«Giuliano è stato ucciso da me" di Guido Guidi

«Giuliano è stato ucciso da me" ^.a "bomba Pisciotta,, scoppiata a metà «Giuliano è stato ucciso da me" In una lettera al suo avvocato il bandito dichiara di avere "concordato,, la soppressione personalmente col ministro Sceiba • Il biglietto non è stato messo agli atti - Nessun accenno alla strage di Portello (Nostro servigio speciale) Viterbo, 16 aprile. La « bomba » costituita dalle rivelazioni di Gaspare Pisciotta, è esplosti. Ma è esplosa malamente e solo a metà. Malamente perchè neutralizzata in parte dagli interventi e dalle decisioni del presidente della Corte d'Assise; a metà perchè Gaspare Pisciotta ha ratto sapere quel che voleva dire solamente attraverso una lettera da lui inviata al suo avvocato Crisafulli. Poi tutto è tornato in aula normale e tranquillo come se nulla fosse accaduto. Imputati indifferenti Non si può nascondere che stamane, al momento di riprendere il lavoro interrotto per qualche giorno, vi fosse una certa elettricità che nessuno cercava di dissimulare. A preparare l'atmosfera erano stati sufficienti nei giorni scorsi l'atteggiamento degli Imputati, qualche loro parola vaga, qualche allusione più o meno velata, la sicurezza e la spavalderia di Pisciotta, le rivelazioni della vigilia. Grande nervosismo in aula, dunque, esclusi — singolare, ma vero — gli imputati e in particolare proprio in quello che doveva essere il personaggio principale della udienza: Gaspare Pisciotta, se ne sono stati tutti, infatti, tranquilli e sereni, come se la cosa, poco o nulla li riguardasse. L'exluogotenente di Giuliano ha cercato di parlare: gli è stato impedito non essendo stato ritenuto opportuno, per il momento, questo suo intervento e alla fine ha limitato « la bomba » delle sue rivelazioni ad un solo particolare: quello contenuto in una lettera in cui si spiegava appunto che il responsabile della morte di Giuliano era lui dopo un preventivo accordo con 11 ministro Sceiba. Ma chi si aspettava che £li Imputati, a questa notizia, avrebbero voltato le spalle a Gaspare Pisciotta è andato incontro ad una forte delusione. L'informazione, infatti, è caduta nel gruppo dei compagni di colui che era. stato il braccio destro di Giuliano, ma nessuno è stato in grado di poterne constatare gli effetti. Nessun segno di rancore per colui che diceva cosi freddamente di aver ucciso il loro capo. Indifferenza gelida, per quel che era accaduto. ( « Se lo ha ucciso veramente, sono af- mmiiiiiiiiiiiiiiwimi iiiiiiiiimiimiiiiiiiiiii a i o i i e a fari suol > — commentavano poi a chi chiedeva loro delle spiegazioni) quasi che la questione non li riguardasse tanto da vicino. Iniziata l'udienza colui che ormai da solo difende l'ex-luogotenente di Giuliano ha avvertito 1 giudici che il personaggio principale di questo processo voleva fare delle dichiarazioni. Era dunque il momento fissato nel bilancio preventivo della giornata. Ma si erano fatti i calcoli senza tenere conto delle intenzioni, del programma di chi dirige il dibattimento: il presidente dott. D'Agostino. Già l'altro giorno aveva fatto comprendere abbastanza chiaramente come egli avesse stabilito di procedere, per quanto riguarda gli interrogatori degli imputati, secondo l'ordine già tenuto nella prima edizione del processo: e per questo motivo aveva rinviato 1 esame di Gaspare Pisciotta ed aveva cominciato dalle figure meno importanti della vicenda. Nè il nuovo particolare, costituito appunto dalle « rivelazioni » da fare ha indotto il magistrato a modificare 11 programma. Ha cominciato ad opporsi alla richiesta di Pisciotta, 11 P. M. spiegando che il suo interrogatorio doveva essere lasciato per ultimo. Ha concordato invece con la tesi della difesa, chi rappresenta la parte civile: 11 prof. Sotglu, 11 quale ha osservato come non fosse più possibile ignorare che il Pisciotta aveva qualcosa da dire quando questo qualcosa era stato già preannunciato almeno in parte dalla stampa (che come fosse necessario cercare la verità con tutti i mezzi; tanto più che forse dallo stesso Pisciotta si potrebbe sapere chi siano stati i mandanti della strage compiuta a Portella della Ginestra. Ha risposto a tutti 11 presidente ricordando come non esista un articolo del codice di procedura che stabilisca di seguire un ordine preciso nell'Interrogatorio degli imputati e come gli fosse necessario prima di giungere a quello dij Pisciotta sentire gli altri:3! « Anzi — ha soggiunto — debbo preannunciare che forse qualcuno sarà opportuno interrogarlo separatamente >. Questa spiegazione non è bastata a mettere a tacere la questione. Anzi la discussione è diventata più vivace. E' tornato all'attacco l'altro difensore di P. C, aw. Tino, per ricordare che Pisciotta non è stato mai interrogato, neppure in Istruttoria, E' tornato ad insistere l'aw. Crisafulli. Nulla da fare. SI è tentato allora altro modo per convincere il Presidente. Gli si è fatto osservare come non si sapesse, in effetti, co sa sostanzialmente volesse di re Pisciotta, quale fosse l'ar gomento, oggetto delle sue « rivelatori*». Il Presidente ha chiamato l'ex-luogotenente di Giuliano e gli ha chie sto di accennare brevemente alla natura delle sue dichlarazioni. « Rivelazioni importanti — ha spiegato Pisciotta con tono enfatico — rivelazioni importanti che posso no interessare l'opinione pub blica e mondiale. D'altra parte ho già dato mandato, la settimana scorsa, al mio av vocato perchè parli ». « Ed allora se l'avvocato Crisafulli sa, parli lui » ha osserverò qualcuno. La lettera di Pisàotta E' stata la volta dell'aw. Crisafulli, il quale ha frugato nella cartella di cuoio che aveva sul banco, ha preso due fogli di carta, uno scritto a mano e un altro a macchina od ha spiegato a sua volta : «.Come cittadino mi rivolgo a5 Procuratore Generale per presentargli una denuncia... ». , < Allora non è in questa sedi che lei deve presentarla » lo ha Interrotto 11 Presidente. « Ma io la presento per co denedeall'aprquti tudadolescfeleuseAvosoincisemqsoilSsomddapRta«dsdntrriccpqmlalanplamtuna( sGqqmlnridarirescgIndaddSti3ccesalaH•n»R»R.B»»R.UFEIII.Nnoscenza anche alla Corte » ha »replicato Crisafulli. « Noi non possiamo BlIT»»S,•pren¬ »F• (che j ! derla in nessuna considerazione — ha insistito il Presi dente — perchè non abbiamo alcuna veste per esaminarla Tra l'uno che insisteva e l'altro che difendeva la prò pria tesi si è andati avanti di questo passo. I due documenti sono passati tra le mani di tutti e poi il Presidente ne ha dato lettura. Uno solo del due documenti è interessante: una lettera, cioè, che Gaspare Pisciotta ha inviato al suo difensore in data 11 aprile. Una lettera di 15 righe, scritta con una calligrafia sicura, anche se infantile. « Caro avvocato Anselmo Crisafulli, notando in voi un uomo coscienzioso e soprattutto onesto, riponendo in voi tutta la massima fiducia. MI voglia permettere, essendo scoccata « l'ora » di metterla a conoscenza di quanto segue. Avendo io personalmente « concordato » con il ministro dell'Interno Mario Sceiba, Giuliano è stato ucciso da me. Per tale uccisione mi riservo di parlare nell'aula di Viterbo. Ora prego voi di dare atto al seguente esposto al 1" Procuratore Generale presso la sezione d'accusa di Roma. Vostro devoto. Pisciotta Gaspare ». « Ho la lingua e parlerò » Superato il primo momento di naturale sorpresa, in parte sminuita dalle anticipazioni dei giornali, (gli imputati sono rimasti, come si è detto tranquilli e indifferenti) si i ripreso a discutere. Per pochi minuti, in sostanza, perchè stabilito dal Presidente nemmeno agli atti del processo può essere allegata questa lettera (l'altro documento è la comunicazione con la quale l'avvocato trasmette la missiva al Procuratore Generale perchè non riguarda particolari relativi al processo) All'incidente è stata posta la parola fine. Almeno per 11 momento, s'intende, perchè''di tutto l'argomento se ne tornerà a parlare Insieme alle altre rivelazioni del Pisciotta ( « Ho la lingua e parlerò » ha spiegato l'ex-luogotenente di Giuliano a chi lo interrogava) quando sarà Interrogato. E questo avverrà quasi certamente entro la settimana. Poi l'udienza ha ripreso il suo monotono ritmo. Guido Guidi

Luoghi citati: Pisciotta, Roma, Viterbo