I cinesi in ritirata su 180 km, di fronte

I cinesi in ritirata su 180 km, di fronte SITUAZIONE CAPOVOLTA IBF COREA I cinesi in ritirata su 180 km, di fronte (Dal nostro inviato speciale) , Tokio, 21 maggio. Un fatto assolutamente in-,comprensibile si riscontra nelìsecondo round dell'offensiva] cinese di prima/vsra. Per uno'stupefacente paradosso, per]un mistero quasi inesplicabile,\i cinesi ricominciano a farelesattamente ciò che fecero perì il primo round, e a meno di!una tardiva ripresa, otterran-1 no lo stesso disastroso risulta-' to: una seconda grave emor-jragia che non frutterà pratica- mente nulla. Al primo round, dinnanzi alSeul, poco a mancò che' noni riportassero una vittoria note-'vote. Durante tre giorni che,furono drammatici ci chiede-\vamo se il « mare umano » dei > cinesi non avrebbe prevalso!sulla pioggia di fuoco degli \ americani. Se i cinesi, mentrella vittoria era in bilico, aves-\sero gettato nella battaglia i loro blindati, le loro artiglierie, e soprattutto la loro aviazione per sfruttare la breccia iniziale, l'equilibrio avrebbe potuto rompersi in loro favore. Non avendo agito in tal modo la loro offensiva finì ai primi di maggio annegata nel sangue. Pareva tuttavia escluso che essi dovessero ricominciare senza modificare in nulla U loro metodo; sembrava eviden te che il secondo round dovesse iniziarsi con qualche cosa di nuovo, cioè con la famosa aviazione fornita dai russi, la quale non è un mito ma esiste davvero, si trova in Mandarla e si rafforza progressiva mente. Invece, no; ancora una volta ii fantaccino cinese viene lan ciato sotto i « rockets » tZ « ria pel » senza altra speranza che di poter sfondare grazie alla fòrza dèi nùmero e, come la prima volta, la sua offensiva sembra dover morire sotto V'effetto combinato della for midabile potenza di fuoco degli alleati e della loro difesa elastica che non è disturbata in nulla nè dall'artiglieria nè dall'aviaziome sulle retrovie. O si tratta di un falso secondo round o di un preludio ad esso? Non lo si direbbe a giudicare dalla ampiezza del nuovo sforzo cinese. La concezione strategica era cattiva* Nemmeno. Si tratta visibilmente di conquistare Seul aggirandola, superando la capi- tale mediatile una breccia laterale al centro della Corea poiché la breccia frontale a fine aprile non riuscì. Questo secondo round non costituisce, almeno in parte, una dimostrazione intesa ad attirare l'attenzione dell'alleato russo, una dimostrazione « alla cinese », una dimostrazione che costa caro ma permetterebbe di provare a Mosca che così non possono continuare a lungo come essa sogna? La Russia può essere soddisfatta di vedere che la guerra, di Corea si trova vicolo cieco; ma Za Gina no. La Russia ha bisogno di capire che si deve o rinunciare alla vittoria sempre promessa dalla propaganda di Pechino al popolo cinese oppure occorre pagarla — e ciò spetterà alla Russia — iZ prezzo indispensabile. Comunque, la seconda offensiva cinese avrà ritardato soprattutto un nuovo momento decisivo di questa guerra. Fra poco saremo di nuovo a una svolta che renderà necessaria la scelta tra un nuovo affiaccarsi della guerra o una ripresa attiva di essa mediante un terzo round, lanciato con effettive possibilità di successo, il che dipende essenzialmente dal volume dei rischi che la Russia è decisa ad affrontare. La Cina dal canto suo non potrebbe prestarsi alla riapertura di negoziati diplomatici se non accettando di perdere la faccia e ammettendo l'insuccesso del suo intervento militare. E' inutile sottolineare fino a che punto ciò sarebbe gravido di conseguenze per il regime comunista in Cina, per la causa del comunismo in Asia e per la causa stessa della Russia. Robert Guillain

Persone citate: Robert Guillain