I partiti democratici sicuri della vittoria ad Asti

I partiti democratici sicuri della vittoria ad Asti PANORAMI ELETTORALI I partiti democratici sicuri della vittoria ad Asti (Da nostro inviato speciale) Asti, 1 giugno. Nello elezioni comunali del 1946, la provincia di Asti diede 22 municipi al contadini, 16 alla democrazia cristiana, 14 ai socialcomunisti, 12 agli indipendenti, 5 ai socialisti, 2 ai liberali e 3 ai comunisti. Tra questi ultimi, ci tu il capoluogo con 9013 voti; gli alleati socialisti ne avevano raccolti 7.506, quanto bastava ad un blocco assoluto di maggioranza come avvenne difatti. Per le nuove elezioni, il blocco non si è scisso e si ripresenta unito al pubblici suffragi, rinunciando alle qualifiche anteriori e relativi simboli: niente < comunismo >, niente « socialismo >, niente < falce e martello >, niente < stella - e bandiera rossa», bensì Blocco civico democratico con la torre civica (riassunto delle trecento torri che un giorno ebbe Asti) e un grosso grappolo di uva. C'è anche una ruota dentata ma si vede poco. Il Blocco ha 16 comunisti, 12 socialisti, 11 indipendenti e un < cristiano del lavoro >. Totale, 40 candidati, tra cui una donna. Essi dichiarano di < aver lavorato per la rinascita cittadina >, anche se non erano tutti al Comune, e sperano di andarci di nuovo cper lavorare ancora, affinchè Asti sia salvata dall'Invadenza clerlcoreazionarla >, dalla < miseria >, dalla < intolleranza > e dalla < guerra >. Così, anche ad Asti, sia pure più moderatamente che non altrove, le elezioni municipali dovrebbero impedire la guerra. L'argomento è troppo gramo per discuterne ancora, e gli astigiani alzano le spai le. Essi considerano una ape eie di iettatura 11 solo parlar di miseria poiché, grazie a Dio, alla loro terra e al lavoro delle loro braccia, se la cavano abbastanza bene : quanto all' intolleranza essi sanno dove starebbe di casa, poiché ricordano quel giorno di luglio, allorchè, ferito l'onorevole Togliatti, i comunisti scesero In piazza rumorosamente, e 11 sindaco, che era uno del loro, si mise in condizione di essere denunciato e di buscarsi una condanna a 8 mesi. A parte ciò, gli avversari del Blocco discutono sulla rittoscita di Asti, la quale, nel migliore del casi, sarebbe costata assai cara. Un manifesto D.C. parla di un carico passivo di 8 milioni e mezzo trovato dall'amministrazione uscente, salito ad oltre 383 milioni; non solo ma la stessa amministrazione avrebbe < allenato quasi tutte le attività patrimoniali del Comune >. A propria difesa, la Giunta comunale precisa di aver trovato un passivo di 15 milioni e spiega di aver contratto debiti (meno di quanto si accusi) per il finanziamento di «opere straordinarie >, quindi non le vanno imputati come ccattivo bilancio >. L'aumento del debito pubblico, 1 socialcomunisti lo rimproverano come colpa soltanto al governo, In un manifesto che, qua e là, 11 caso ha fatto incollare proprio accanto alla loro difesa. Il più forte avversario del Blocco è la D.C. che scende in campo con lista propria (40 candidati, tra cui una donna); essa è apparentata con la lista Socialismo (40 candidati, nessuna donna) che riassume < l'idea Turati-Matteotti, ormai libera da ogni legame con quelle fazioni che sfruttano il grande nome del socialismo per asservirlo ad interessi ed ideologie straniere}; D.C. e Socialismo sono apparentati inoltre con la lista Liberali e contadini indipendenti (bandiera italiana, 2 spighe, 29 candidati, nessuna donna). E' sola la lista dell'Unione D. Rurale (spiga, corona d'alloro e di viti con grappoli - 32 candidati, nessuna donna). Anche l'MSI aveva presentato una propria lista ma, talune firme essendo risultate apocrife, non è stata accettata. Complessivamente, son chiamati alle urne 88.412 votanti, divisi in 18.234 maschi e 20.178 femmine. I pronostici danno come relativamente facile — salvo sorprese — la vittoria dei partiti democratici. Essa è certa nel complesso della provincia dove il 18 aprile la D.C. ebbe 77.131 voti da sola contro 35.343 del fronte popolare. Ma le cifre parlano favorevolmente anche per Asti città: ivi, 11 18 aprile la D.C ebbe 15.677 voti e il fronte popolare non ne raggiunse che 11.621. L'Unione socialista, oggi apparentata con la D.C. raccolse 4170 voti. Per la provincia vale sostanzialmente lo stesso schieramento politico delle elezioni amministrative, sia con < collegamento > diretto, sia senza La D.C. sì presenta in 13 collegi su 16, 1 socialcomunisti in tutti, i liberali in 10, i rurali in tutti, i socialisti democratici in 12, quei del m.s.i. in sei a. a.

Persone citate: Matteotti, Togliatti

Luoghi citati: Asti