A Genova lunedì il processo per l'eccidio di Trino Vercellese

A Genova lunedì il processo per l'eccidio di Trino Vercellese A Genova lunedì il processo per l'eccidio di Trino Vercellese Come furono prelevate dalle carceri e uccise nove persone ' 11 conflitto di poteri fra due formazioni di partigiani inqnauvdavqabdmvFcpligcudocBqmsssccspnCsltpec'bqeletdsrrmasitsan?vCvsvlpCdpbcpidrèstdscl(Dal nostro inviato speciale) Genova, 20 aprile. Davanti a questa Corte di Assise s'inizicrà lunedì un processo che avrà molta risonanza specialmente nelle Province di Vercelli e di Novara e che subì durante le prime indagini e nel periodo istruttorio singolari ostacoli. Soprattutto una generale omertà originata dalla paura rese difficili e talora vani gli sforzi per giungere all' identificazione dei colpevoli certamente numerosi. Gli imputati saranno perciò solo due: Bazzccco Carlo, ex-partigiano, e Ardizzone Aldo detto «Dante», pure ex-partigiano. Sono entrambi imputati di avere, insieme ad ignoti la sera del 9 maggio 1945, prelevato dalle carceri mandamentali di Trino Vercellese nove persone e di averle barbaramente soppresse senza l'ombra di un procedimento sia pure di tribunale di guerra. Quella sera s'erano presentati al custode e a due partigiani di guardia otto o dieci individui vestiti da partigiani imponendo la consegna dei nove individui che appunto furono prelevati. Confesserà il custode che aveva dovuto aprire le celle per ordine dei suddetti partigiani che lo minacciarono con le ermi spianate e che dicevano di appartenere alla Questura di Novara. I disgraziati vennero trasportati su due autocarri sul ponte del canale Cavour e nel buio della notte vennero uccisi a colpi di mitra e di pistola e quindi gettati nelle acque del profondo canale. Delle vittime, per quante ricerche facessero i parenti, non si ebbe notizia se non quando esse affiorarono alla superficie delle acque. Tragico incontro Si seppe poi che erano stati catturati e trasportati nel carcere dì Trino da un reparto partigiano che aveva sconfinato nel Vercellese al comando di Carlo Fracassi detto « Binda », notissimo per varie imprese in territorio di Casale. E' risultato che tra due formazioni di partigiani esisteva un vero conflitto di poteri che degenerò poco dopo in un conflitto armato. Dell'una formazione era, come s'è detto, capo il « Binda » e dell'altra l'Ardizzone detto « Dante » insieme a Bazzocco Carlo, commissario del distaccamento di Trino. Ori avvenne che il Fracassi, informato per una tragica circostanza, di cui diremo sotto, che al preleva mento dalle carceri non erano estranei il Bazzocco e l'Ardizzone, se ne risenti e denunciò il fatto al Comando Alleato dal quale pare abbia avuto la autorizzazione dì procedere al fermo dei due suddetti parti giani. Fracassi, seguito da quattro suoi fidi compagni, si ■illllllllll II Hill Mllllllllllllllllllllllll incontrava col due ricercati ai quali intimava il fermo, senor.chè veniva fatto bersaglio a due o tre colpi di pistola e uno dei partigiani, cjrto Olivero Renato, stramazzava cadavere e Fracassi gli cadeva addosso gravemente ferito al viso. In tasca dell'Ardizzone, mtocurise—pzomil quando molto più tardi v?nne|qarrestato, vennero trovati 25 biglietti falsi da 1000 lire che disse aver ricevuto in mento da persona cui aveva venduto una partita di riso. Fine d'uno scampato Dal maggio dal '45 fino alla chiusura dell' istruttoria del processo malgrado questa collisione tra pirtigiani e partigiani rimasero ignoti quanti cooperarono al prelievo e alla uccisione dei nove disgraziati detenuti. Un denso velo di omertà circondò quel fatto e chi denunciò l'Ardizzone e il Bazzocco fu la voce di una di quelle nove vittime che diremo uccisa due volte, tale Crosto Carle. Sembra che non fosse neppure un fervente fascista ma arzi in buoni rapporti con « Binda », ovverossia Fracassi, 11 quale gli aveva chiesto una sovvenzione a fondo perduto in favore dei partigiani della sua formazione e 11 Crosio aveva promesso una somma dalle 40 alle 50 mila lire. Il Crosio era stato ferito con gli altri sul tragico ponte, ma non gravemente ed ebbe la forza di gettarsi nel canale dove il sup corpo, nel 'buio della notte si confuse con quelli dei morti o dei morenti e cosi potè trascinarsi a nuoto lontano e raggiungere la riva e infine rifugiarsi nella casa di tale Zani Arturo, suo dipsndente, dal quale ebbe i primi soccorsi. Questi avverti i parenti del ferito, che subito si rivolsero par protezione al comandante « Binda », insieme al quale trasportarono il disgraziato a Trino Vercellese in un « garage » in attesa di traslocarlo a Torino. Ma in seguito all'avviso dato da un altro partigiano che aveva conosciuto il rifugio del Crosto, ?uesti fu nuovamente prelevaci Il suo cadavere veniva rinvenuto nella roggia Gardina. Crosio poteva diventare una voce accusatrice e fu soppresso. Ma appena ricoverato aveva confidato che il Bazzocco e l'Ardizzone avevano partecipato alla tragedia del canale Cavour. Da ciò il risentimento del Fracassi che decideva di procedere al fermo di entrambi. Però neppure di questo secondo tragico prelievo si seppero gli autori. E' opinione dell'Accusa che il Crosio sia stato soppresso da persone che avevano timore di essere denunciate; come è pure opinione espressa nella sentenza della Sezione Istruttoria che il Bazzocco, sparando sul « Binda » e sull'Olivero, sia stato indotto « dalla vecchia rivalità col Fracassi con l'intendimento di togliere di upaga-|bvpvsTI2mlagvTtrc<nPnllllllllll II tlIIIIMUItIMIIiritlirillllllM MIMI 1111 tlllllll tchnililunctegegvtapnlissqttq4tndegnnnmGq0aspnraSdMa1 mezzo colui che aveva mostra- j hto palesemente di voler assi-1 tcurare alla giustizia gli auto ri dell'efferato eccidio. L*a frase — nota la stessa sentenza — " Così almeno hai finito! ", pronunciata subito dal Bazzocco mentre « Binda » stramazzava soltanto ferito sopra il cadavere dell'Olivero è quanto mai eioquente Quando il processo si iniziò una prima volta nel settembre del '47 alle Assise di Novara si notò l'assenza, già preannurciata, della Parte Civile e di numerosi testi d'accusa fra cui lo stesso Fracassi. TI dibattimento fu rinviato al 21 ottobre dello stesso anno, ma su di esso pesava sempre la stessa atmosfera di disagio e di paura, sicché fu rinviato dalla Corte d'Appello di Torino a nuevo ruolo e ad altra sede per legittima suspicione. e. m. eocpnmrvmsvirdètiGSSsadc<n t n i n n n m i it li n imi n n i il in mi ni nini m in il il i i