Sterminata la famiglia di un industriale e ucciso il medico condotto di Rubiana

Sterminata la famiglia di un industriale e ucciso il medico condotto di Rubiana Chiusa l'istruttoria per gli otto delitti commessi in Val di Susa Sterminata la famiglia di un industriale e ucciso il medico condotto di Rubiana Riabilitata la memoria del dott. Giani e delle altre vittime dell'eccidio • Assolti i sette imputati Dopa due anni e mezzo di indagini d'istruttoria da parte della magistratura ed a sette anni dai fatti, la Sezione Istruttoria della Corte d'Appello (Presidente ilvazii Del Frate, Presta-mburgo e Prato, Consiglieri) ha pronunciato una sentenza di non luogo a procedere a carico degli imputati di un rattristante gruppo di cpiiodl culminanti nell'uccisione del dottor Giani, medico condotto di Hublana, di 45 anni, e della guardia comunale Martinazzo, nonché nella strage della famiglia Prever residente a Torino, nell'uccisione di don Ciocchetti e del fratelli Albano. II dott. Giani veniva fermato da un gruppo di partigiani mentre il 15 novembre '43 si recava a Molar in Valle dì Susa, per visitare un ammalato dopo di che non faceva più ritorno e veniva ritrovato cadavere in una buca. Si narra nella detta sentenza che dopo l'8 settembre s'erano formati diversi gruppi di partigiani tra cui uno di sette-otto uomini comandati dal tenente Viotto e di cui facevano parte Neirotti Mario detto Zabet, Maderno Bemo, Lazzarotto Emilio detto Francia, Mazzola Celso, Filippini Corrado e certi Grandi Mario e Crosa Angelo. Questo gruppo s'era impossessato d'una Topolino dell'In^. Eossi Pietro e suo cognato dott. Giani si era mosso per riavere la macchina. Questa sarebbe stata llllllllllllllllllillllllllllllllllllllllllllllllllllllllll la causa dell'Ira del Neirotti che in assenza del tenente Viotto faceva fucilare il medico. Il tenente aveva acerbamente rimproverato gli autori dell'uccisione ma questi gli si erano rivoltati contro sparandogli diversi colpi d'arma da fuoco; ed il Viotto aveva dovuto allontanarsi. Ancora più tragico fu l'episodio che costò la vita al dott. Luigi Prever, un industriale torinese che era sfollato in territorio di Condove dove aveva una conceria. La sera del 2 febbraio '44 il1 Prever B'avvlava in auto verso Condove insieme alla moglie, al dott. Pastrone, a Maria Onofrla ed a Prever Paolo. Si salvarono rimanendo soltanto feriti gravemente l'Onofria e il Prever Paolo. La sentenza della Sezione Istruttoria afferma che il nominato gruppo di partigiani < fu guidato da spirito combattivo a servizio della Patria anche se l'intransigenza li spingeva ad agire con una violenza e con una intempestività ebe dovette essere lamentata persino dai capi. Come naturale conseguenza di un slmile modo di agire avvenne che persone innocenti furono colpite solo per un adombrato sospetto che verosimilmente Barebbe venuto meno se invece di procedere ad una esecuzione immediata si fosse agito con maggiore cautela e avvedutezza. La tragica fine del dott. Giani ne è la palmare dimostrazione. Medico condotto in nubiana da oltre 22 anni, ben voluto dalla popolazione {ter la sua capacità ed abnegazione, di vita privata integra ineccepibile, la sua figura politica appare anche essa scevra da qualsiasi pecca. L'uccisione dei coniugi Prever e del dott. Pastrone fu la conseguenza d'un tragico equivoco. Il gruppo, di cui s'è detto, unitamente ad altri partigiani sotto il comando del ten. Bracco erano stati preavvertiti dell'arrivo di una macchina staffetta che avrebbe dovuto precedere un camion di tedeschi e pertanto si erano appostati per impedire l'operazione nemica. Al sopraggiungere della macchina del Prever, sebbene il Bracco avesse riconosciuto il guidatore e lo avesse autorizzato a proseguire, un improvviso colpo da arma da fuoco sparato in direzione del tenente stesso, mise il gruppo di partigiani nel giustificato convincimento che si trattasse della macchina che doveva precedere i tedeschi. Afferma la sentenza suddetta: «Ad istruttoria ultimata si può con sufficiente certezza ritenere che il colpo di arma da fuoco non pani dall'interno della mac china e fu sparato forse per er rore da un partigiano, sorpreso dal fatto che il dott. Pastrone, giunto a destinazione, aveva fatto per scendere. E' pure vero che al Prever non può farsi alcun addebito di attività antipartitana. tuttavia non può non am minuspstSpdmpclnspTcvccmmuni immiimiiiiimiimmmmmmm mettersi che per il tragico errore il Bracco e I suoi compagni abbiano agito nel convincimento di una azione necessaria, mentre la situazione del momento non comportava la possibilità di una qualsiasi indagine ». Sull'uccisione di don Ciocchetti, parroco di Favella, rileva la Sezione Istruttoria che il comportamento del Massola, del Grandi e del Crosa, che hanno ammesso il fatto, appare assai riprovevole e per l'avventatezza con cui si procedette e per la brutalità con cui si esegui la condanna e per il nessun rispetto dimostrato ad una vesto che già di per sé doveva Imporre reverenza. Tuttavia non può disconoscersi che anche in questo caso i prevenuti ebbero ad agire sempre con l'uguale finalità patriottica. In conclusione la sentenza dichiarava chiusa l'istruttoria e non doversi procedere per tutti i reati contro il Neirotti perchè caduto in uno scontro coi tede¬ scban1soapIlcta11Mutegbdgpcssdt111illll1tlltlilll1lltltlill11llllllllllltlIltill1IIIIIIIIIll schi, nè contro gli altri che abbiamo già nominato o per non avere commesso i fatti o perchè non punibili al sensi del D.L.L 12 aprile 1945 o perchè i reati sono estinti per l'amnistia del 5 aprile 1946. Gli imputati furono patrocinati dall'avv. Renato Guidi Il P. M. ha ricorso in Cassazione contro la sentenza.

Luoghi citati: Condove, Francia, Prato, Rubiana, Susa, Torino