La mostra della moda in 5 secoli di pittura di Alberto Rossi

La mostra della moda in 5 secoli di pittura IMMAGINI DI ELEGANZA A PALAZZO MADAMA La mostra della moda in 5 secoli di pittura A due anni dalla grande mostra degli arazzi, si riaprono i saloni di Palazzo Madama per una nuova manifestazione d'arte, di un carattere alquanto insolito. Vi si inaugura infatti stamane quella < Mostra della moda in cinque secoli di pittura >, di cui già demmo notizia: la quale, come dice il titolo stesso, non vuol essere informata a criteri puramente estetici o estetico-storici, ma è legata invece a un intendimento illustrativo, a ur. «motivo» quale è quello pur avvincente della moda e del costume. In armonia con quella idea generativa, che l'ha voluta flancheggiatrice sul piano dell'arte della Mostra Internazionale del Tessile di prossima apertura. I rapporti tra moda e pittura, o tra moda e, più largamente, arte, non sono evidentemente governati da un semplice parallelismo. E' bensì vero che gli artisti d'ogni tempo, portando nelle loro figurazioni le immagini dei propri ( IU111M11H1111111111 ■ 111 ■ 111111 ■ 11111111111111 11 11111M11 r contemporanei, fissarono insieme con quelle gli aspetti del costume entro al quale si trovarono a vivere: e questo, anche quando rappresentavano scene di tempi lontani dal proprio, come dei dipinti di carattere mitologico, allegorico o sacro, nei quali il più delle volte vestivano i personaggi alla propria conti mporanea maniera. Quando il Carpaccio, tanto per fare un nome, dipingeva scene della vita di Sant'Orsola, presentava quelle folle variopinte vestite non alla maniera dei primi secoli, ma secondo le fogge del Quattrocento veneziano: e così gli altri. Un esemplo davvero gustoso qui alla mostra, è il delizioso quadretto del quattrocentista olandese Cornelius Engelbrechtsen', il quale ci rappresenta la Maddalena con San Giovanni Battista, in veste di una giovane don.ia languida, serpenti na, abbigliata in un costume che dovette esser tipico di quella contrada e in quegli an- ni: col pancino stravagante mente spinto in fuori, come a figurare una Imminente maternità, grazie a un cercine disposto a quello scopo sotto alla gonna protesa innanzi. Ore diamo sia davvero questa l'immagine della Maddalena più eterodossa e impreveduta, ri spetto a una immaginabile ve rità storica, che decori di sè la iconografia artistica. Peraltro, si diceva, non sempre arte e moda, o più largamente costume, coincidono: più facilmente accadrà di trovare una migliore e più nitida docu mentazione sul costume In dipinti artisticamente mediocri che non nei capolavori, dove esso, pur figurando, passa spes-| so in secondo luogo rispetto alla pittura. Un equilibrio tra tali due aspetti divergenti cerca la mostra di mantenere: dando una prevalenza, a parer nostro sino eccessiva, al ritratti nei confronti di quelle grandi scene di insieme, gruppi, riunioni, cerimonie, folle, che agli effetti della documentazione avrebbero avuto certo non poca efficacia, insieme con il vantaggio di una maggiore vivacità e varietà. Comunque, poiché della mostra nei particolari riguardi di ciò che rivela circa la moda e le sue variazioni nel tempo, altri parlerà qui prossimamente, altro a noi non rimane, data la superfluidità di un discorso critico non richiesto dall'indole della manifestazione, che accennare rapidamente alle opere che presentano un più vivo e alto interesse per l'amatore di pittura: le quali non sono certo poche, nè di scarso rilievo. Ecco anzittutto — seguendo un ordine cronologico, che è anche a un dipresso quello dello spiegarsi della mostra traverso le varie sale — una « Lucia denunciata ai giudici », attribuita a Jacobello del Flore, opera gemmante e preziosa del primo gotico fiorito, la quale dà un'idea molto alta di chi la dipinse. Ecco le cosiddette * Nozze Adimari » frontale cassone quattrocentesco, 11 quale con gli altri due qui presenti, < Il viaggio di Alatiel figlia del sultano di Babilonia verso il Marocco », e il « Fidanzamento di Alatiel con il Re del Garbo », faceva spicco per sontuosità e limpidezza pittorica alla mostra fiorentina di Lorenzo il Magnifico. Ecco la < Santa Martire » dello Zenale, ecco 11 celebre < Ritratto d'uomo » di Antonello da Messina, e 11 < Ritratto di dama» del Boltrafflo. E quindi, entrando nella serie dei dipinti stranieri — sono quasi più numerosi 1 pezzi di prim'ordine del pittori d'oltr'alpe che non dei nostri: e questo dice quale sia stato il generoso contributo di alcune gallerie straniere — ecco il «Battesimo di Sant'Orsola» del Maestro della Leggenda di Sant'Orsola, squisita pittura di scuola tedesca: ecco due Hans Cranach il vecchio: il «Ritratto di tre damigelle » della Pinacoteca di Vienna, e il « Loth e le figlie» di quella di Mona co, splendide pitture: ecco il famoso ritratto di Enrico VIII dì Holbein il giovane, ecco il delizioso ritratto di Margherita di Valois attribuito a Clouet, e il fortissimo «Ritratto d'uomo» di Corneille de Lyon: e i due splendidi Philippe de Champaigne, specie il leggiadro « Bambini della famiglia Montmor » di una freschezza che lo fa parer dipinto ieri: e il ri tratto del Cardinal Corsini del Rigaud, e i due Rubens — il celebre ritratto della moglie Helène Fourment, e il «Rubens in giardino con la seconda mo glie»: ecco 1 «Figli di Carlo I d'Inghilterra » del Van Dick della galleria Sabauda, e il ritratto femminile del Jordaens e il « Messaggio » del Terborch, e la serie di ritratti mandati dalla Svezia, e lo squisito Nattier e il Reynolds, e il Meugs e l'impeccabile Winterhalter. E ritornando agli italiani, tre eccellenti Lotto, e 11 bel Romanino (ritratto virile) e 11 Moretto da Brescia, e le due elette tele del Parmigianino, i due Bronzino, e la saletta del settecentisti veneti, con alcuni capolavori del Guardi e di Pietro Longhi. Nel salone centrale è ospita to l'Ottocento: dove si ammi rano ottimi dipinti Italiani, dai neoclassici Hayez, Puccinelll. Grigoletti, eccellenti dipintori di ritratti, ai macchlaioli, che son presenti con due splendide tele di Silvestro Lega, oltre a sue cose minori, con Fattori Abbati, Sernesi; a! Favretto, al De Nittis, al Ranzoni, allo Zan domeneghi, a Giacomo Grosso Un gruppetto di impressionisti chiude la serie, e vi si ammire ranno soprattutto uno dei due Renoir « Jeune dame au cha peau », il Degas, il Monet, la Morlsot, insieme con il Constantin Guys, nome caro Baudelaire, nella sua perversa eleganza. Alberto Rossi

Luoghi citati: Babilonia, Brescia, Inghilterra, La Maddalena, Marocco, Sant'orsola, Svezia, Vienna