Come si orienteranno gli elettori di Milano

Come si orienteranno gli elettori di Milano Come si orienteranno gli elettori di Milano Sono circa un milione - Dieci liste e loro apparentamenti - Le cifre del 18 aprile 1948 - Pronostici... e n a (Dal nostro inviato speciale} Milano, 23 maggio. Per le elezioni politiche del 18 aprile, scesero in campo a Milano 14 liste; sei di esse sono morte, ne sono nate due nuove, cosi dieci liste concorrono oggi agli 80 posti di consigliere comunale, con complessivi 719 candidati, tra cui trenta donne. Gli elettori iscritti sono 926.163, divisi in 431.526 maschi e 494.637 femmine. Ecco i nomi delle liste: 1) Pace libertà lavoro (comunista); 2) Sole, libro, falce e martello (socialfusionista); 3) Movimento Sociale Italiano (fascista a carattere nazionale); 4) Difesa del contribuente per la rinascita di Milano); 5) Libertas (Democrazia cristiana); 6) (Partito Liberale Italiano); 7) Edera (Partito repubblicano); 8) Sole nascente (socialisti liberi); 9) Vanga e incudine con su scritto Partito Repubblicano Socialista - Libertà Uguaglianza Lavoro (dicono che comprenda in massima parte fascisti di Salò); 10) Stella e Corona (Partito monarchico). Sono apparentate le liste 1 - 2 - 4 e le liste 5-6-7 - 8. Il M.S.I. assicura di essere -x apparentato con l'Ita lia ». E' senza parenti il Par tito Monarchico che vuol soltanto procedere a un'afferma zione ideologica. E' solissimo il Partito repubblicano socia' lista, com'è fatale sia se ri sponde a verità il suo appa rentamento spirituale cor Salò. Troviamo quindi, press'a I poco, lo stesso schieramento 18 aprile, con la sola dlf- Idel ferenzu che comunisti e so cialisli nenniani invece di essere raccolti in un * fronte » unico, han liste separate e si alleano a un terzo gruppo — « Difesa del contribuente », — il cui peso è però trascurabile, trattandosi di un parente assai povero. Ne deriva una certa facilità di profezia per i risultati. Il 18 aprile, il « fronte popolare » (comunisti e socialisti nenniani) raccolsero 272.812 voti, la Democrazia cristiana raggiunse, da sola, i 364.081 e, con i suoi alleati attuali, 517.604. Da allora, salvo il progressivo sfaldamento del socialfusionismo, non sono avvenuti cambiamenti notevoli nello schieramento politico sicché, a parità di affluenza alle urne, i risultati dovrebbero essere all'incirca identici. E' opinione comune, tuttavia, che l'affluenza sarà minore e che la D. C. non potrà più contare su i voti di coloro che, senza appartenere alla sua stessa precisa corrente, la preferirono in antagonismo alle correnti di estrema sinistra, troppo pericolose per una Milano che deve la propria fortuna al suo spìrito individualista, dinamico e borghese. Fermandoci alle quote più basse di percentuale votante, come si potrebbe registrare in caso di cattivo tempo, e cioè tra il 65 e il 75 per cento, profondi conoscitori di Milano danno 200-270 mila voti alla D.C.; 150-170 mila ai comunisti; 80-100 mila ai socialisti nenniani; 75-100 mila ai socialisti liberi; 50-75 mila ai liberali; 20-30 mila al M. S.I.; 10-20 mila ai repubblicani; 4-5 mila ai monarchici. Il resto raccoglierà si e no un 3 mila voti. H vantaggio di una maggiore percentuale di votanti andrebbe quasi del tutto alla D.C. che ha già dalla sua parte il forte dislivello tra maschi e femmine (oltre 63 mila unità femminili in più). i In attesa dell'ultima parola che resta alle cifre delle urne, la campagna è attiva, in modo particolare con i manifesti. Tutta Milano, specialmente al centro, ne è invasa. Si dà come verosimile che la D.C. e i Comitati Civici dispongano per la loro propaganda intorno ai 50 milioni i comunisti 40. il P.L.I. 28, i socialisti liberi 22, il partito monarchico poco meno di venti, il M.S.I. tra 15 e 18. il socialismo nenniano 12. Poverissimo, ai margini del nulla, è il partito repubblicano Argomenti, tipo « slogan »: « L'uomo libero ha votato D.C. al governo, voterà D.C. al comune ». E' la D.C. che parla, naturalmente. Ciò non garba ai Liberali, i quali proclamano: « L'uomo libero è liberale ». Di libertà, cautamente, parlano anche i comunisti. Difatti, la loro Usta ha per motto: «Pace libertà lavoro» ma non troviamo più nessuna traccia di libertà nei grandi striscioni che dicono: « Il comune al popolo per la pace e il lavoro » e, nella gara della gubbllcità finale in Piazza del luomo, troviamo soltanto « Votate per la Pace », niente più lavoro, niente più libertà. Contro il monopolio comunista della pace fioccano, beninteso, molti e facili rimbecchi. I socialisti nenniani gridano: «Restituite Milano al popolo, votando socialista ». Che amministrazione comunale uscente abbia avuto un sindaco socialista — Antonio Greppi — non conta: si tratta di un eretico, perchè sulla scia di Caldara, Turati, Filippelli, le prime e più alte divinità del socialismo milanese ed italiano. II M.S.I. promette una « rinascita » di Milano, prima, e dell'Italia poi, con un ripristino delle cose e delle idee che ne determinarono la rovina. Il partito monarchico dice: « Soldato del Piave torna alla tua antica bandiera ». Ma i soldati sono un po' di¬ spersi. Il 18 aprile, la lista del« Combattenti Uniti » ebbe1248 voti. ,. Le elezioni per la provincianon si svolgeranno nella stes-sa unione di spiriti. La D.C.presenta candidati propri mtutti 1 30 collegi della pro-vincia di Milano, repubblicani e socialisti liberi in 27, i liberali in 18, rischiando così una notevole dispersione di voti, mentre comunisti e socialisti nenniani, concentreranno i loro voti In candidature uniche. Oggi, in piazza del Duomoha parlato l'on. Nenni. Seguiranno, come estreme squille, i discorsi di De Gasperi, Ter-racini, Togliatti. a a

Persone citate: Antonio Greppi, Caldara, De Gasperi, Edera, Filippelli, Idel, Nenni, Togliatti, Turati