Era pazza la dottoressa che sgozzò il figlio nel sonno?

Era pazza la dottoressa che sgozzò il figlio nel sonno? Era pazza la dottoressa che sgozzò il figlio nel sonno? La perizia psichiatrica sulla madre, che tentò dopo il delitto di suicidarsi, è stata deposta ieri nell'ufficio d'istruzione di Pisa Pisa, 4 aprile. E" stata depositata oggi, presso la cancelleria dell'Ufficio d'istruzione della Procura, la perizia psichiatrica riguardante la dottoressa Maria Cecilia Bernardo Cornei. La dottoressa Cornei (personaggio divenuto famoso nelle cronache nazionali e internazionali, in conseguenza dello spaventoso crimine di cui si macchiò) la. mattina del 30 luglio 1949 uccise, mentre dormiva, il proprio figlio Camillo di 9 anni, sgozzandolo con un rasoio e tentando, quindi, di suicidarsi con la stessa arma. L'orribile tragedia, le cui cause ancora oggi, a distanza di quasi due anni, sono ignote si svolsero nella camera da letto che la dottoressa e il figlio occupavano nella villa posta al numero 11 di via Torelli, nei pressi della Torre Pendente, ove la famiglia Come! risiedeva da un paio di anni. Fu la domestica a scoprire per prima quanto era accaduto: circa alle otto del mattino, essa bussò alla porta della camera e, non ottenendo risposta, entrò nella stanza avvolta nella penombra Spalancate le imposte, uno spettacolo raccapricciante si presentò agli occhi della domestica: sul lettino posto lungo la parete dieserà della stanza, giacevano la dottoressa Cornei e. il piccolo Camillo, entrambi con la gola orrendamente squarciata. Alle grida della domestica accorse il marito della dottoressa, prof. Marcello Cornei, già docente di dermatologia presso l'Università di Milano,] e attualmente direttore della cllnica dermosifilopatica della < Università di Pisa. Il bimbo! era già morto: la dottoressa,1 invece, nonostante l'orribile squarcio alla gola, respirava ancora debolmente. La sua mano destra penzolava giù dal letto, e sul tappeto era il rasoio insanguinato. Trasportata d'urgenza all'ospedale di1 Santa Chiara, la donna venne salvata con tre trasfusioni di sangue e, dopo un mese e mez-1 zo di degenza, in ospedale, venne inviata ih osservazione presso il manicomio giudiziario di Avena. Il termine prescrìtto dalla I legge per la redazione di una j perizia psichiatrica è stato abbondantemente superato dai periti i quali, data la complessa personalità del soggetto e la gravità del caso da esaminare, richiedevano varie prò- ] roghe ottenendole da parte dell'autorità giudiziaria. Gli atti avrebbero dovuto essere : depositati alla fine del febbraio scorso; ima i periti, cui era stato demandato l'incarico, prof. Giovanni Amati, direttore del manicomio giudiziario di Aversa, dottor Guido Freda e il dottor Giovanni Barbuto, richiesero una ulteriore dilazione che venne loro concessa dal giudice istruttore della procura di Pisa, dottor Gradito, nella misura di un mese. E oggi, finalmente, la perizia è giunta alla cancelleria dell'Ufficio istruzione della Procura ove sarà tenuta, per alcuni giorni, a disposizione dei difensori della dottoressa Cornei, poiché essi possano prenderne Visione, ed eventualmente provvedere alla nomina di un consulente tecnico, e far eseguire una controperizia. Circa la conclusioni cui sono pervenuti i periti, nulla è trapelato dagli ambienti giudiziari. • GIULIO DB BENEDETTI DIBBXTOM USrÓNSABUS imimiiiiiiimiiHiiiimnmminmm

Persone citate: Avena, Come, Cornei, Giovanni Amati, Giovanni Barbuto, Guido Freda, Marcello Cornei, Maria Cecilia Bernardo Cornei

Luoghi citati: Aversa, Milano, Pisa