Una commissione russa costretta a lasciare Salisburgo
Una commissione russa costretta a lasciare Salisburgo Per ordine degli americani Una commissione russa costretta a lasciare Salisburgo 10 mila famiglie di Budapest trasferite nelle campagne (Dal nostro corrispondente) Vienna, 7 giugno. Oltre che dalla nota del Governo americano a Mosca per l'uccisione a Vienna, come a suo tempo abbiamo dato notizia, di un caporale della milizia militare per mano di due soldati russi, l'attenzione del pubblico è stata richiamata oggi dal fatto che entro domani i membri della commissione russa per i rlmpatrii, che si trovano a Salisburgo, devono rivarcare la linea di demarcazione dietro precisa ingiunzione americana. Lo stesso alto commissario degli Stati Uniti, Donelly, ha dichiarato che il lavoro di tale commissione è oramai superfluo. I rimpatriati sovietici nel 1950, gli ultimi, furono sei soltanto; dalla fine della guerra un centinaio in tutto. Naturalmente si pone in ri' iiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiii lievo il fatto che questa specie di sfratto dato ai russi da Salisburgo non può essere estraneo alle misure militari americane nella stessa zona del Salisburghese, di cui si è varie volte fatto cenno. Che lo stato di tensione fra Occidente e Oriente si faccia ora sentire anche qui in modo più sensibile, lo dimostrerebbe il viaggio che lo stesso alto commissario americano compirà domani alla volta di Parigi, dove conferirà con Me Cloy, alto commissario per la Germania, quindi si recherà per circa tre settimane negli Stati Uniti. Che cosa c'è sotto questo viaggio? si chiede stamane la stampa comunista. Naturalmente a questa domanda nessuno finora ha risposto. Il giornale Die Presse reca oggi una informazione da Bu dapest secondo la quale fin dal 20 del mese scorso, circa 10 mila famiglie della capitale sono state obbligate a spostarsi nella zona di Szolnok presso la frontiera cecoslovacca, ove vengono alloggiate in abitazioni di kulaki, o contadini piccoli proprietari, e le persone valide adibite al lavoro dei campi. Si tratta in genere di famiglie della vecchia borghesia, professionisti, pensionati, ex-ufficiali. Ogni famiglia non può recare seco più di cinquecento chili di ba gaglio. L'ordine di sfratto continua e gli interessati ricevono un preavviso di ventiquattr'ore per partire. Nel luoghi dove vengono assegnati, oltre al lavoro ob bligatorio, i deportati debbono sottostare a speciale rigore poliziesco ed è loro proibito spostarsi oltre un raggio di sei chilometri dalla loro abitazione. Tra i colpiti dal provvedimento di sfratto, che è inteso ad eliminare da Budapest tutti coloro che appartenevano a classi agiate o che erano al servizio di regimi precedenti, figurano diversi ebrei che già furono colpiti, durante la guerra, dalle leggi razziali. Di qui una protesta della comunità israelitica di Budapest al governo, che però non ha fin qui avuta risposta. p. b. Ziiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiim umilimi inni
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