Le indagini sull'annegato di Lanzo rivelerebbero un misterioso delitto

Le indagini sull'annegato di Lanzo rivelerebbero un misterioso delitto Le indagini sull'annegato di Lanzo rivelerebbero un misterioso delitto I carabinieri cercano un uomo dal soprabito color marrone che seguiva l'Omegna Minacciosi telegrammi diretti alla vittima • La strana vita del commerciante Sulla tragica fine di Lionello Omegna, trovato morto in un canale nei pressi del Ponte del Diavolo di Lanzo, nessuna luce 'è stata fatta sino a questo momento. Anzi: dalla faticosa ricostruzione della vita del commerciante torinese emergono via via particolari sempre più inaspettati, i quali anziché semplificare le indagini le aggrovigliano a dismisura. il nostro giornale nell'edizione di ieri mattina aveva dato notizia dell'identificazione dello sventurato: si trattava di Lionello Omegna, di 36 anni, cx-commerciante, residente presso i fratelli in corso Bramante 71. Egli aveva frequentato a Lanzo, presso il locale istituto Salesiano, le classi ginnasiali sino all'anno 1931. Poi, con molta fortuna, si era dato al commercio, riuscendo a raggranellare un buon capitale. La guerra l'aveva visto soldato, poi prigioniero nel Kcnia. Dalla prigionia tornò due anni fa, alletto da una malattia tropicale, l'ameba. Non volle ritornare in famiglia e prese domicilio in un albergo del centro. Vendette un terreno di sua proprietà, realizzando una torte somma e continuò saltuariamente a far affari. La sua vita è molto oscura, nè i fratelli possono aiutare a fare luce. L'Omegna aveva relazioni con persone di ogni ceto sociale, e — pare — non tutte con chiara professione. Amava il gioco, trascorreva le notti in compagnia di amici per interminabili partite a « bridge » e a pocker. Aveva anche relazioni con donne, nessuna delle quali è stata finora identificata. Come si vede rimane molto da accertare sulla vita dell'infelice: chi fossero i suoi compagni, qua! genere di affari conducesse con loro, quali erano i suoi rapporti. Gii stessi fratelli affermano che il commerciante si recasse poco frequentemente a trovarli: egli IIIIIIIIIIIIIIIIIItllllllllllllllllllllllItltllllllllllllll spariva per mesi Interi dalla città, ed anche quando si trovava a Torino preferiva condurre una esistenza interamente sua. Ma dai radi incontri con i parenti appariva sicuro di sè, attaccatissimo alla vita, lontano da qualsiasi idea di suicidio. D'altra parte negli ultimi tempi l'Omegna sembrava assillato da qualche preoccupazione; temeva di incontrare qualche persona: evitava il più possibile di esporsi in pubblico; come fosse sempre inseguilo da qualcuno, minaccialo, ricattato. E nel giro di una settimana, ultimamente, egli aveva ricevuto tre telegrammi minacciosi, firmati Bonfiglioli. Lunedì alle 16 — come si e detto —, l'uomo scende alla stazione di Lanzo. incontra un amico, il quaie si stupisco di trovarlo là: l'Omegna si recava a Lanzo, tra gli ex-allievi dell'Istituto Neri una sola volta all'anno, per il pranzo sociale, « Sono venuto per affari miei... — aveva risposto. — Devo trovare una camera per mia moglie, che intende villeggiare da questo parti». Ed aveva salutato il conoscente. Il commerciante aveva mentito: egli è scapolo ed è accertato che durante la sua permanenza non cercò alcuna camera. Alle 20 si reca al cinema della città: paga con un biglietto da 6O0 lire e si trattiene sino alle 22,30, ora in cui viene notato fra gli altri spettatori all'uscita. A questo proposito una sensazionale dichiarazione viene a sconvolgere le indagini: alle 21 circa (mentre doveva trovarsi al cine' ma) egli è visto in una tabaccheria, dove acquista un pacchetto di sigarette. E' mai possi bile che l'Omegna si potesse tro vare contemporaneamente in due luoghi diversi? Eppure vi è chi giura sulla veridicità delle due versioni. Più tardi, alle 22,30, entra nel l'albergo della l'osta, ordina cin quo ciliege sotto alcool ed esce llllllllllllllMllllllllllllllllttlllllllllllllllllllllllll Gli avventori lo vedono dirigersi verso la parte alta del paese, nell'opposta direzione cioè dal canale in cui doveva perdere la vita (secondo il medico legale) mezz'ora dopo al più tardi. Egli dunque non intendeva recarsi al Ponte del Diavolo, e l'orse era atteso da qualcuno. Da qualcuno che, sino a questo momento, non stato rintracciato. In Lanzo alcune persone affermano di avere visto girare per le vie con aria molto circospetta, un uomo sui quarant'anni, con impermeabile marrone e cappello sugli occhi. Costui avrebbe fatto lo stesso percorso dell'Omegna, stazionato negli stessi luoghi. Ciò farebbe supporre che l'individuo sia colui che il commerciante attendeva. - Da tutto ciò è prematuro affacciare ipotesi sulla fino dello sventurato. Il suicidio sembrerebbe estremamente improbabile. Una disgrazia? L'Omegna, sul Ponte del Diavolo, sarebbe stato colto da malore e precipitato in acqua? Ma non indossava più il soprabito verde, non aveva con sè nè documenti, nè danaro, nè sigarette (che aveva acquistato ciiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiimi poco prima). Oggetti che, nonostante i minuziosi sopraluoghi dell'Arma non sono stati rintracciati. Rimarrebbe l'ipotesi del delitto, per rapina o per vendetta. Forse uno spiraglio di luearii aperto dai periti settori, oggi sottoporranno il cadavere ad autopsia. 1. Abiliti h f

Persone citate: Bonfiglioli, Lionello Omegna

Luoghi citati: Lanzo, Torino