Washington è favorevole ad includervi Grecia e Turchia di Gino Tomajuoli

Washington è favorevole ad includervi Grecia e Turchia I I— F» A T T O ATLAN TI C O Washington è favorevole ad includervi Grecia e Turchia Non sono abbandonati i progetti di un patto mediterraneo - Colloquio di Tarchiani col sottosegretario Mac Ghee (Dal nostro corrispondente) izaWashington, 10 maggio. \uSebbene da qualche giorno]Euna. parte della stampa ameri-ìecana preannunci la conclusione | l'di un Patto mediterraneo per rta difesa della Grecia, della sTurchia e delle Nazioni del nMedio Oriente garantita dalle\Tgrandi Potenze, è invece più probabile che il Governo americano sia ora orientato verso l'ammissione della Grecia nel Patto Atlantico. Una settimana fa sembrava esclusa per serie considerazioni politiche e militari. Questi ostacoli esistono sempre, ed anzi prima di veder definitivamente sanzionata da tutti gli alleati atlantici la decisione di massima del Dipartimento di Stato e del Pentagono, il Governo degli Stati Uniti prevede che soprattutto In Gran Bretagna ripresenterà, le considerazioni contrarie all'ammissione della Grecia e della Turchia nel Patto. Ma gli ambienti dirigenti americani si sono convinti che ogni altra soluzione è ancora più difficile e complicata. < Una garanzia Come si ricorda Londra e Parigi avevano suggerito che, poiché alla Turchia ed alla Grecia interessava soprattutto ottenere una garanzia di difesa da parie degli Stati Uniti il Governo americano e non il nato /Patto Atlantico) doveva assumersi isolatamente l'onere di concedergliela. Il nato, dicevano c dicono gli anglofrancesi, non può né deve trasformarsi ni un'agglomerazione di patti regionali. E si deve inoltre evitare, estendendo continuamente le responsabilità dell'alleanza atlantica al di là della sua area geografica, di incoraggiare le continue e inevitabili richieste di associazio gcpcatlaèuNapltSeddsbgzrgsamapnzsne da parte di nazioni deboli I e la cui difesa non è stretta-l\l^K\^^^n^^^\i ,"Jf"„ " q \'""ea au",">ca I „„ ìT.1'£. « '_' "~~ìr "n*« * ; ' ' Come alternativa a questa soluzione, che gli Stati Uniti „™ r,n„' n^l^H ^ ar non erano peròdisposti ad ac Ìcettare. si era proposta la con-.ctusione di un patto di difesaImediterranea, separato da quello atlantico, in un primo tempo U Dipartimento di Stato mostrò di favorire questa soluzione. Ma presto ci si re- ìse conto che le condizioni po-\litiche e militari del Medio'Oriente seriamente turbate daO conflitto arabo-israelano, dal Ile abitazioni egiziane per il ri-\tiro delle guarnigioni inglesi \dal canale d Suez ed infine\aai torbidi iraniani avrebbe-\io impedito decisioni rapide e\concrete. \Inoltre, quale estensione avrebbe dovuto avere il mio-'vo patto? Era possibile fon-' aario solo sulla associazione [della Grecia e Turchia, sen-iiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiuiiiHiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiNi za includervi la Jugoslavia da una parte e Israele dall'altra.' Ed includendo questa come escludere la Siria, il Libano, l'Egitto, l'Arabia Saudita, L'I raq e l'Iran .* E come era pos sibile dal punto di vista tee nico associare alla Grecia, Turchia e Israele, che dispon gono di piccoli ma ottimi eserciti modernamente attrezzati, paesi militarmente inesistenti come le nazioni arabe? Dubbi superati Poco a poco l'istanza per la ammissione all'alleanza atlantica posta ripetutamente dalla Grecia e dalla Turchia ed appoggiata solo dall'Italia, si è ripi esentata da sola come la unica soluzione realizzabile Nel seno stesso del Governo americano esistevano fino a poco tempo fa gravi dubbi sulla possibilità pratica di adottarla. Mentre infatti i capi di Stato Maggiore della Marina e dell'Aviazione, preoccupati dell'assoluta necessità di guadagnare tempo e di poter di spbrre in caso di conflitto di basi aeronavali greco-turche già attrezzate e pronte a funzionare, appoggiavano senza riserve ogni soluzione che legasse quelle due Nazioni al sistema difensivo occidentale od americano, il capo di Stato maggiore dell'Esercito, generale Collins, si opponeva ad assumere nuovi impegni. Egli affermava che gli im pegni verso il nato impongo no agli Stati Uniti uno sforzo che per il momento è lo sforzo ìnassimo; prima di due o tre anni gli Stati Uniti non disporranno di truppe ed armamenti da stanziare e distribuire al di fuori delle aree ora previste (Europa atlantica, Asia e basi aeronavali nel Pacifico e nell'AtlanticoI. Ma J I f°P° lunghe consultazioni e lenendo soprattutto nel mas \Omo conto il fatto che Gre \c.a. e Turchia sono in grado SS^J^JS&k damente un milione e mezzo * uomini, con l'appOgglO di ÌZt'^sTèn^amerf^nTrela. .1"1 assistenza americana retaItlvamente ridotta, lopposizw ne del capo dell'escreto americano venne a cadere. Inoltre il National Securitii Coìmcil, che è il supremo or- ìgano americano di difesa, ten \ne conto di altri due fattori 'miportanti: la difesa della JuO dosiamo e quella del Medio IOriente. Sia la prima che la \seconda possono essere rapi \dameute sviluppate solo qua\l°ra esista già, a cavallo della \zona balcanica e di quella del \Medio Oriente, una base d'o \peiazione efficiente. E solo la Grecia e la Turchia ne offrono 'la possibilità, ' E poiché, nonostante le mol [te simpatie conquistatesi negli iultimi iempi dal governo di NiiNiiiiiiiiiiitiiiHiiiiiiiiiiNiiiiiiiiiiminmiiuin Tito, gli ambienti militari americani considerano che la Jugoslavia potrà costituire un elemento del sistema difensivo europeo solo quando sarà possibile coordinare la sua difesa con quella alleata. Si ar rivo alla conclusione che le basi greco-turche offrono alla organizzazione atlantica la possibilità di indirizzare e di controllare la strategia difensiva, jugoslava in modo che quadri con i piani difensivi dell'Occidente e cioè, in altre parole, la possibilità di evitare che Belgrado organizzi solo la difesa di una parte del suo territorio, lasciando scoperti i fianchi del suo schieramento verso l'Italia e la Grecia Per queste considerazioni il Dipartimento di Stato e Pentagono si sono definitivamente orientati per l'allargamento del « Nato » alla zona grecoturca. Gli studi per il progetto più ambizioso, quello del Patto Mediterraneo, non sono però abbandonati: essi procedono parallelamente a quelli per la ammissione della Grecia e Turchia. Per queste ragioni oggi l'ambasciatore ita- CnmpdsddcsmIacUano Tarchiani ha avuto unllungo colloquio al Dipartimeli to di Stato con il sottosegretàrio Mac Ghee durante il quale ha discusso appunto le varie alternative che si presentano per un'efficace difesa del Mediterraneo. Gino Tomajuoli

Persone citate: Mac Ghee