IL TORINO A PADOVA in pieno risveglio: 2-2

IL TORINO A PADOVA in pieno risveglio: 2-2 IL TORINO A PADOVA in pieno risveglio: 2-2 DAL NOSTRO INVIATO Padova, lunedi mattina. Per poco, il colpo non è riuscito in pieno, al Torino. L'occasione, anzi le occasioni ci sono state. Migliore occasione di un « rigore », per esemplo, non ci può essere: fu mancata per un mezzo scivolone di chi tirava. Migliori situazioni che mettere un attaccante solo davanti al portiere avversario sono difficili da immaginare: non se ne approfittò per ragioni che specificheremo in seguito. Sarebbe comunque stato troppo bello per il Torino, il riportare la vittoria piena In questo Incontro, e, per la lunga pressione esercitata dal Padova nel corso del secondo tempo, il risultato pari non può non essere, considerato come cosa giusta. Nella giornata serena e sul terreno cedevole, 11 Torino si trovò presto a suo agio. Adottando una tattica di difesa circospetta e bloccando con precisione ogni via d'accesso alla propria area di rigore, i granata, sicuri alle spalle, presero ad attaccare fin dai primi minuti. Avanzata in profondità ed a largo respiro portavano gli attaccanti a tu per tu col portiere patavino, e Rosen, con un tiro alto, mancava la prima delle occasioni fatte maturare. In contrasto coli'andamento del giuoco, 11 Padova segnava esattamente al quarto d'ora. Causa prima del cedimento granata, uno scivolone di Gremese. Il mediano andava e restava a terra In un tentativo di respinta, e Curti, puntando diritto innanzi a sè, sfondava, giungeva a mezza dozzina di passi da Buttarelll e lo batteva con un forte tiro dal basso in alto. Il morale dei torinesi non si lasciava scalfire dall'insuccesso. Gli avanti continuavano a dare suri grattacapi al difensori padovani, e poco prima della mezz'ora 11 centromediano Quadri, per fermare lo sgusciante Carapellese doveva ricorrere ad un fallo, che l'arbitro puniva con un calcio di rigore. Cuscela, l'esecutore, prendeva la rincorsa per una gran cannonata di destro, scivolava invece sul sinistro e falliva 11 ber* glio. Il pareggio doveva giungere ugualmente pochi minuti dopo. Carapellese, portatosi sulla destra passava al centro, a Rosen, questi serviva Gianmarinaro ottimamente piazzato, ed il piccolo granata evitava l'uscita del portiere, e di sinistro,, segnava a porta vuota. Sulla reazione patavina, 11 Torino corse due volte pericolo di tornare in svantaggio. A tre minuti dal riposo di metà tempo la più bella delle azioni di tutta la partita doveva Invece mandare gli òspiti In testa. Avanzando a serpentina, Carapellese scavalcava e piantava In asso, in posizione nuovamente di ala destra, due avversari, e terminava l'Incursione con un preciso centro a Rosen. Lo svedese, serviva con immediatezza Ploeger, e que¬ sti rispondeva con un tiro di sinistro di rara precisione: il portiere Romano risultava nuovamente battuto. A terra rimaneva invece Carapellese: al momento del pericolo, il terzino destro Sforzin, attraversando il campo di corsa era piombato su di lui, arrivando in ritardo per la palla ma in tempo per la gamba destra dell'uomo. Carapellese trasportato fuori campo, non rientrava che a ripresa già Iniziata, ridotto a fare da comparsa all'ala destra. In undici contro dieci, i patavini sferravano allora una massiccia offensiva. Per un quarto d'ora, i granata, inchiodati nella loro area di rigore, null'altro potevano fare che difendersi alla meglio. Poi, poco per volta, essi riorganizzavano 1 loro contrattacchi. E l'incontro prendeva allora la fisionomia di un netto predominio del Padova, che secche ed Isolate puntate del Torino Interrompevano ogni tanto gettando l'orgasmo attorno a sè. Erano talmente protesi tutti In avanti 1 patavini, che quando un granata fuggiva, trovava via libera innanzi a sè. In due occasioni, Carapellese, zoppicando malamente, giungeva fino all'area, solo per sentirsi mancare l'appoggio della gamba invalida al momento del tiro. Due o tre altre volte, Rosen e Ploeger, rincorsi da tutta una muta di inseguitori, giungevano soli davanti al portiere: sfiancati dalla lunga volata, essi sparavano ogni volta da lontano. V'era la possibilità di arrotondare il vantaggio in quel periodo. A sei minuti dal termine, Il Padova, e premi e premi, riusciva finalmente a pareggiare: in piena area torinese, il eentromediano Quadri, servito da Martegani, colpiva un montante, e dal palo, la palla schizzava in rete. Era giusto. Se si fa eccezione del fallo che stroncò Carapellese, la partita, pur giuocata con vivo accanimento, non vide scorrettezze. Scombussolato dalla tattica e dalla inaspettata resistenza oppostagli, il Padova non entrò mai nel ritmo del suo giuoco. Ma il Torino è in pieno risveglio. Lo dimostrò un primo tempo condotto in stile pratico ed efficace. Lo confermò, come fermezza e combattività, una partita portata in vantaggio fino a sei minuti dal termine, malgrado lo sciupio di un rigore e malgrado la decurtazione numerica con cui fu dovuto affrontare il duro secondo tempo. Più ancora che il pareggio ottenuto su un terreno difficile, è il fatto che la squadra torna a credere in sè, che nella giornata ha impressionato. Vittorio Pozzo PADOVA: nomano; Fuchs, Sforzili: Ganzev. Quadri, Franon: No- neB"°hiCurt'' Marte«an1' Cel l0' p '"^necchi. TORINO: Buttarelll; Grava, Cuscela; Giraudo, Nay, Gremese; Ploeger, Rosen, Picchi, Gianmarinaro, Carapellese. ARBITRO: Valsecchi, di Milano.

Luoghi citati: Milano, Padova, Torino