"Due più due, sei,, di J. Lopez-Rubio ai Carignano

"Due più due, sei,, di J. Lopez-Rubio ai Carignano S P E T T A CO L 1 "Due più due, sei,, di J. Lopez-Rubio ai Carignano H conte Emanuele e la con- letessa Letizia sono dl vecchia razza, compitissimi, dl modi antichi; ma, decaduti dagli splendori dl un tempo, per far fronte alla nuova e dura condizione economica danno in affitto, per i mesi estivi, un loro palazzo su, in montagna, presso il confine italo-francese. Essi continueranno tuttavia ad abitare in questa villa di stile settecentesco, isoiatisslma, e che par situata, più che in un luogo geografico, nel tempo: nel diciottesimo secolo. Le scene della commedia sono cosi avvolte da una leggera nube di fantasia, fatta più sensibile dal patto che i vecchi hanno stretto con i giovani inquilini. Cristina e Bernardo; quello di ignorarsi reciprocamente, coabitare, si, ma senza accorgersi gli uni degli altri, anzi letteralmente fingendo di non vedersi neppure. Il conte e la contessa, presenti e in certo modo Invisibili, saranno un po' come due cari e indulgenti fantasmi familiari, e assisteranno alla vita, alle battaglie sentimentali, agli intrighi dei due coniugi, testimoni di lunga esperienza e di malinconica saggezza, per trarne poi la morale. Perchè Cristina è moglie ge losissima; ella perseiyuita Ber nardo con i più sottili, raffinati, e Insistenti sospetti; la vita del marito ne è amareggiata. Lo vediamo irritato, esasperato: e si direbbe che tutte le ragioni siano dalla sua. Come risol vere nell'animo della moglie quel groviglio velenoso, come disperdere quel nido di serpi cine che cosi proliferano, stri sciano, si insinuano e mordo no? Sopraggiungono due amici; un'altra coppia, Enrico e Isabella. Ed Enrico è commediografo, ed ha l'abitudine di esercitare la sua Immaginazìo'ne sul casi della vita, e Inven tarli magari o complicarli v'a via, confondendo l'arte sua di autor comico con la realtà e la pratica dl ogni dl. Sicché per lui il reale e l'irreale non hanno margini ben definiti, e se non sappiamo quale sia il suo genio dl scrittore teatrale ben ci accorgiamo che nell'eli stenza è un ingenuo. A lui si rivolge Bernardo; e ad Enrico non par vero di montar subito una bella commetti, da vi versi, loro quattro, e 1 due vec chi come coro, in quelle sale antiche. Egli pensa che a to gllere dalla mente eccitata di Cristina le fantasie fatte d' nulla, non v'è dl meglio eh» offrirle l'urto doloroso ma risanatore di un fatto vero. Si prenda dunque Bernardo una amante, e vedrà; sarà un piccolo schianto, una ferita, e poi quel cervellino toccato sul vivo ritroverà l'equilibrio. Intendiamoci, basterà che Bernardo « finga > dl avere una amante; ma con tale evidenza, che Cristina ci caschi. Ma dove trovare una donna, lassi!? Ed ecco, quel giugg'olone di Enrico trionfante, esclama: mia moglie, la cara Isabella. Eccellente commediografo! è cascato bene. Sua moglie è da un pezzo l'amante, e non da burla, di Bernardo. I tre atti di José Lopez-Rublo, Due più due, sei, svolgono dunque con sottili e spesso leggiadri accorgimenti, questo tema amoro=n, di dispetti, sorprese, i irincil'azlonl. Quando Enrico avverte che scoBtodloqIsdmnpbapsusegrim« dBasnlosamnnrdmlbnsMnrilematdcanaltipcttcgclucalmrèèipupnpnPDaltsadlubpmtaa le gelosie dl Cristina sono ben si fastidiose, ma non bali da corrompere in lei l'amore per Bernardo, che anzi al momento buono si manifesta capace di sacrificio e di perdono, allora egli le rivela che tutti quei maneggi di Bernardo ed Isabella, dialoghi congegnati a destar sospetti, lettere compromettenti messe bene in vista, non sono che uno < scherzo >, pericoloso scherzo a fin di bene. L'astuto Enrico non sa andar oltre, non capisce nulla, poveraccio: ma al disotto del suoi scherzi, delle sue spiritose invenzioni, il drammetto segue il suo corso. Cristina vuol ripagare Bernardo della stessa moneta; fingerà dunque di « adorare > Enrico, dl trovarlo deliziosissimo e incantevole. E Bernardo s'allarma, Bernardo a questo < scherzo > non ci sta, s'ingelosisce, si inalbera. Bernardo ama sua moglie. E allora è la volta di Isabella. Questa donna come tante, questa amante banale, si sente atrocemente offesa: essere abbandonata per un amor fresco e nuovo, be', è seccante; ma essere abbandonate perche quella di prima, perchè, orrore! la moglie tradita vi riprende l'amante, questo è insopportabile. Il suo orgoglio freme; non se ne andrà senza avere scoccato un' ultima freccia. Mortale? No, tutt'altro. Cristina saprà che Bernardo fu veramente l'amante dl Isabella, il colpetto è ben assestato: ma la sua anima è ormai provata e matura, e Bernardo non' domanda che di riaverla accanto a sè, fedeli entrambi, devoti e teneri, e 1 vecchi conti concludono: sì, anche a noi era toccata una grossa avventura, in altri tempi... Il conte Emanuele, un brutto giorno se n'era andato con una ballerina, due lunghi anni, lontano, e la contessa Letizia ad attendere: ma il ritorno fu semplice, senza parole, ed il perdono subito concesso; un solo sguardo, e tutte le nuvole e 1 ricordi cat- tivi spezzati via. Perchè? Per- che donna Letizia capì quel giorno che non è bene giuo- carsi tutto in un minuto, che la vita è più lunga assai diun'avventura, che s'invecchia, e che è bello, nonostante tutto, accompagnarsi, sostenersi l'un l'altro, mentre si invecchia, mentre si va verso il buio, marito e moglie, vicini, e questo è forse l'amore, o forse non lo è, ma certamente è l'affetto, è il bene che dura. Questa commedia, piacevole per i molti, vivaci dialoghi di una lepida evidenza scenica, per le movenze curiose e buffe non senza garbo, è stata rappresentata iersera al Carignano dalla Compagnia CimaraPaul-Ferro con listo successo. Divertentissimo, immaginoso e ameno Luigi Clmara, eccellente attor comico. Al suo tratteggio rapido, al suo brio scanzonato s'accordarono gli altri attori, Llda Ferro, Andreina Paul, e il Colli, Il Carloni, il Pucci, la Serlpa. Fu uno spettacolo gradito al pubblico, che ne ha colto la semplice, la bonaria comicità con molte rìsa, e poi ha applaudito calorosamente chiamando alla ribalta più e più volte gli attori, ad ogni fine d'atto. f. b.

Persone citate: Andreina Paul, Carloni, José Lopez, Pucci, S P