Detenuto arcimilionario sposa una sartina romana
Detenuto arcimilionario sposa una sartina romana ROMANZO D'AMORE A REGINA COELI Detenuto arcimilionario sposa una sartina romana Si tratta d'un ufficiale che deve scontare ancora un anno dei 16 ai quali venne condannato per vie di fatto contro un superiore Una domanda di grazia e un viaggio di nozze che durerà un anno (Nostro servizio speciale) Roma, 22 maggio. Una domanda di grazia giace sul tavolo del Presidente della Repubblica. E' quella di Luigi Tirone, figlio della marchesa Elisabetta Locatelli, sposo da ieri a Maria Antonietta Cicconi, la diciottenne sartina che da due anni era stata la 0,0 „„„l£Sa?X„L ™ a?TL™* sua confortatnee. Già da tem-!po il prigioniero ha avanzato, tramite il ministero di Grazia e Giustizia e quello della Difesa, la richiesta di libertà cauzionata al Tribunale militare di Bologna che nel 1936 inflisse all'allora brillante ufficiale dell'esercito, una condanna a sedici anni di carcere, più un anno di sorveglianza speciale (agli arresti nella sua abitazione e piantonato) per essere trascorso a vie di fatto contro un superiore; ma finora non è stat^ comunicata alcuna decisione. Dopo la lieta parentesi di ieri mattina gli animi dei due protagonisti di questo romanzo d'amore sono caduti nuovamente nella tristezza del loro destino. Lui, quattrocentoventi volte milionario quale erede della fortuna lasciatagli dalla madre, è tornato nella sua cella muto e con gli occhi trasognati dopo aver riconsegnato al guardarobiere del carcere il vestito grigio di vecchio taglio con il quale si era presentato dinanzi al sacerdote. Lei, giovane, bella nella sua semplicità, di modesta famiglia, è tornata invece a sedere dinanzi alla macchina da cucire, nella sua casa nei pressi di via Donna Olimpia, alla periferia della città, nell'attesa che giunga la grazia o che trascorra l'ultimo anno della pena che il suo sposo ha dovuto espiare per uno di > quei gesti dovuti ad un moménto di incontrollata esasperazione, e che si pagano a caro prezzo e che lasciano una traccia indebile per tutta una vita. Il .matrimonio non è una co. sa rara anche tra le tetre mura di un carcere; ma per lo più esso viene quasi a conclusione dell'intimo dramma di due persone travolte dallo stesso vortice della vita, o a conclusione di una relazione .precedente all'internamento nella casa di pena. Quello di Luigi Tirone e di Maria An- tonietta è invece dovuto all'idillio sbocciato tra quelle stesse pareti, due anni or sono, allorquando la sartina che frequentava il convento delle Francescane Orsoltne, presso le cmali si recava a lavorare, scrisse, consigliata dalle stesse suore, una lettera al detenuto. Erano parole semplici, sgorgate da uh cuore sincero pfen| di conforto e di speran- za che anche altre ragazze inviavano ai carcerati di Regina Coeli più bisognosi di una parola buona perchè privati à lungo della libertà, non per un atto infamante ma per un gesto incontrollato. Da quel giorno le lettere tra Luigi e Maria Antonietta divennero sempre più frequenti fintanto che alla giovane non fu concesso, due mesi fa. di parlare con il prigioniero. Si piacquero e fu deciso 11 matrimonio con il consenso anche di mamma Maria Pezzuto, vedova Cicconi, e dei nove fratelli (sei femmine e tre maschi). Ieri mattina la cappella al quarto piano del carcere era addobbata a festa; alcuni vasi di foglie erano stati posti agli angoli, mentre dal soffitto scendevano i drappeggi un tempo rosso scarlatto ora sbiaditi e lisi. Dopo il « si » pronunciato con voce sommessa e lo scambio degli anelli i due sposi si sono abbracciati: « Arrivederci, abbi fede... » è stato il saluto di Luigi Tirone alla sua sposa. Pochi attimi dopo essa scompariva dietro l'enorme edificio, sola verso la libertà in attesa di quel magnifico viaggio di nozze che Luigi le ha promesso e che non durerà meno di un anno attraverso il mondo. g. i
Persone citate: Cicconi, Elisabetta Locatelli, Luigi Tirone, Maria Antonietta, Maria Antonietta Cicconi, Maria Pezzuto, Romanzo D'amore
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