Cornili e polemiche in piazza e in Parlamento

Cornili e polemiche in piazza e in Parlamento Cornili e polemiche in piazza e in Parlamento Roma, 21 maggio. Domani il Senato deciderà se accettare o meno la discussione d'urgenza dell'interpellanza presentata dalle sinistre sugli « interventi del clero nella campagna elettorale ». Come si ricorderà una analoga richiesta fu respinta nei giorni scorsi alla Camera. Quella di domani è perciò l'ultima occasione che si presenta all'opposizione di impostare un dibattito elettorale sulla spinosa questione prima delle elezioni. I presentatori dell'interpellanza sperano nella particolare situazione del Senato, ove il margine di vantaggio del gruppo di maggioranza è assai più esiguo che alla Camera. Tutto lascia credere, tuttavia, che esso si presenterà compatto e riuscirà a respingere l'urgenza. Quest'oggi i repubblicani attraverso un editoriale del loro giornale hanno intanto dichiarato apertamente di approvare l'intervento della Chiesa nella contesa elettorale, giacché l'impegno del momento è quello di isolare e paralizzare la forza del comunismo « con l'aiuto di tutti, e quindi anche della Chiesa». E da questo spunto, il direttore della Voce trae anche un' altra illazione: che, cioè, nella prossima competizione elettorale il blocco dei partiti democratici si distingue, a sua volta, in due settori: quello dei democristiani e repubblicani e quello dei liberali e socialisti. Solo i partiti del primo darebbero garanzie di affrontare in modo completo ed organico i problemi italiani. Da parte sua, L'Osservatore Romano è ancora tornato sulla questione dei rapporti tra Stato e Chiesa con due lunghi corsivi. Uno per ribadire il principio che razione condotta dalle gerarchie ecclesiastiche a tutela della religione e dei costumi cristiani non contrasta con le clausole del Concordato, l'altro per rammentare al leader del P.C.I. che « chi ha votato per i Pat- ti Lateranensi ha ammesso che ai « preti » una giustizia era dovuta, un diritto l'avevano ed era,onesto ed utile riconoscerlo ». La domenica elettorale, folta di centinaia di comizi nel corso dei quali tutti gli esponenti dei partiti politici hanno parlato due o tre volte a distanza di noche óre, è trascorsa tranquilla e senza incidenti, eccettuati quelli accaduti a Palermo, ove il questore ha interrotto un comizio del sen. Li Causi del P.C.I. che stava insistendo con foga sul significato politico delle rivelazioni del bandito Pisciotta. La folla ha reagito vivacemente e la polizia è intervenuta con lancio di bombe lacrimogene. Il Presidente del Consiglio ha parlato a Pesaro ed a Ravenna insistendo sul significato politico delle prossime consultazioni elettorali e sulla necessità dell'unione di tutte le forze politiche sulla base della liberta, del reciproco rispetto e della tolleranza. A Genova, invece, il ministro degli Esteri, Sforza, ha fatto un ampio quadro della situazione internazionale soffermandosi particolarmente sulla revisione del nostro trattato di pace. « Non solamente questo e il momento opportuno atteso dal Dipartimento di Stato per discutere l'azione per la revisione — ha sottolineato il ministro — ma è anche urgente affrontare il problema nel suo assieme e non lim tatamente alle clausole militari ». Una dichiarazione comune dei governi degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e della Francia che annunzierà la estinzione morale del trattato di pace dell'Italia è ritenuta imminente negli ambienti politici romani, dove si osserva che quanto ha detto in propo sito il ministro degli Affari esteri Sforza nel suo discorso di Genova è basato sui più che favorevoli sviluppi detrazione diplomatica italiana. Nella dichiarazione si auspicherebbe pure l'immediata ammissione dell'Italia all'U.N.O. E' in visita in Italia il signor William Herod, coordinatore economico e finanziario della « Nord Atlantic Treaty Organisation », il quale domani avrà un colloquio col Presidente del Consiglio e con vari ministri. Egli questa sera si è incontrato con i maggiori esponenti dell'industria italiana ed ha in programma la visita degli stabilimenti dei maggiori centri industriali del nord, a cominciare da quelli di Torino e Milano. Nei colloqui romani, a quan to si assicura, Herod avrà modo di mettere a punto la que stione degli aiuti finanziari all'Italia per l'attuazione del suo piano di riarmo. Tali aiuti, per il corrente anno, ammonterebbero a 350 miliardi di lire. Nei due anni successivi la somma sarà pressoché analo ga, si aggiungeranno cioè quei 1000 miliardi di lire in un triennio cui ha fatto cenno il ministro della difesa on. Pacciardi nel suo recente discorso al Senato a conclusione del dibattito sugli stanziamenti straordinari di 250 miliardi di lire. sdmlddpsaismulcRze , e e

Persone citate: Li, Pacciardi, Pisciotta, Sforza, William Herod