Le odierne elezioni siciliane e il serrale dei parlili per il 10 giugno

Le odierne elezioni siciliane e il serrale dei parlili per il 10 giugno Le odierne elezioni siciliane e il serrale dei parlili per il 10 giugno De Gasperi, partito in aereo nel Sud, concluderà la campagna elettorale in Piemonte - Ministri e deputati nelle varie province • Critiche e rilievi di Saragat - La polemica sulle cifre Roma, 2 giugno. Chiusa la propaganda elettorale siciliana, si accentua la campagna nelle trenta province del Centro-Settentrione e delle Puglie, dove si voterà la prossima domenica, 10 di giugno: auguriamoci che nessun grave incidente venga a turbare negli ultimi giorni l'andamento di una lotta politica che fino ad ora sì era contenuta nelle forme e nei limiti che sono propri di una civiltà democratica, se si eccettua l'episodio di Enna e quello di Cuneo. Il progetto per l'autunno Forse le intemperanze sono dovute appunto alla tensione troppo lunga cui è stato sottoposto l'elettorato; tre domeniche in fila, ventuno giorni in cui le consultazioni si rinnovano tra l'inasprirsi delle polemiche relative ai primi risultati conosciuti, rappresentano infatti un vero sforzo sia per le masse dei cittadini sia per i dirigenti dei partiti. Perciò incontra favore il progetto ventilato per l'autunno, in base al quale le elezioni del secondo turno si svolgerebbero in una sola domenica, con evidente economia di mezzi e risparmio di nervi. Oggi era stato annunciato che l'on. Saragat aveva rinun¬ ciato a tenere I comizi di propaganda elettorale in programma perchè preso da un principio di esaurimento in conseguenza della grande dispersione di energie che gli ha causato la campagna elettorale. Pertanto egli avrebbe dovuto rinunciare agli ultimi comizi già predisposti (Firenze, Alessandria, Cuneo e Torino). Era stato inoltre comunicato che, se le forze glie lo avessero consentito, nella ventura settimana avrebbe tenuto insieme a Romita la commemorazione di Giacomo Matteotti nel 27" anniversario del suo assassinio. Invece, questa sera, l'on. Saragat ha smentito !a notizia di un suo esaurimento dichiarandola del tutto priva di fondamento. Intanto Saragat ha fatto alcune dichiarazioni a proposito dei risultati della prima giornata della campagna elettorale amministrativa. Egli ha affermato che deve essere < attentamente studiato il fenomeno della relativa affermazione del P.S.I. Questa affermazione era da noi scontata quando proponemmo il sistema dell'apparentamento. Noi sapevamo allora che avremmo aiutato il P.S.I. contro i comunisti. Si tratta ora di vedere se il successo relativo del P.S.I. rappresenta l'inizio di una autonomia oppure sia una manifestazione pas- seggera di sbandamento di certi settori del P.C.I. >. L'on. Saragat ha poi criticato la politica economica del Governo. € Il fatto che la disoccupazione in Italia non solo non è diminuita in questi ultimi tre anni, ma è anche aumentata, dimostra che vi è adtmpggpssgmcllv4sv3avd3dcsqualcosa nella politica del Go-Uverno che non va. Sappiamo'' che il problema è difficile da risolvere, ma pure bisogna risolverlo se si vuole salvare la democrazia. E' chiaro che in un paese come l'Italia non si può compiere il miracolo dei pani e dei pesci, ma ciò che si può lo si deve fare: diminuire le distanze fra l'eccesso di lusso e l'eccesso di miseria. E' un problema di carattere politico e morale più che economico. Non si può pretendere dai due milioni di disoccupati italiani che votino per i partiti democratici e d'altra parte non si può costruire la democrazia sinché esisteranno milioni di disoccupati». La ripresa del P.L.I. Infine Saragat ha sottolineato le condizioni difficili in cui il suo partito ha dovuto condurre la battaglia elettorale < Mentre i comunisti hanno aiutato molto Nenni — ha affermato Saragat — e i candidati del P.S.I., i nostri alleati ci hanno lasciati soli nella battaglia, quando pure la loro propaganda non si è aggiunta a quella comunista». Da Roma intanto stamattina è partito De Gasperi in aeroplano per tenere comizi a Taranto, Lecce e Brindisi. Tornerà a Roma lunedi, per ripartirne ancora diretto prima in Toscana e quindi in Piemonte, dove concluderà la sua fatica elettorale. Sul suo esempio altri grandi della D.C. parleranno in questi giorni nelle varie province: Gronchi a Cecina, Sceiba a Modena, Gonella a Grosseto, Pella a Bra ed a Cuneo, Aldisio a Pinerolo, Marezza a Parma ed a Fidenza. Per l'opposizione sono di scena Pajetta a Belluno, Nenni — come De Gasperi — a Taranto ed a Brindisi, Longo ad Alessandria, Secchia a Pistoia: e con questo non indichiamo che alcuni tra i maggiori. Il trascinarsi delle consultazioni naturalmente aggrava anche l'altro fenomeno, l'estenuante polemica sui risultati della prima giornata. Poiché il Governo non sarà in grado, com'è stato annunciato ieri sera, di fornire le cifre in maniera esauriente se non al termine di tutte le consultazioni, per tutto questo mese avremo assai probabilmente l'aspro dibattito fra gli opposti schieramenti, ciascuno autorizzato dal silenzio ufficiale a dar per buoni bilanci propri, non si sa quanto rispondenti a verità. Soltanto forse per i liberali si può fare un'eccezione, nel senso che il successo ottenuto dal P.L.I. è di natura incontestabile, come ha posto in rilievo l'on. Villabruna a Torino e come dal suo canto ha ribadito a Roma il vicesegretario del partito Giuseppe Russo: < I liberali — ha detto quest'ultimo — segnano una ripresa effettiva, constatata ovunque in misura più o meno rilevante, ma sempre decisa, a differenza di quanto è n 1M11 ) 141111 < M11111 ! 111111 • 1111111M111111111111111111M avvenuto per gli altri partiti della concentrazione democratica, che hanno avuto spostamenti non omogenei, perchè positivi in alcuni centri e negativi in altri. Per il P.L.I. gli spostamenti sono stati sempre in aumento >. Ma se il partito liberale si sostenere la polemica, lo stesso non può dirsi per i due gruppi maggiori dello schieramento, democristiani e socialcomunisti. U Unità scrive che la D. C. ha avuto in 27 capoluoghi di provincia il 34% dei voti che le hanno assicurato il 44% dei seggi. I socialcomunisti, avendo avuto il 39,3% dei voti, hanno avuto assegnati il 31% dei seggi. Inoltre, scrive ancora l'Unità, raffrontando i voti avuti complessivamente dalle sinistre (un milione e 36 mila) con quelli ottenuti dalla D. C. (889.000) ne risulta che le sinistre, dopo aver conseguito 100 mila voti di più, hanno ricevuto 134 9eggl di meno. Si ascolti adesso l'altra campana, cioè quello che dice l'on. Tupini junior nell'editoriale del Popolo: scrive che il solo scudo crociato ha conseguito la maggioranza in '1518 Comuni mentre la falce e martello ne dztniiiiHmmiiiMimmHiiHiimimimiiiiiimiiHUr0va. in, buone condizioni per '' o i ha perduti 827, ai quali vanno aggiunti gli altri 200 già perduti nelle amministrative parziali che si sono svolte dopo il 1946. Dal '46 ad oggi i socialcomunisti hanno dunque perduto, secondo i dati dell'on. Tupini, oltre 1000 comuni. Come si vede, l'on. Tupini oppone numeri di.. Comuni .a ^cifre di voti: e quindi la polemica risulta incongrua e in qualche modo inconcludente; si fa serrata invece e persuasiva nei riguardi delle elezioni provinciali. Discorrendo di queste anche Tupini, infatti, ricorre volentieri al numero dei voti citando bollettini di vittoria: da sola la D. C, scrive difatti, sebbene non avesse presentato suoi candidati in 74 collegi, ha ottenuto il 61 per cento dei seggi ed il 41 per cento dei voti, e cioè più dei voti conseguiti dal P.C.I. e dal P.S.I. sommati insieme (rispettivamente 21,9 per cento e 13,4%). Su questo piano la polemica è destinata a continuare ancora per un pezzo, monotona e noiosa, finché . il Ministro dell'Interno non sarà in grado di far conoscere le cifre, tutte le cifre. Ma, come prima dice vamo, non possiamo sperarvi prima del prossimo mese di luglio. V- gi HHiiHimiiiimiiiiiiHiiiiiiimiiim