I capolavori di Rembrandt nelle sale di Palazzo Venezia

I capolavori di Rembrandt nelle sale di Palazzo Venezia I capolavori di Rembrandt nelle sale di Palazzo Venezia Cinquanta disegni e cinquanta incisioni venuti da Amsterdam {Nostro servizio particolare) Roma, 31 marzo. Rembrandt, il solo fra i grandi pittori olandesi o fiamminghi che non sentisse il fascino dell'Italia, comincia oggi un suo postumo, squillante itinerario italiano. Il professor Van Regteren, direttore del Gabinetto delle stampe al Mu eeo Nazionale di Amsterdam, ha portato a Roma, « come un tesoro da favola >, cinquanta disegni e cinquanta « rami » l'orgoglio della « Jodenbree Straat » il più e il meglio del l'opera in bianco e nero del maestro di Leyda. Quattro sale di palazzo Venezia custodiranno incisioni e schizzi fino al trenta d'aprile, prima che Firenze li accolga per un altro mese, sulla via del 'ri torno; e da stamani, dopo il vernissage cui ha presieduto il Ministro dei Paesi 3assi, sfila dinnanzi alle più commoventi acqueforti d'Olanda il pellegrinaggio degli amatori. La tecnica misteriosa < Misteriosa tecnica di Rem brandt » diceva Froment.n Gli occhi dei più sono fissi a sceverare, in questi chiaroscuri aggrovigliati e luminosi, la « cifra » che inquieta in Rembrandt colorista; Lionello Venturi non sapeva staccarsi quest'oggi, dalla « Conchiglia Indiana» incisa con devozione trepida, quasi con rapimento. E' forse, dal punto di vista della « cosa finita », il pezzo più notevole della mostra, insieme col ritratto di Clement De Jonghe, col «Piccolo paesag gio della torre quadrata », con il disegno della donna davanti alla stufa (Delacroix doveva plagiarlo due secoli dopo), con l'acquaforte, famosissima, detta, per errore, « La negresse couchée », un nudo di donna in ombra, dalle lunate reni fiamminghe. Nessuno ai questi piccoli capolavori, nessun altro rame o disegno di Rembrandt può rivelarci, nondimeno, il suo segreto pittorico che nessuna formula racchiude: <r. decifrare » la Gioconda è uno scherzo per chi pensi, poniamo, alla torbida e patetica c Ronda di notte ». I cento « Bianco e nero » di Palazzo Venezia non sono un taccuino di appunti per opere maggiori, alla stregua dei disegni di Michelangelo. Dobbiamo forse considerarli, — giacché Van Regteren li ha disposti secondo un « crescendo » psicologico e cronologico — un diario umano, il più umano dei diari d'artista. Non c'è « Journal » di letterato che sia così virilmente sofferto. La vita trabocca dagli schizzi di Rembrandt come una confessione. Giovane, ormai famoso, da saggio di virtuosismo: abbozza il ritratto del padre, il buon mugnaio; incide preziosamente il ritratto della madre, dalle rughe di cartapecora; ritrae se stesso con una luce di appassionata curiosità nello sguardo. Avrà fortuna. A ventott'anni sposa la bionda Satana, la figlia del borgomastro, la più bella ragazza dell'Aja: e come teneramente sorride la piccola moglie sullo sfondo di un'acquaforte! Altre acqueforti, altri disegni si arricchiscono di una nuova luce, quella del profilo di Titus, il primo bambino. Rembrandt è il principe dei ritrattisti di Amsterdam. La sua casa si fa opulenta, il Municipio stesso invidia la sua collezione privata di opere d'arte: il pittore non la cederebbe per centomila fiorini. E' sereno, il suo « Cahier » si riempie di notazioni sempre più attente: un leone, una venditrice di frittelle, un rabbino, un arciere indiano, scorci campestri; la «magia dell'oggetto » lo tiene. I disegni della desolazione « Questa — ha osservato il prof. Van Regteren — è la parte più ragguardevole della Mostra ». Ma che dire dell'ultima sala dove sono raccolti i disegni della desolazione? Rembrandt è caduto in miseria: i grassi borghesi di Amsterdam gli preferiscono Nicola Maes e Giovanni Van Kessel. Saksia è morta, Titus è morto. La casa è stata venduta; il Municipio sì è impadronito della collezione di Rembrandt per 4000 fiorini. Rembrandt vive dipingendo ritratti ad otto soldi; non serba per se che questi schizzi scheletrici, le « Tre Croci », l'« Ecce Homo », disegni « di una forza che schianta » (Rembrandt legge solo la Bibbia) e talvolta, con freschezza che sa di miracolo, prepara una incisione. Si guarda la sua ultima acquaforte, il ritratto del calligrafo Coppenol, come si guarda nel museo di Amsterdam al suo ultimo, folgorante autoritratto; al trionfo sul tempo e sul dolore, un prodigio. (epsoPqvdRepqclflpltdpfLddIpnVb(dtdrgdOptflsdTavptzpprMdgs