Gromyko rimette in discussione la questione del Patto atlantico

Gromyko rimette in discussione la questione del Patto atlantico ImA c onferen ni PARIGI Gromyko rimette in discussione la questione del Patto atlantico Un lungo discorso propagandistico del delegato sovietico Le repliche dei rappresentanti anglo-franco-americano (Dal nostro corrispondente) Parigi, 10 maggio. Gromyko dopo essersi chiu60 per 48 ore nel silenzio, ha esposto oggi a Palazzo Rosa le sue attese dichiarazioni, ma con questo si è fatto, come ha detto' rispondendogli Parodi, un passo avanti e due indietro. La lunga seduta durata circa 4 ore è stata occupata nella prima parte da un diffuso discorso del delegato sovietico, discorso propagandistico che riprende i motivi già noti, dipingendo la politica di Mosca come la sola amica dei popoli, del loro benessere e della pace mentre quella degli Occidentali sarebbe guerrafondaia e contraria all'interesse dei lavoratori e via dicendo. Non ua detto il delegato francese chiaramente che il suo paese potrebbe essere nella necessità di accrescere anziché ridurre i propri armamenti? Persino le accuse a Churchill sono state rievocate da Gromyko. Addentrandosi nella discussione delle proposte di ordini del giorno egli ha definito di nuovo falsa e inaccettabile la formula suggerita dai tre circa gli armamenti. H Patto Atlantico, secondo Gromyko, è diretto contro l'Unione Sovietica e contro le democrazie popolari, è un complotto contro i paesi pacifici e mobilita la Germania occidentale asservita alle potenze occupanti per ricavarne carne da cannone. Pertanto la delegazione sovietica ritiene necessario includere nell'ordine del giorno la questione del Patto Atlantico é delle basi militari americane in Europa e nel vicino Oriente. Moneta di scambio Avevamo ben ragione di prevedere che questi due pun li, sebbene da parecchie sedu teloGtr« mvacomdicetagldiGdecrrivpOdpchremaclesmgscrlitatePsininccpesrsndca, fte non più menzionati da Gro: mmyko, sarebbero stati da lui vrimessi sul tappeto al momen- -to opportuno come moneta di scambio. Così egli ha fatto oggi dichiarando di essere disposto ad accettare lo schema di ordine del giorno numero due degli Occidentali, ma con due modifiche e una riserva Si tratta di quello schema, il più lungo dèi tre, il cui tèsto nella parte centrale si presenta diviso in due colonne: da una parte le pro- Foste degli Occidentali e dalaltro quelle della delegazione soviètica sui punti sui quali non c'è accordo,.per lasciare liberi i quattro Ministri degli esteri di elaborare come meglio crederanno quella, ma¬ Praktpnnfupmdezdm■IIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIMIIIIIIIIIII teria, cioè gli armamenti e la loro invocata riduzione. Prima modifica voluta da Gromyko: dal lungo pezzo centrale egli estrae la formula « demilitarizzazione della Germania », che egli stesso poneva in cima e gli altri invece in coda al paragrafo degli armamenti, e la fa figurare nell'ordine del giorno, come già accettato dalle due parti, isolata e anteposta al controllo degli armamenti. Seconda modifica: ai temi di discussione Gromyko aggiunge, come si è detto, il Patto atlantico e « la creazione di basi militari americane in Inghilterra, in Norvegia, in Islanda e in altri paesi dell'Europa e del vicino Oriente ». Un passo indietro Nella seconda parte della seduta si sono avute le risposte preliminari dei tre Occidentali che hanno dato luogo a brevi repliche di Gromyko. Ha cominciato Parodi. Gli sembra assai dubbio, ha detto egli, che quanto ha esposto il delegato sovietico lasci malte speranze di accordo. « Abbiamo ascoltato uno dei più lunghi fra i suoi aggressivi discorsi di propaganda; esso ci riporta assai indietro». La politica di armamenti denunciata da Gromyko è precisamente quella praticata dal suo Paese dalla guerra in poi. Lasciando la polemica, il fatto incontestabile dell'aggressione in Corea, ove le forze americane si erano ritirate, è stato constatato sul posto dai rappresentanti neutrali dell'UNO ed è uno dei casi di aggressione più chiari che la storia ricordi. L'impressione che suscitano le dichiarazioni odierne di Gromyko è di profonda delusione; esse rimettono ogni cosa ùi discussione. Davies si è quindi associato alle osservazioni, del collega , francese sempre in via preli minarei si e meravigliato di vedere spuntare di nuovo il - o e - e ¬ lNcdlddtdPatto atlantico e le basi americane; non aveva Gromyko abbandonato tali argoment:T — No, mai; ribatte Gromy ko (egli infatti lasciò soltanto dormire per qualche tempo questi temi; l'equivoco viene dalla sua abile tattica di non presentare mai, dopo la fase iniziale della conferenza, un testo complessivo del suo progetto di ordine del giorno, ma soltanto punti staccati). Terzo oratore degli Occidentali l'americano Jessup; egli tiene a precisare la funzione giuridica del Patto atlantico: esso è un trattato difensivo concluso ufficialmente sotto l'egida e secondo IIIIIIIIIIIIIHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIItllllllllllllllll lo spirito della Carta delle Nazioni Unite. Non è diretto contro alcun Stato o gruppo di Stati, ma soltanto contro l'eventuale aggressore. Quindi, ha concluso Jessup, chi lo interpreta come diretto contro l'Unione Sovietica suscita una lecita domanda: questa o un suo satellite penserebbe dunque di attaccare uno dei Paesi del Patto? Jessup termina chiedendo di nuovo se la delegazione sovietica desidera arrivare a una conferenza dei quattro Ministri degli esteri o no. Gromyko protesta: la domanda di Jessup non ha senso; non è stata forse l'Unione Sovietica a volere la presente conferenza ? La domanda va rivolta invece al Governo degli Stati Uniti. Allora Jessup ribatte: «Io non starò a discutere se la domanda abbia un senso; sarò brevissimo e rispondo: Yes, oui, da ». Su questa battuta trilingue la seduta è tolta e rinviata a domani. Luigi Emery