L'azione del partito liberale in una lettera di Villabruna

L'azione del partito liberale in una lettera di Villabruna L'azione del partito liberale in una lettera di Villabruna In risposta all'articolo di Nicolò Carandini su « I liberali », pubblicato nel nostro numero di sabato, l'on. avv. Bruno Villabruna, segretario generale del P.L.I., ci invia la seguente lettera, che volentieri pubblichiamo. Caro Direttore, Ho letto nel suo autorevole giornale l'articolo di Nicolò Carandini <I liberali». Chiedo alla sua cortesia di poter rispondere, non per difendere la mia modesta opera, ma per scagionare gli organi direttivi del P.L.I. da una responsabilità che non hanno, ma che potrebbe sospettarsi dopo la lettura della disquisizione politico-dottrinaria dell'amico Carandini. Vorrei Innanzi tutto chiedere a lui — che ostenta la volontà e la capacità di galvanizzare meglio di ogni altro le forze liberali — se ritenga di aver scelto il momento più opportuno per manifestare (ripetendo cose già dette) la sua scarsa fiducia sulla vitalità del PLI, quando esso è impegnato in una battaglia elettorale, dalla quale si ripromette un non trascurabile successo. Ma soprattutto mi preme di precisare le ragioni, per le quelli io e molti amici miei abbiamo ritenuto di accogliere con < tiepidezza > la proposta carandiniana di promuovere una Costituente Li berale. Gli amici carandiniani (ora raccolti intorno ad un settima naie, che ha tutta 'a mia sim patia per il suo largo spirito liberale) non sono alle prime armi in materia di iniziative organizzative: e spero che non si offenderanno, se mi permetto di dire che ogni loro iniziativa si è convertita in un insuccesso: ciò che accade abbastanza di frequente quando co loro che si accingono a simili imprese sono, come gli amici carandiniani, largamente dotati di raffinata fantasia intellettualistica, ma sprovvisti di capacità organizzativa. Carandini ed amici non hanno certo dimenticato che, in tempi non molto lontani, han no guidato — come esponenti della nostra tendenza progres sista — il PLI; e che, in un dlsgraziatlssimo giorno, quando meno se l'aspettavano, si videro tolte dalle mani le redini del comando. Cominciò da quel momento il declino del PLI. Di fronte all'imprevisto, ma non imprevedibile Infortunio, gli amici carandiniani pensaro [no. che la soluzione più sempit loia fAtiaa niifllli Hi mottoivl ir ce fosse quella di mettersi in disparte, lasciando noi nei guai, con il compito — che sembrava disperato — di risollevare il Partito, dopo che esso, caduto in mani di altri, aveva finito col toccare il limite estremo della rovina. E mentre noi (intendo dire gli attuali dirigenti) attendevamo con l' ostinata alla non facile in., resa, gli amici caranIdinianì — sicuramente non con la intenzione di rendere più arduo il nostro compito, ma per quel prurito innovatore che mai li abbandona — presero una seconda iniziativa più mirabolante di quella di cui ora debbo occuparmi: la formazione, cioè, della cosiddetta «terza forza», la quale sarebbe dovuta scaturire dalla fusione — è facile immaginare quanto omogenea — dei liberali con 1 repubblicani e - con i socialisti saragatiani. Questa iniziativa segnò il loro secondo insuccesso. Siamo ora giunti alla terza iniziativa: la proposta di una Costituente Liberale, rispetto alla quale io e molti amici miei, ci siamo permessi di esprìmere alcuni dubbi (che qui non ripeto, per averli altra volta diffusamente esposti), sulla sua pratica attuabilità. Prima di avventurarci sulla strada di una Costituente Liberale — della quale stentiamo a comprendere le ragioni di impellente necessità — dato che il Partito è ormai saldamente ricostituito — avremmo voluto essere per lo meno certi del successo, per non correre il rischio di mettere in rovina la nostra casa appena restaurata, e di rimanere a metà strada (terzo insuccesso), per 11 solo gusto di inseguire, con infantile candore, il sogno del castello delle fate. Pareva a noi, e ci pare ancora adesso, che per rinvigorire il PLI — togliendo di mezzo la leggenda di discordie intestine inesistenti, posto che tra noi ed i carandiniani non sussiste alcun dissenso ideologico sostanziale — la via più pratica fosse quella, che essi si decidessero a rientrare nel partito, come li abbiamo ripetutamente invitati, sicuri che il loro esempio avrebbe avuta una notevole efficacia suggestiva sui numerosi simpatizzanti, non ancora iscritti. Ho dovuto, non senza malinconia, ricordare questi precedenti per mettere la situazione in chiaro; mentre preferirei di non dover ritornare di tanto In tanto su questo argomento, per non dare l'impressione di girare intorno ad un fastidioso puntiglio. Desidero invece compiere un ultimo atto di buona volontà, che mi ero proposto ancor prima che Carandini scrivesse il suo articolo. Al mio ritorno a Roma — non appena chiuso il giro di propaganda elettorale, che ora mi prende interamente — mi farò premura di incontrarmi ancora una volta con gli amici carandiniani, con il proposito di esaminare insieme un nuovo piano di azione, che spero varrà ad eliminare ogni dissenso. Nel frattempo — Carandini piacendo — fiduciosamente attendo il prossimo responso degli elettori sull'azione svolta dal PLI In questi due ultimi anni. La ringrazio della ospitalità e la saluto molto cordialmente. Suo aff.mo Bruno Villab: -.'O

Persone citate: Bruno Villabruna, Carandini, Nicolò Carandini, Villabruna

Luoghi citati: Roma