Ili Milan raccoglie lo scudetto che l'Inter gli ha gettato

Ili Milan raccoglie lo scudetto che l'Inter gli ha gettato Ili Milan raccoglie lo scudetto che l'Inter gli ha gettato Con una franca e volitiva partita il Torino si salva , Questa questione del titolo di campione d'Italia per la stagione 1950-51, che pareva risolta già nel mese di febbraio, effettivamente non è stata decisa che in giugno alla penultima giornata di lotta. La parola definitiva in merito non sono state le decisioni eroiche quelle che sono frutto di ferma e tenace volontà — a pronunciarla: a decidere sono state le rinunce. Ha cominciato la Juventus a dir di no, proprio nel momento in cui era lanciata ih piena velocita: un no inesplicabile, malgrado tutte le spiegazioni che per esso sono state fornite. Poi è intervenuto l'Internazionale: questi s'è divertito a buttare dalla finestra tutte le occasioni che la sorte le veniva offrendo tutte, sempre, fino a domenica 10 corrente, sul campo del Torino. Ed il Milan ha fatto la parte sua scomponendosi, ri ducendosi sulle ginocchia prò prio quando si è trovato in vista del traguardo finale. E' stato il campionato delle crisi, degli esaurimenti dei crolli. Lo ha vinto chi, nemmeno per merito proprio, ha commesso 11 minor numero di errori. A San Siro, domenica, il Milan ha vinto perdendo, ha vinto perchè altri ha perso più di lei. L'undici rossonero, che è rlsintmpsnsgcdsmpccfvsdTblhaffranto dalia fatica, specie nei suoi settori più vitali, spe-. eie nei suoi uomini migliori; si è fatto battere sul proprio Jcampo da una Lazio ridotta ad !un certo punto a dieci uomini l— e nemmeno di un « rigore x- ; ha potuto approfittare per ac-1ciurlare il pareggio. Contemporaneamente, a distanza di un paio d'ore di ferrovia, l'altra squadra milanese s'è dimostrata cosi sicura che la sua consorella non avrebbe fatto corbellerie, che le ha commesse lei le corbellerie stesse, in tutti i sensi. E s'è ridotta a mordersi le mani alla fine della partita, quando le è stata comunicata la verità vera. Si pensi all'epilogo che avrebbe potuto avere la competizione, domenica prossima, con un Milan sfiancato costretto a giuocare nella capitale contro una Roma famelica, e con una Inter a San Siro in lotta con un Genoa ugual . mente affamato: e con un pun- j to solo di distacco fra le due compagini milanesi. Nel mon- do dei distratti, ha vinto il Mi- lan. Evviva il Milan. Ed evviva il Tonno, che attribuendo definitivamente il | titolo ai rossoneri, ha salvato se stesso. Il successo dei granata è stato ottenuto in modo chiaro: a mezzo di una partita veloce, franca, volitiva. Avrà contribuito, al successo stesso, il particolare stato di mente degli avversari della giornata, a cui già J abbiamo accennato. Ma certo il risultato ottenuto si è appoggiato sulla base consistente del merito. Peggio per chi smobilita fuori tempo: il To- i rino ha chiamato a raccolta le sue forze al momento giusto. Ora, seduto a quota 30, il problema della retrocessione non lo riguarda, non lo tortura più. Ansimerà, tremerà magari ancora dalla paura ma è salvo. La decisione su chi debba sentirsi condannato a cadere nella Divisione dei cadetti, è stata rimandata all'ultima giornata di lotta. Vi sono coinvolte ancora cinque squadre: la Lucchese che ha perso per un « rigore » a Palermo, la Triestina che, sul proprio terreno, ha diviso i punti col Genoa, il Padova che a cinque minuti dalla fine si è fatto battere in casa dalla Juventus, il Genoa che — vedi sopra — non ha potuto andare al di là del pareggio a Trieste, e la Roma, che in un bel ritorno di energia, o sotto la spinta della disperazione, ha battuto francamente e seccamente la Fiorentina nella capitale. S'è portata meglio di tutti, la Roma, è stata l'unica del lotto a vincere, ed è quella che sta peggio: 26 punti di classifica, rispetto ai 27 del Genoa e del Pado va, ed ai 28 della Triestina e della Lucchese. n pensiero corre istintivamente ed immediatamente al le fatiche finali di questi po . yeri cinque contendenti. Quat- il Genoa. E tutte e cinque avranno a che fare con av- Jro sono chiamate a giuocare !jn casa propria: la Triestina la Roma il Padova e la Lue ; chese. Una sola è condannata 1ad^operare^in campo avverso: versari a cui l'esito della partita non potrà, ai fini pratici e positivi, dire proprio nulla di importante. Roma-Milan, Inter-Genoa, Padova-Napoli, Triestina-Novara e LuccheseComo sono gli accoppiamenti. Il migliore augurio che si possa esprimere — nei leggiadri tempi in cui viviamo • è che sia la sincerità a trionfare e l'onestà a decidere. Vittorio Pozzo

Persone citate: Vittorio Pozzo

Luoghi citati: Italia, Lazio, Napoli, Novara, Padova, Palermo, Roma, Trieste