adunava una piccola folla silenziosa. I compagni di squadra tacevano esterefatti. Ciunse il primo medico, il dottor Fantino, giovane, molto gentile. Fece capire con bel garbo che si trattava di una frattura. Arrivò il professor Dei Poli ohe visitò con attenzione il ferito. I due medici si scambiarono uno sguardo che era una conferma: frattura. Il destino ancora una volta, aveva avuto la mano pesante. Chi sperava, si arrese alla sentenza; Due radiologi, il dottor Bruni ed il dottor Pasquero sopravvenero con un apparecchio portatile per un'immediata radiografia: al trasporto in ospedale si preferiva procèdere, nella camera d'albergo, ad un tentativo di riduzione incruenta. Passò una mezz'ora, prima ohe le due lastre eseguite fossero trasportate alla Clinica Universitaria e sviluppate. Il responso si feoe preciso, assoluto: frattura della clavicola sinistra con accavallamento dei monconi e presenza di schegge. Una radio, in un canto, trasmetteva notizie sportive. Coppi ebbe un singhiozzo: — Chiudi, va! — Poi ti rivolse ai medici: — Cominciamo, allora? CU fu praticata l'anestesia locale per infiltrazione. Si iniziò l'intervento. Nella stanza rimasero solo clinici e paziente. Il tempo si mise ad andare avanti con il rallentantore. Un'ora che sembrò un giorno. La porta si schiuse e, d'infilata, scorgemmo Fausto seduto su un divano. — Finito? — Quasi. Ancora due radiografie per esaminare l'esito. Coppi si coricò nel letto. Suonò il telefono. Era ancora la moglie. — Si, si, mi sono spezzato la clavicola. Senti, moglie. Piglia un treno e vieni a trovare tuo marito. Serse faceva le boccacce, per rifondersi coraggio. Poi, da Milano, tu la volta di Zambrini, a chiedere, ad informarsi, a far gli auguri. — Caro lei, ne avrò per un m«H almeno. Addio Sanremo! Quasi allo 20,30 le nuove radiografie facevano ritorno. I dottori spiegarono a Coppi I particolari dell'intervento, quali risultavano dalle lastre. Diedero alcuni ordinh bisognava trasferirei in clinica. Fausto sorrlsei — Prego, facciano loro! Tante grazie! Lampi qua e là, sfoghi di fotografo. — Ma ditemi un po' nemmeno mezzo morto mi lasciate tranquillo? * * Ultima tappa alla Sanatrix. Amioi anche quassù, ad attenderlo, molti medici, tra cui il presidente della Commissione clinica nazionale della Federazione medico-sportiva. il professor Achille Mario Dogliotti, direttore della Clinica Chirurgica Sanitaria, compie la visita definitiva che dà la seguente diagnosi: Frattura del terzo medio con accavallamento dei monconi e presenza di due schegge ossee libere irriducibili. Necessita riduzione cruenta. Il che significa che Coppi deve esser sottoposto ad intervento operatorio, che viene effettuato stamane, alle 9,30, sempre dal professor Dogliotti. Su anestesia looale, secondo il desiderio dello stesso ferito. La prognosi i ottima, per quanto riguarda la riparazione anatomica e la ripresa funzionale. Si prevede che Fausto sia in grado di riprendere l'al¬ lenamento atletico tra ss giorni. In altra parole, Coppi, tra breve, non risentirà per nulla del disgraziato incidente. Arrivederci, quindi — conti alla mano — al Ciro d'Italia. Mal auguri di tutti gli sportivi sono itati più caldi e più Sinceri. Gigi Bocoacini

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