Drammatica lotta a Wombley fra Inghilterra e Argentina: 2-1

Drammatica lotta a Wombley fra Inghilterra e Argentina: 2-1 CRONACHE DELLO SPORT il dieci minuti dalla fine gli ospiti vincevano Drammatica lotta a Wombley fra Inghilterra e Argentina: 2-1 (Dal nostro Inviato speciale) Londra, 9 maggio. Per ottanta minuti su novanta gli argentini di Stabile hanno potuto sperare, e magari credere, di poter battere, loro per primi, l'Inghilterra su suolo inglese in giornata dal tempo inglese. Mancavano dieci minuti al termine dell'incontro ed essi vincevano ancora, per il margine di una sola rete, ma vincevano. Aveva segnato al 17° minuto del primo tempo Mario Boyé, proprio lui, il fuggitivo di Genova, e quello che più drmAgtmedFsMels\Messo a e n e l . i e r e n e i conta aveva segnato di tcsta,\bproprio lui che annovera fra lesue deficienze quella di non sapersi servire che malto imperfettamente della parte superiore del corpo. L'azione era stata bella ed avvincente, anche se, a dare il successo agli ospiti aveva contribuito un elemento di errore del portiere avversario. L'ala sinistra Loustau, avanzando in corsa, aveva servito in profondità la sua mezz'ala Labruna; questi aveva attratto su di sè il terzino inglese Ramsey, e prima di essere raggiunto dall'avversario aveva centrato alto, evitando anche Willia??is che, intuito quanto stava per avvenire, gli era uscito incontro ed era rimasto a terra. A Boyé, che gli si era precipitato davanti, altro non rimaneva che allungare il collo e deviare la palla nella rete sguernita. Su quell'uno a zero si imperniò tutta la partita. Gli argentini avevano il vantaggio nelle mani e dovevano difenderlo. Come vedremo, si erano poco per volta,'anche costretti dalle circostanze, ridotti a poco altro se non a difenderlo. Stabile aveva finito per mettere in campo la mezz'ala destra Mendez contando di poterla eventualmente sostituire, secondo glx accordi intervenuti. Poco dopo la mezz'ora invece il terzino destro Coiman si produceva una distorsione a un piede, e quello andava sostituito [sul serio, e subito. Entrava al suo posto Allegri. E Mendez, a' posto o non a posto, continua- va. Nel quadro generale degli\ scambi, l'Argentina cominciava allora a calare e l'Inghilterra a crescere, e. alla metà tempo Isi giungeva sull'uno a zero alfavore ancora degli ospiti Non appena iniziata la ripre-]fa serie delle disavventure Era'-vldsa dell'Argentina si riapriva, il ccntroavanti Bravo che cadeva a terra vittima d'i uno strappo muscolare. Il giocatore si rifugiava, quasi immobilizzato all'ala destra ed al suo posto veniva al centro Boyé. La intensità di gioco degli inglesi cresceva ad ogni istante fino a trasformarsi in un vero assedio. E la porta degli argentini sfuggiva miracolosamente alla capitolazione in una serie impressionante di occasioni. Pali, parate eccezionali di Rugilo, concorso palese del caso, tutto concorreva a tenere vivo il vantaggio ài chi l'aveva acciuffato nel primo tempo. Fino a che il portiere argentino riceveva una testata nella bocca dello stomaco. Continuava, comunque, e l'Argentina si attaccava disperatamente al filo di speranza che la legava al successo. Di minuto in minuto l'Argentina calava e l'Inghilterra cresceva; ogni tanto il portiere dei sud-americani cadeva a terra e necessitavo delZ'aiuto del massaggiatore per riprendere. A dieci minuti dal termine Rugilo si produceva in una parata alta e lunga che avevu del miracoloso. Cadeva, si rialzava e su calcio d'angolo provocato dalla sua prodezza e tirato da Finney veniva battuto dalla testa del tanto noto in Italia Mortensen. Il gioco continuava e pochi minuti dopo anche lo soddisfazione del pareggio sfuggiva loro dalle mani. Era \Milburn che segnava irrcsisti- e traevano un gran sospiro di sollievo. Per gli argentini era, al contrario, il crollo di un sogno. Troppo bello questo sogno. L'intera squadra reclinava il capo in mestizia, e noi spettatori neutrali, pur riconoscendo che il risultato era giusto e che la tecnica faceva bene a esprimere in quel modo la sua parola decisiva, non potevamo fare a meno di simpatizzare con quel figli di italiani, con quei rappresentanti della nostra razza che di tanto sfortu- \burnente. Gli inglesi, che " e a n ; è e s r vano avuto fino a pochi mi-liuti prima una gran paura ve-devano capovolta la situazione nato valor» avevano dato prova. Erano avviliti, in spogliatoio, Jacono e i suoi compagni. Ma la vittoria nella giornata era stata la condizione fisica a riportarla. I piccoli argentini, usi al clima caldo e ai terreni leggeri, s'erano trovati ad urtare contro questa gente dura, forte, decisa, atleticamente più attrezzata di loro. Come contro un ?nuro. Poco da fare. Avevano fatto fin troppo su quel terreno molle, in quella umidità, essi che quasi non giocano in casa loro quando piove. Alla 'Jine gli inglesi andavano più \forte che all'inizio, contro gen Ite ridotta sulle ginocchia. Que sto spiega tutto, tutto quello che in questo breve resoconto non può essere altrimenti raccontato. Vittorio Pozzo INGHILTERRA: Williams; Ram sey, Eckersley; Wright, Taylor, Cockburn; Finney, Mortensen Milburn, Hassel, Metcalfe. ARGENTINA: Rugilo; Coiman, Filgueirai; Jacono, Faina, Pescia; Boyé, Mendel, Bravo, Labruna, Loustau. RETI: primo t. al 17' Boyé (Argentina); secondo t. al 35' Mortensen (Ingh.). al 40" Milhurn (Ingh.). ARBITRO: Griffiths (GalleB).