Il Giro d'Italia di quest'anno è una prova per scalatori di Vittorio Varale

Il Giro d'Italia di quest'anno è una prova per scalatori CRONACHE DELLO SPORT Il Giro d'Italia di quest'anno è una prova per scalatori Le caratteristiche del percorso e i capisaldi del regolamento - Una centuria di corridori iscritti • Sabato la prima tappa Milano-Torino (Dal nostro inviato speciale) Milano, 16 maggio. Hnitiio cominciato ad adunarsi a Milano i corridori che posdomani, sabato, poco prima di mezzogiorno partendo alla volta di Torino dove ha termine la prima delle venti tappe, daranno vita al Giro d'Italia, La classica manifestazione del ciclismo, giunta omini alla sua trentaquattresimo edizione (avrebbe 42 anni giusti se non ci fossero state le interruzioni delle due guerre), ha avuto tanti meriti nella nascita, si può dire, dello sport in Italia e poi nel suo successivo diffondersi ed affermarsi in ogni campo, dall'economico all'industriale, dall'affettivo al sociale, da rendere inutile, io penso, tesserne qui il panegirico d'obbligo per metterne in evidenza l'importanza — sotto tutti i punti di vista. Se ci limitiamo a considerare quello più a portata di mano, si vede di colpo che per un complesso di circostanze, rarissime volte, forse mai, la grande prova a tappe organizzata dai nostri colleghi della Gazzetta dello Sport si è presentata sotto auspici altrettanto favorevoli. Basterà citare soltanto due di queste circostanze per avvertire subito che quest'anno ci si trova davanti a un Giro assolutamente eccezionale: 1) essendo venuto a cessare per le note ragioni il predominio pressoché assoluto d'un solo uomo su tutta la massa de suoi avversari (voglio dire Coppi), il campo risulta enormemente più equilibrato ; le probabilità di vittoria finale si trovano sparse fra una più larga cerchia di contendenti, uno dei quali, tanto per parlare subito degl'italiani, è quel Magni che tante volte in que sta prima parte della stagione ha tagliato vittorioso i traguardi (e di Soldani, di Martini, di Fornara, non ci mancheranno, vedrete, le occasioni di occuparci per le belle cose che si ha diritto di aspettarci da essi, ne vi dico di Bartali); S) una partecipazione straniera cosi eletta anche se non inutilmente numerosa, da far ritenere che perfino il Giro di Francia, il tanto famoso e per vari versi ineguagliabile Tour dovrebbe invidiarla. Poche storie: alla testa d'una squadra ci abbiamo Kubler vincitore l'anno scorso dello stesso Tour, e per le sue recenti vittorie considerato attualmente il n. 1 del ciclismo internazionale; alla testa di un'altra squadra si annuncia l'altro svizzero Koblet, il sorprendente corridore che riuscendo a trionfare nel Giro del llllllllllllllllllllllllllllllllllluillllllllllllllllllllll '50 vi segnò la prima vittoria straniera dopo tanti anni di tentativi infruttuosij la Francia ci manda, solidamente spalleggiato, il suo miglior campione che è Bobet, corridore che per il suo equilibrio, per la somtna delle sue qualità atletiche, per l'esperienza che possiede delle prove a tappe, pel suo morale altissimo (non dimentichiamo ch'egli ha vinto l'ultima Milano-Sanremo), avanza solidissime c per nulla affatto avventate pretese a succedere a Koblet; dalla stessa Francia viene l'oriundo italiano Marinelli che se fosse riuscito a portarsi nella forma del '49 quando si rivelò nel Tour starebbe bene anch'egli fra i < pari merito > che, non essendoci più il mattatore com'ho dianzt accennato, sono ben più d'una mezza dozzina a sperare d'approfittare di tale assenza; infine ci sarebbe da spendere una parola sui belgi, capitanati nientemeno che dal campione mondiale Schotte, ma a questo riguardo ogni nostra fibra si rifiuta di occuparci di essi fino al momento che effettivamente dimostreranno d'aver qualcosa da dire in una competizione come quella in etti sono venuti a cimentarsi. Che la minaccia straniera sia quest'anno dichiaratamente più pericolosa che mai, è un fatto da mettere doverosamente in immediato rilievo; per mandarla a vuoto ci vorrebbe, da parte italiana, o il ritorno clamoroso — e per nulla affatto im probabile — rii Coppi nelle sue migliori condizioni oppure la benvenuta e travolgente rivelazione d'uno dei prodotti della generazione montante. In attesa di raccontarvi giorno per giorno su queste colonne le vicende della lunga competizione che ha radunato 14 squadre industriali con tut complesso di 98 corridori, e premesso che sommo augurio d'ogni benpensante è che vinca il migliore, e la sua vittoria risulti limpida e netta senza inquinamenti extra-sportivi, il discorso odierno non può concludersi senza aver prima accennato, almeno genericamente, ai capisaldi della manifestazione ed alle sue principali caratteristiche. Abhiam detto che il Giro comincerà sabato, con Torino mèta della prima sosta; le altre tappe seguiranno come appare dalla cartina qui sopra pubblicata, il che ci risparmia di elencarle nominativamente. A maggior comprensione aggiungeremo che due si disputeranno a cronometro: la sesta, in pianura, da Perugia a Terni (ohilometri 83), e la dodicesima, in salita, da .Rimini a San Marino (km. 14). Comparativamente ai Giri precedenti, questo può ritenersi uno de1 più duri per la disposizione ed il numero delle salite che andrà ad affrontare. Faticosissime per i dislivelli ria superare si presentano l'Alassio-Genova e la lunga (311 chilometri!) Foggia-Pescara nella prima metà della ronda ; poi vi sarà la tappa delle Dolomiti (durissima quella in programma attraverso i colli di Falzàrego, di Pordoi e di Srlla ancora ricoperti di neve, e quella di ripiego già indicata), e infine quella di St. Moritz — per la quale c'è da aspettarsi, dicono i giornalisti andati a riconoscerla, una < tappa-terremoto >, tanfo l'ultima salita è lunga, erta, malagevole, pericolosa. Un giro da scalatori, insomma. Altre norme importanti sono: nessuna tappa-volante come gli altri anni; abolizione degli abbuoni di tempo sui colli ed agli arrivi (vince chi ha impiegato meno ore, meno minuti, meno secondi a percorrere i 41)00 chilometri totali); giuoco di squadra liberissimo. C'è una «oriti. invece: ed è che in caso di fo ratura. non è più permesso al corridore infortunato di farsi dare immediatamente un'altra ruota da un compagno di squadra o dulia vettura della sua is icasay (perdita SO secondi al massimo), ma dovrà ria se sfes so procedere alla sostituzione ed alla gonfiatura della nuova gomma. Poiché per questa operazione occorrono almeno un minuto e mezzo (pari all'incirca a un chilometro percorso nel frattempo dal gruppo) è chiaro come, secondo gl'intendimenti dei promotori, anche una semplice foratura potrà dar fuoco alle polveri in pia nura. Gli Assi non hanno accolto troppo favorevolmente ques'a limitazione ai privilegi finora goduti; ma fino ari esauriente dimostrazione in contrario noi non ci sentiamo di sposarne le lagnanze, Vittorio Varale

Persone citate: Bartali, Bobet, Coppi, Fornara, Magni, Marinelli, Schotte, Soldani