|| governo ultimerà oggi |'esame della legge sindacale

|| governo ultimerà oggi |'esame della legge sindacale || governo ultimerà oggi |'esame della legge sindacale Ripetati colloqui di De Gasperi con ministri e sottosegretari - Accettata una rianione con i rappresentanti degli statali per stabilire un nuovo congegno della scala mobile -1 sindacati ribadiscono la libertà di sciopero dei dipendenti pubblici • L'atteggiamento dei partiti Roma, 10 maggio. A nome della C.I.S.L. l'onorevole Pastore ha invitato il Governo — con due telegrammi inviati rispettivamente al Presidente del Consiglio ed al Ministro del Lavoro — < a voler disporre un urgente incontro per poter tentare, eliminando ogni drastica pregiudiziale, di addivenire ad un'equa soluzione della vertenza >. La vertenza è quella degli statali e la c drastica pregiudiziale > da far cadere è il criterio adottato dal Governo secondo il quale ogni eventuale aumento di retribuzioni in applicazione del nuovo congegno di scala mobile non dovrebbe aver valore retroattivo. De Gasperi risponde Per la ripresa delle trattative il Governo comunque dovrà esigere che cessino tutte le agitazioni in corso. Questa è del resto consuetudine in tutte le vertenze sindacali — sospendere la lotta durante i negoziati — sicché su questo punto non vi saranno difficoltà. Sembra più arduo superare la questione del valore retroattivo agli eventuali aumenti: ma già si parla della possibilità di una soluzione dì compromesso, in virtù della quale il nuovo congegno di scala mobile che venisse adottato troverebbe applicazione dal novembre del 1950. De Gasperi ha risposto al telegramma di Pastore con il seguente telegramma alla CISL ed all'UIL: < Con riferimento alle vostre ultime dichiarazioni ritengo che la ripresa di contatti possa portare ad un risultato efficace per gli statali e 'salvaguardare, nel contempo, l'indiscutibile autorità dello Stato qualora le conversazioni si avviino e si svolgano al di fuori di ogni minaccia di sciopero e di altre inammissibili pressioni. Nell'ovvio presupposto che la vostra richiesta di avviare le conversazioni risponda a tale spirito ed a tali sentimenti, il Governo ha dato mandato al Ministro del Lavoro di convocare una riunione' per esaminare, assieme ai rappresentanti degli statali e impregiudicato ogni altro problema, un nuovo congegno di scala- mobile che risulti aderente all'andamento del costo della vita ». «Un diritto inalienabile» Il secondo problema che la agitazione degli statali ha riproposto all'attualità è, come è noto, la legge sindacale. Il Consiglio dei Ministri ne esaminerà domani l'esame generale, ed il progetto quindi passerà ad un più attento studio presso un comitato di ministri é di esperti; quando potrà arrivare al Parlamento non si sa quindi ancora. Come le trattative per la scala mobile, anche questo progetto di legge tiene in grande apprensione le organizzazioni sindacali e gli stessi partiti politici. La C.I.S.L. oggi ha approvato un ordine del giorno per deplorare < l'azione intimidatoria messa in atto dal Governo mediante l'improvvisa decisione di prendere in esame una legge che dovrebbe stabilire una limitazione del diritto di sciopero dei dipendenti pubblici > e per confermare « la netta opposizione ad ogni intervento legislativo che limiti il diritto dei lavoratori del pubblico impiego a ricorrere all'astensione dal lavoro ». Anche il consiglio direttivo dell'U.I.L. ha formalmente sancito la decisione « di sostenere con la massima energia il principio del diritto di sciopero anche per i dipendenti del pubblico impiego, riconoscendo che lo sciopero è un diritto inalienabile della classe lavoratrice e che il suo esercizio non può essere affidato che al senso di responsabilità dei lavoratori >. A queste dichiarazioni di princìpio ed a queste enunciazioni programmatiche il consiglio direttivo dell'U.I.L. aggiunge un'osservazione che non è priva di valore politico; chiede, cioè, che le organizzazioni dei lavoratorii siano poste in condizione di far valere i propri punti di vista in merito alla legislazione sindacale, ed a questo scopo è ne¬ cessario che venga prima isti-' tulto il Consiglio nazionale dell'Economia e del Lavoro. Si può al riguardo ricordare che lo stesso Governo aveva l'anno scorso annunciato che la legge sindacale sarebbe stata, discussa soltanto dopo che IróCeril^Ho dell'Economia e del Lavoro fosse entrato in funzione, ed era parso' un consiglio saggio, informato ad un più che opportuno scrupolo costituzionale. Ora lo scrupolo costituzionale è svanito? ci si domanda con sarcasmo negli ambienti sindacali: perchè mai tanta fretta, d'improvviso? Negli ambienti governativi si risponde che proprio l'atteggiamento di scarsa responsabilità tenuto dagli statali impone oggi di affrettare i tempi di una soluzione che appare necessaria per la vita stessa dello Stato e per la funzionalità della sua struttura. Il progetto D'Aragona Ma di rincalzo alle organizzazioni sindacali vengono i partiti, come si è detto: i socialdemocratici, ad esempio, si dichiarano nettamente contrari al progetto Marazza, ricordando che anche il progetto dell'on. Fanfani sulla regolamentazione del diritto di sciopero fu a suo tempo giudicato inadeguato, e per insistenza degli allora ministri Saragat e Tremelloni, fu accantonato in attesa di ritocchi. Venne successivamente esaminato il progetto Marazza, ed anche a questo i socialdemocratici si opposero, per bocca dell'allora ministro D'Aragona. Fu allora incaricato lo stesso D'Aragona di presentare un controprogetto, che fu giudicato soddisfacente, ma non venne poi mai approvato ufficialmente. Adesso che si ritorna a parlare del progetto Marazza, ci si domanda a Palazzo Wedekind perchè sia stato accantonato quello di D'Aragona. E' forse facile rispondere che questo sembra avere il senso di una vendetta per l'uscita del P.S.L.I. dal Governo, ma ogni valutazione di merito sarà impossibile fin tanto che il progetto non sarà conosciu- to nei suoi particolari; ma non si rischia di andare errati anticipando che le divergenze sostanziali vertono appunto sul diritto di sciopero dei pubblici funzionari e dei dipendenti dalle aziende di pubblica utilità, nonché su alcune clausole relative al riconoscimento giuridico dei sindacati. I liberali sembrano invece favorevoli, e cosi pure i repubblicani, sia pure con qualche riserva da parte di questi ultimi. La Voce Repubblicana di stasera scrive difatti che, in Parlamento, si potrebbe ottenere qualche modifica, limitando il divieto di sciopero alle sole categorie dei dipendenti pubblici addetti a servizi es senziali, od a quelle investite di mansioni di particolare valore — magistratura, polizia eccetera — nelle quali praticamente lo Stato stesso si impersona. ' v g_

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